Jemolo risponde a Pannella
Jemolo risponde a Pannella Jemolo risponde a Pannella Signor Direttore, Leggo il comunicato della Segreteria del Partito Radicale che ritiene incompatibile dopo il mio articolo del 29 dicembre, la mia permanenza tra coloro che trattano per una revisione del Concordato. Premesso che non serberò certo ombra di risentimento per l'on. Andreotti se crederà di sostituirmi, ricordo che l'articolo era una risposta all'on. La Valle, che non è radicale, e parlava delle necessità, per l'ideologia comunista, di negare una sopravvivenza dell'anima al corpo. Alla esortazione a leggere con maggiore attenzione quanto dicono i radicali alla Camera, dirò che mi sforzo di farlo; ma ricordo quel che scriveva Calogero, che il miglior comportamento liceale sarebbe la riduzione ad una pagina di un lungo discorso parlamentare, e penso che ciò sarebbe inattuabile per i discorsi dell'on. Pannella, non solo per la mole, ma per il passare di continuo da un argomento all'altro (vi ho persino appreso quante sigarette egli fumi quotidianamente). Comunque penso che la frase del mio articolo che abbia urtato sia quella del « ramoscello del vecchio anticlericalismo, ch'era poi materialismo, diniego di ogni trascendenza, di ogni religione... rifiorito nel peggiore dei modi ad opera dei radicali »; constatazione storica di quel che fu il vecchio anticlericalismo; ed altra constatazione, cui credo difficile contrastare, che nei guai in cui si trova l'Italia non ci sono che i radicali a dare il primo posto al problema dei rapporti con la Chiesa. Ma poiché non taccio mai tutto il mio pensiero, dirò — ciò che non ho scritto nell'articolo — di credere anche che se non si equivoca intorno al termine di religione, parlando di religione della libertà o della scienza, bensì gli si dà il suo significato storico, per cui in tutte le religioni è inclusa la necessità di un elemento sovrannaturale, possa ben dirsi che per i radicali questo elemento è escluso. Sicuramente non parlano il linguaggio di Voltaire, né ripetono le Prediche domenicali di Bianchi Giovini, che divertivano i nostri trisavoli. E' passato più di un secolo, ci sono stati Croce e Gentile, un Martinetti che avrebbe amato credere nella sopravvivenza, troppi uomini insigni non credenti in Cristo, ma nel mistero. Però non sento tra i radicali neppure la voce del massone Crispi, che rifiutava l'invito di dare la sua adesione ad un circolo ateistico, dicendo «io credo in Dio». Nel discorso di Pannella si evocano molti preti condannati dalla Chiesa, ma è nell'ordine delle cose che il nemico del mio nemico sia mio amico, od almeno mi sia comodo esaltarlo. Non sento mai parlare del bene compiuto da sacerdoti o suore che furono obbedienti ai loro superiori; non si difende se non il cattolico del dissenso, quasi fosse ancora in atto una inquisizione statale. La storia ci dice che nulla si ripete nell'identico modo, ma ci mostra anche certe linee; ci fa distinguere l'eresia dal diniego della religione. Ora non scorgo che un'opera demolitrice, niente che possa chiamarsi a buon diritto religione, nell'opera svolta dai radicali; che non è poi quella di suscitare dei cattolici del dissenso (ma che restino credenti, come restò Murri), ma semplicemente di esaltarli ed appoggiarli, salvo a disinteressarsene il giorno che si sottomettessero. Questo il mio pensiero: che potrà essere erroneo (chi non erra?) ma che non vedo perché debba impedirmi di portare un po' di esperienza di giurista in un tentativo di revisione del Concordato. Grazie della ospitalità e gradisca i miei deferenti saluti. A. C. Jemolo
Persone citate: A. C. Jemolo, Andreotti, Bianchi Giovini, Crispi, La Valle, Murri, Pannella, Pannella Signor Direttore
Luoghi citati: Italia
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