In fiamme il castello d'Azeglio: una donna arsa viva, distrutta la preziosa biblioteca di Renato Rizzo

In fiamme il castello d'Azeglio: una donna arsa viva, distrutta la preziosa biblioteca Era stato destinato dai conti d'Harcourt a ricovero per anziani In fiamme il castello d'Azeglio: una donna arsa viva, distrutta la preziosa biblioteca C'erano quaranta persone - Sono state tutte tratte in salvo, ma un'ospite di 92 anni sfugge alla sorveglianza, per recuperare le sue poche cose ed è travolta dal crollo - Persi nel rogo manoscritti e volumi di valore Un furioso incendio è divampalo l'altra notte nell'antico castello di Azeglio che da nove anni ospita come istituto di riposo una quarantina di anziani: nel rogo che ha distrutto in poche ore quasi tutto 11 corpo centrale cinquecentesco del maniero è morta una donna di 92 anni. Carolina Mandino, travolta dal crollo di un soffitto a cassettoni. Il suo corpo carbonizzato è stato ritrovato nel pomeriggio dai vigili del fuoco sotto un cumulo di detriti. Le fiamme, che hanno avuto facile esca In tendaggi c mobili d'epoca, si sono estese anche alla biblioteca distruggendo In pochi minuti un miglialo di manoscritti e volumi di grande valore. L'incendio è scoppiato all'improvviso nella notte mentre i quaranta ospiti del castello, concesso 15 anni fa in uso dai conti d'Harcourt all'opera pia Crocetta perché fosse trasformato in ospizio, dormivano da ore. E' l'l,30 quando un'anziana, Antonietta Riconda, 74 anni, si sveglia per un violento accesso di tosse: dal bagno accanto alla sua camera esce un'acre voluta di fumo. La donna si aggrappa al campanello per chiedere aiuto. Ecco il racconto della direttrice Rita Gambino: «Sentendo il trillo ho pensato che la nostra ospite stesse male, sono accorsa. Nel corridoio ho sentito uno scoppiettio strano ed una specie di rombo. Ho pensato: "Strano, sembrano tuoni; eppure stasera non c'era una nuvola"». La Gambino entra nella camera ed è subito investita dal fumo aiuta l'anziana ospite ad uscire, si precipita in bagno con un estintore. Tutto inutile, le lingue di fuoco sono ormai troppo alte. Telefona allora ai vigili del fuoco ed ai carabinieri. Pochi minuti e la situazione precipita. Le fiamme si propagano con velocità incredibile, divampano nei corridoi, attaccano i tetti. Tutto il castello è ora pieno d'urla di terrore: i ricoverati vagano in preda al panico frastornati e soffocati dal fumo. Intanto l'incendio è stato visto anche dal paese e molte persone corrono al castello. E' una notte fredda: gli anziani vengono avvolti in coperte ed accompagnati nel vasto cortile mentre nell'aria si sente l'urlo delle sirene ed il tocco delle campane. Si fa un rapido appello: manca Carolina Mandino. Ed ecco i vigili del fuoco che si lanciano nel rogo: la donna è sulle scale, inebetita dall'ossido di carbonio, attorno a lei continuano a cadere spezzoni di travi incendiati. Piange terrorizzata nella lun¬ ga camicia da notte bianca. La sollevano a braccia e la portano fuori. Poi i pompieri incominciano l'opera di spegnimento. La confusione è al massimo: gli otto dipendenti del convalescenziario ed i carabinieri di Azeglio faticano a tenere a bada gli anziani che vogliono tornare nelle camere per recuperare risparmi o i ricordi cui sono legati. La Mandino riesce a eludere la sorveglianza ma viene fermata sullo scalone dalla direttrice. Le fiamme ora sono alte e cre¬ pdtttdrordèsasf pitano sino al tetto tra colonne di fumo. Raggiungono la biblioteca, distruggono in pochi minuti un patrimonio di manoscritti e testi preziosi, straziano quadri e stampe antiche. I pompieri lavorano ininterrottamente per ore ma l'acqua degli idranti non riesce a arginare la virulenza dell'incendio. All'alba, quando il fuoco non è ancora completamente domato, si fa un primo bilancio: cinque anziani sono all'ospedale di Ivrea sotto leggero choc: Natalina Ruffoni, 99 anni, Maria Caputo di 9Sdtosnlsplmtel 90, Palmira Porta di 92, Estorina Santina, di 87, e Clotilde Tos di 83. Guariranno in tre-quattro giorni. Tutti gli altri hanno ormai raggiunto, chi il convalescenziario della Crocetta a Torino, chi i propri parenti. Carolina Mandino è l'unica che non si riesce a trovare. Si pensa al peggio ed i pompieri frugano fra le macerie: la scoprono nel pomeriggio sotto un cumulo di travi annerite. Evidentemente la donna, dopo essere stata ricondotta in cortile, approfittando della confusione è ritornata sui suoi passi. Forse nella sua camera aveva lasciato qualcosa da cui non voleva separarsi: un oggetto di famiglia, un ricordo caro. La pertica del vigile del fuoco che rimuove i calcinacci scopre il suo corpo rannicchiato. E' il momento più doloroso nella tragedia. Ora il direttore amministrativo dell'opera Pia della Crocetta, geom. Giancarlo Gallo ed il conte e la contessa Bodo che da dei \ dall'istituto quindici anni, su legato | d'Harcourt, si occupano della ri■ strutturazione di questo grande castello trasformato in Istituto di riposo, sono di fronte alla distruzione del loro lavoro. «Ma questo non conta nulla di fronte al lutto che ha colpito la nostra grande famiglia». Si fanno le prime ipotesi sulle cause dell'incendio: forse un corto circuito sviluppatosi in una stanza adibita a magazzino. L'androne del castello è pieno di gente: i parenti dei pansionati che il fuoco ha scacciato In un angolo ci ; sono grossl saccnl m plastioa| su ognuno, un nome: dentro, le po! vere cose che le fiamme hanno , 1 risparmiato nelle stanze di j strutte. Renato Rizzo vigili del fuoco spengono le ultime fiamme del rovinoso incendio - La direttrice del ricovero, Rita Gambino

Persone citate: Antonietta Riconda, Clotilde Tos, Giancarlo Gallo, Maria Caputo, Rita Gambino, Ruffoni, Santina

Luoghi citati: Azeglio, Torino