Buona fine, buon inizio

Buona fine, buon inizio Tanti auguri per un anno migliore Buona fine, buon inizio C'è chi sciala (pochi) e chi tira la cinghia (i più) ma la speranza è d'obbligo - I meteorologi promettono tempo buono Notte di meditazione a S. Filippo: veglia e marcia della pace Ogni fine d'anno riacquistiamo un po' di fiducia. CI auguriamo che il prossimo sia migliore e, lasciandoci alle spalle il vecchio, ne diciamo tutto il male possibile. E' una scaramanzia, un modo per alimentare la speranza. Tanto più che 11 '76, che muore stasera, era bisesto e la malasorte si accanisce quando febbraio cresce di un giorno, quel 29 che non si sa mal dove mettere. Per fortuna 11 '77, almeno per questo, ci lascia qualche illusione: bisesto non è e andrà certo meglio. Un po' di ottimismo non guasta. Aiuta anche a vivere. A dire il vero, a fare i conti nelle nostre tasche c'è poco di che rallegrarsi. C'è chi sciala (ma sono pochi) e chi è costretto a tirar cinghia (e sono i più). Ma per due giorni, la fine ed il principio d'anno, tutti cerchiamo di non pensarci. Forse è per questo che nei locali torinesi e della cintura per la notte di Capodanno ed il tradizionale cenone (da un minimo di 10-15 mila lire alle follie da 50, anche 70 mila) c'è il tutto esaurito. E che in montagne gli alberghi sono tutti prenotati e in gran parte già occupati (anche se trovare una camera 12-15 mila lire il giorno era senza dubbio un insperato colpo di fortuna). Forse è per questo che chi ha deciso per una serata in famiglia sta organizzando con amici una festa da buongustai, anche solo una spaghettata con bottiglie di buon vino e l'immancabile coppa di spumante, perché la speranza è nei cuori ed è la speranza che dà allegria. Poi verrà il « buon principio ». Mesi di lavoro sodo. Di questo ormai siamo tutti convinti. Sappiamo che le buste-paga si assottiglieranno: mancherà l'equivalente della scala mobile, congelata In obbligazioni. Sappiamo che gli aumenti non sono finiti con 11 '76 bisesto. Sono già annunciati rincari delle tariffe telefoniche e dei pedaggi autostradali; in marzo aumenteranno di nuovo i biglietti dei treni ed an¬ che degli autobus e sulla benzina nessuno può giurare che il diavolo non ci metta la coda. Ci sarebbe motivo di lamentarsi, di essere pessimisti. Ma 1 cittadini sono coscienti oggi di una situazione difficile che deve essere superata. Con l'aiuto di un governo efficiente, ma anche di ognuno di noi. I sacrifici siamo disposti a farli purché siano distribuiti con equità: alle rinunce siamo u. -*ial avvezzi, ma devono abituarsi tutu. ..euza vittimismo qualunquistico, con serietà e responsabilità. E' questo che ci chiede il '77. Sapendolo, si può affrontare nonostante tutto, con fiducia. Le previsioni meteorologiche lasciano sperare. A Caselle sono convinti: « Per Capodanno avremo tempo buono, cielo poco nuvoloso. Sarà freddo più dello scorso anno, ma ci sarà il sole. Possono esserci nebbie estese e persistenti in pianura, ma in montagna sarà tutto sereno ». Manca la neve, ma in fondo non si può avere tutto. Il traffico sulle autostrade è appena un po' più elevato dei giorni precedenti. Chi aveva deciso di trasferirsi è già partito, è al mare o ai monti. Ma nella città in festa la sera di Capodanno, c'è sempre chi soffre. E non soltanto perché è ammalato o in ospedale, perché ha un lutto o una tristezza. Molti soffrono di solitudine. Pensionati nelle vecchie soffitte, qualcuna (ieri lo abbiamo constatato di persona) rallegrata da un piccolo abete ottenuto durante la distribuzione di alberi organizzata da La Stampa con la Regione; uomini e donne lontani dalle famiglie, dimenticati dai figli (anche questa è una verità, se pur dolorosa), oppure sopravvissuti a tutti. La solitudine non è compagna desolata soltanto degli anziani: ci sono giovani, ragazzi e bambini altrettanto soli. Ci sono gli emarginati e gli handicappati. E i lavoratori che temono per il futuro, che lottano con tenacia contro la disoccupazione. Per tutti loro un augurio ed anche una calda speranza, nella notte che saluta il nuovo anno. E proprio a loro, « ai bambini abbandonati, agli emarginati, agli anziani, ai poveri, agli ammalati, agli handicappati » è dedicato rincontro del Sermig, stasera. Alle 20 nella chiesa di San Filippo (v. Maria Vittoria 5), si svolgerà una riunione « per pregare e riflettere » sul tema: « La difesa della vita ». Parleranno il cardinale Pellegrino, mons. Giachetto, vescovo di Pinerolo, don Machetta ed Emesto Olivero del Sermig. I partecipanti, invitati a rinunciare al cenone di Capodanno e a versare un contributo per gli emarginati, i terremotati del Friuli e della Turchia, le vittime della guerra in Libano, i poveri del Bangladesh. Alle 21,30 « marcia della pace »: da S. Filippo il corteo illuminato dalle fiaccole raggiungerà la Consolata (ore 23) ed infine il Duomo. Qui, a mezzanotte, il cardinale Pellegrino celebrerà la Messa. Domani, primo giorno dell'anno nuovo, alle ore 11 il cardinale sarà di nuovo in Duomo per celebrare la « Messa della pace ». Il tema dell'omelia, fissato dal Pontefice, è: « Se vuoi la pace, difendi la vita ». Ricordiamo infine l'orario dei negozi nel giorni di festa: domani, 1° gennaio, chiusura completa di tutti gli esercizi commerciali ad eccezione delle rivendite di fiori e delle pasticcerie; domenica, 2 gennaio, apertura facoltativa (ore 8-13) dei negozi di generi alimentari e dell'analoga categoria del commercio ambulante. Simonetta Conti

Persone citate: Giachetto, Machetta, Olivero, Simonetta Conti

Luoghi citati: Bangladesh, Friuli, Libano, Pinerolo, Turchia