Il Vietnam in cerca di aiuti di Fabrizio Carbone

Il Vietnam in cerca di aiuti CON I PRIMI ITALIANI AD HANOI A GUERRA FINITA Il Vietnam in cerca di aiuti Più legato all'Urss che alla Cina, guarda anche all'Occidente per la difficile costruzione del futuro - Delegati da Seveso Hanoi, dicembre. Una diga di sbarramento sul Fiume Nero, affluente del Piume Rosso e responsabile di disastrose alluvioni nel Delta che circonda Haiphong, è in fase avanzata di progettazione. La costruiranno i vietnamiti sotto la direzione tecnica e il completo finanziamento dell'Urss. Servirà a dare elettricità a tutto 1 il Nord e, insieme creerà un argine all'impeto dell'acqua gonfiata dai monsoni. Esiste un grave pericolo ecologico: che succederà alla fertile pianura, alle risaie e agli stagni costieri? Bloccata un'arteria carica di limo e humus strappato alla foresta vergine, ci sarà certo un deperimento organico e la rottura di un equilibrio naturale. Il ritorno ai campi La diga è simbolo esemplare per capire quale tipo di problemi attendono un Paese uscito dal feudalesimo di una monarchia assoluta, passato attraverso il colonialismo, arrivato alla pace dopo un conflitto con la prima superpotenza del mondo. Appena vent'anni fa il Vietnam era dilaniato da epidemie: colera, tifo, malaria, vaiolo, tracoma, influenze virali spazzavano campagne, villaggi e città. Milioni di analfabeti scavavano canali e piantavano riso per vincere la carestia. Il Nord, fedele agli incitamenti di Ho Chi Minh, si era prefissato l'obiettivo dell'unificazione con il Sud, attraverso la lotta armata, seguendo gli schemi di un socialismo a cavallo tra Russia e Cina, senza pluralismo ma sotto la direzione unica del partito guida-Stato. Il 30 aprile dell'anno scorso l'obiettivo fu raggiunto. Oggi i dirigenti del partito dei lavoratori sembrano quasi preoccupati: la fine della guerra, anticipata sulle previsioni, ha colto di sorpresa l'organizzazione politica. A chiare lettere i comunisti vietnamiti riconoscono la mancanza di quadri tecnici, lo stato di arretratezza nelle campagne. Si invita il Paese a raddoppiare gli sforzi perché non ci si deve adagiare nell'idea di un futuro senza difficoltà. L'autocritica è per la mancata utilizzazione razionale di tutte le risorse, per il ristagno della poca industria pesante che non aiuta quella leggera e non trascina l'agricoltura, per una linea politica non chiaramente precisata. Quale sarà il futuro del e alla Cina, guarda anche 1 e a l o i , a e i e i n e a e e r l Vietnam? Confinante a Nord con la Cina, non ha con questa Repubblica popolare rapporti cordialissimi. C'è un'intesa con il Laos, ma non con la Cambogia che, per la costruzione del socialismo interno, ha scelto la strada dura della repressione e della violenza. I rapporti preferenziali restano con l'Unione Sovietica e i Paesi dell'Est Europa. Cuba ha la sua parte nella divisione dei compiti per l'opera di ricostruzione. Il programma quinquennale vede l'agricoltura al primo posto, con l'industria leggera a breve scadenza e quella pesante a lungo termine. Nel progetto le idee sono chiare: rendere di nuovo fertili le terre del Sud, aprire piantagioni sugli altipiani vergini, migliorare l'allevamento del pesce, creare una flottiglia moderna lungo i 3000 chilometri di costa, sfruttare il patrimonio forestale, aprire nuove miniere, proseguire la ricerca dei giacimenti petroliferi già trovati lungo la pianura e da trovare «off shore». Ma come fare tutto ciò senza tecnologia? Entrato nel Fondo monetario internazionale ai primi dell'anno il Vietnam è alla ricerca di aiuti e di finanziamenti. Ha ottenuto 200 milioni di dollari dalla Francia, che così si è piazzata nella corsa per il petrolio; dal Giappone sono arrivati 40 milioni di dollari a titolo di risarcimento danni di guerra; con l'Olanda è stato firmato in questi giorni un accordo per 35 milioni di dollari di aiuti. Il programma è di aprire trattative con il Mec e di cominciare il dialogo con gli Usa. Le prime delegazioni americane sono già arrivate e con esse il presidente della Chase Manhattan Bank. Per quanto riguarda l'Italia c'è un piano di aiuti per decine di milioni di dollari che è ancora un progetto e dovrà essere discusso in modo approfondito. L'Eni però si è già mosso: è stato il primo ad arrivare per le ricerche del petrolio in alto mare e ha come concorrenti Francia e Giappone. Massiccio è l'aiuto dei Paesi socialisti. La Russia, oltre alla diga sul Fiume Nero, costruisce una fabbrica per il tè, che poi compra in blocco, una centrale termica, alcuni cementifici e impianti di refrigerazione ad Haiphong. La Cina costruisce un ponte ad Hanoi, una fabbrica tessile e una meccanica. La Germania Est ricostruisce per e all'Occidente per la diffie i . o a l e , l a l e a . l intero la città di Vinh e sta preparando un laminatoio a Nord di Hanoi. I cubani, oltre all'albergo Vittoria di Hanoi, ricostruiscono l'ospedale e la città di Dong Hoi e installano allevamenti specializzati di bovini e pollame. I bulgari assistono la pianificazione agricola e formano i quadri vietnamiti nel loro Paese. Gli ungheresi si dedicano all'industria leggera, alla formazione di professori universitari e di operai specializzati. La Cecoslovacchia impianta un cementificio a Tan Hua. I romeni cercano il petrolio nel Delta del Mekong e del Fiume Rosso. Ai polacchi è affidata la cantieristica. Tra i Paesi occidentali Francia e Svezia hanno già rapporti commerciali avanzati. La Svezia costruisce una cartiera supermoderna e due ospedali ad Hanoi e Haiphong; la Francia una acciaieria e una fabbrica di biciclette. Privati francesi allestiscono una catena del freddo per la conservazione del pesce e una flottiglia moderna. Il Giappone compra milioni di tonnellate di sabbia bianca e fine per le sue industrie del cile costruzione del futurvetro; importa carbone dalle miniere di Ha Long. Resta, come incognita, il problema dell'inquinamento attuale e futuro. Finora i vietnamiti hanno mangiato carne, pesce e verdura in qualche modo contaminati dai residui chimici dei defolianti (tra cui la diossina). Non potevano fare altro per non morire di fame. La tragica diossina All'ospedale « Viet Due » di Hanoi il professor Ton That Thung, massimo esperto del Paese, riceve l'ecologo Virginio Vettini e il medico del lavoro Franco Carnevale che, a nome della Regione Lombardia, chiedono collaborazione e informazioni per la tragedia di Seveso. Thung è disponibile ad un lavoro comune nei prossimi anni. Mostra foto agghiaccianti di uomini colpiti da irritazioni cutanee profonde. Parla di un aumento di casi di cancro al fegato, probabilmente dovuto alla diossina. Cifre alla mano dimostra che, in due province del Sud, su 73 donne colpite da infiammazioni agli occhi e al naso, dopo una irrorazione di defolianti, ven¬ tidue abortirono. Poi ha uvero balzo sulla sedia quandviene a sapere che i fiumi intorno a Milano e Seveso sonbiologicamente morti da anni, molto prima che si sprgionasse la nube velenosa. « E noi che puntiamo allo sviluppo industriale del nostro Paese », esclama mettendosi lmani nei lunghi capelli argentati. La visita guidata al Vienam del dopoguerra è finitaL'immagine è di una civiltcontadina che si lancia nefuturo quasi alla disperatacon coraggio. « Siamo il terzPaese socialista del mondoconsiderando gli abitanti dicono con fierezza. Chi guda il Paese dispone ora lpianificazione delle nasciteDi fronte ha una società chiusa, moralista, dove nessundonna chiede l'aborto (che legale) per il primo figliodove non esiste il concetto drapporto sessuale prima dematrimonio. Il rischio è chlo slancio rivoluzionario dventi burocrazia e che il Vienam rimanga soggiogato dallmano interessata di chi oggl'aiuta. Fabrizio Carbone

Persone citate: Dong Hoi, Franco Carnevale, Virginio Vettini