Il "conto,, dei sequestri di Remo Lugli

Il "conto,, dei sequestri Spaventoso il bilancio dei rapimenti in Italia Il "conto,, dei sequestri Nel 1976 sono state rapite 48 persone (fra cui 5 donne e 5 bambini) con un "fatturato" di decine e decine di miliardi - Nel 1975 i rapiti furono 62 - La flessione sarebbe stata provocata dall'atteggiamento dei magistrati fautori della linea dura che hanno impedito contatti tra familiari e banditi e bloccato i conti in banca Roma, 30 dicembre. C'è una contabilità anche per i sequestri di persona. Si chiude l'anno e si tirano le somme: sono state rapite e sequestrate, nel '76, 48 persone. Fra queste, cinque sono donne e cinque sono bambini, l'ultimo dei quali è stato sequestrato questa sera ad Alassio. Sale cosi a dodici il numero degli ostaggi ancora nella mani dei banditi. Il «fatturato» è elevatissimo, alcune decine di miliardi; le cifre esatte non si conoscono ci sono famiglie che affermano di avere pagato poche decine di milioni e ne hanno pagate centinaia, altre negano di avere sborsato denaro portando a testimonianza i'ordine di sequestro del conto in banca impartito dalla magistratura: la verità la conoscono soltanto loro e i banditi. Il fatto è che questo è un reato terribile, gli infami rapitori sanno bene che chi è colpito, chi ha un congiunto nelle loro mani, è disposto a tutti i sotterfugi, anche contro la legge, pur di liberarlo. La statistica dice che c'è una lieve flessione, l'annata più brutta è stata quella dell'anno scorso: 17 sequestri nel '73, 38 nel '74, 62 nel '75. Dei 48 sequestri di quest'anno gli investigatori hanno scoperto gli autori o i presunti autori in 16 casi, tre sequestrati sono addirittura stati liberati dai carabinieri nel corso di battute. Le persone denunciate sono 76, di cui 69 in stato di arresto. I fautori della linea dura ritengono che il calo dei sequestri sia merito unicamente delle prese di posizione di quei magistrati che hanno vietato ogni contatto tra i familiari e i banditi sequestrando anche il denaro pronto per il riscatto e bloccando i conti bancari. «In mancanza di un simile atteggiamento — dicono — quest'anno dovremmo registrare un incremento rispetto al '75, non una diminuzione». Ma manca un indirizzo unitario, le iniziative sono lasciate alle singole procure, si sente la necessità di una disposizione chiara, che valga per tutti. Questo tipo di banditismo ha dimostrato, purtroppo, di avere alle spalle una efficientissima organizzazione che richiede altrettanta efficienza da parte di chi lo deve debellare. E' in testa la Calabria, con dieci sequestri; e una buona percentuale delle persone denunciate, in tutto il territorio nazionale, è costituita da calabresi, segno che per la Calabria il sequestro è un reato da esportazione. Dei dieci, due sono ancora nelle mani dei rapitori: Giuseppe Di Prisco, rapito il 21 settembre, e Vincenzo Macrì, rapito il 5 ottobre; sono in corso le trattative. Un sequestrato, Domenico Zerbi, rapito il 13 settembre, è stato liberato il 15 dicembre dai carabinieri sul passo dello Zomaro. Il più alto riscatto pagato in Calabria (almeno di quelli noti) è di 300 milioni, per Francesco Licastro. Una delle vittime. Pasquale Rossi, fu liberata dopo appena un'ora. La Lombardia è al secondo posto con nove sequestri. L'anno scorso, quando ancora j il sostituto procuratore dott. Pomarici non. aveva adottato il metodo del sequestro del denaro destinato al riscatto, furono 14 e si pagarono cifre record, come i 4 miliardi per Giuseppe Agrati, i 2 miliardi per Egidio Perfetti, il «re della gomma». Quest'anno la cifra più alta è stata pagata per Alberto Villa (8 febbraio-18 aprile), presumibilmente un miliardo. Tre sono ancora prigionieri: Luigi Milani (23 ottobre), Mario Ceschina (28 ottobre), Emanuela Trapani (13 dicembre). Quest'ultima ha 16 anni, è figlia del «re dei cosmetici», che s'è dichiarato disposto a qualsiasi sacrificio per liberare la figlia; i rapitori gli hanno chiesto 30 miliardi, ma il magistrato ha bloccato i suoi conti bancari. Sul bilancio dei sequestri in Lombardia pesa il numero degli scomparsi nel '74 e nel '75 dei quali non si hanno più notizie: Emanuele Riboli, Giovanni Stucchi, Tullio De Micheli, Carlo Saronio (i banditi riiiiMiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiii scossero anche i riscatti, un miliardo per Stucchi, 500 milioni per Riboli). Nel Lazio i sequestri sono stati 8, con una donna e due bambine. Il riscatto più alto dovrebbe essere quello di Alessandro Lamburghini, seicento milioni. Nel Lazio, oltre a questi otto sequestri a scopo di estorsione, c'è stato quello anomalo (quindi non compreso dal ministero dell'Interno nel gruppo dei 48) di Giuseppe e Ambrosio per il quale una «unità combattente comunista» aveva chiesto che la famiglia distribuisse a prezzo politico 710 quintali di carne in 71 macellerie; ma il giorno dopo (15 giugno) era stato liberato dalle forze dell'ordine. Sette sono stati i sequestri in Sardegna, patria naturale di questo tipo di reato. Uno dei rapiti, Giovanni Murru, è nelle mani dei banditi dal 4 ottobre; Salvatore Cosseddu fu ucciso il 28 aprile, subito dopo il rapimento. Per Giovanni Battista Tamponi (13 giugno-20 agosto) è stato pagato presumibilmente il riscatto più alto dell'anno, un miliardo e 300 milioni. Carmelino Palmas (21 marzo-17 aprile) è stato preso in ostaggio dai banditi al posto di Salvatore Piras (13 gennaio-21 marzo) che ha cosi ottenuto di essere rilasciato per poter vendere delle proprietà e col ricavato pagare il riscatto, 80 milioni. Dal '67 ad oggi sono undici, in Sardegna, le persone sequestrate e mai più rilasciate. Piemonte e Toscana hanno avuto entrambe quattro sequestri. Nella prima regione i carabinieri sono riusciti a liberare con grande tempestività lo studente Roberto Antonioli, figlio di un industriale delle serrature (11 novembre), e Enrico Campidonico, bambino di 4 anni (2 settembre). Purtroppo due ostaggi sono ancora nelle mani dei banditi: l'impresario edile Adriano Ruscalla (15 ottobre) e l'industriale Romano Rosso (30 novembre). La situazione è grave anche in Toscana: dei quattro, tre non sono stati restituiti: il produttore cinematografico Maleno Malenotti (per questo ormai si nutrono poche speranze, risalendo il rapimento al 3 maggio); Bartolomeo Neri (30 settembre); Serafino Martellini (14 novembre), per il quale è stato chiesto un riscatto di due miliardi. L'unico rilasciato fu Romolo Banchini, dopo una prigionia di 99 giorni (400 milioni). In Campania si è avuto il sequestro del bambino più i piccolo: Vincenzo Guida di 16 Imesi (6-24 gennaio), 200 miI lioni di riscatto. Il secondo | ed ultimo sequestro, del banchiere Antonio Fabbrocini (960 milioni), si è concluso con la liberazione il 28 dicembre, dopo sette giorni dal rapimento. Emilia, Puglia, Sicilia, hanno avuto ciascuna un sequestro. La regione siciliana si è distinta perché la rapita, Graziella Mandala (21-29 luglio) è stata portata via dal letto dove era malata, con gli aghi della fleboclisi infilati in vena. L'ha liberata, otto giorni dopo (29 luglio), senza pagare alcun riscatto, un commando mafioso, sembra, assoldato dal marito, il costruttore edile Giuseppe Quartuccio, il quale poi è stato arrestato quale mandante di sei delitti: secondo l'accusa ha fatto uccidere tutti i rapitori della moglie. Remo Lugli JMMBHMkC Maleno Malenotti (da sin.), Bartolomeo Neri, Serafino Martellini in mano ai rapitori