Il mondo segue la sorte della città lagunare

Il mondo segue la sorte della città lagunare Il mondo segue la sorte della città lagunare Mentre Venezia sprofonda la "legge speciale,, langue La situazione rimane quella del 1966 salvo il rafforzamento di "murazzi" e dighe Intanto il centro storico si sgretola ■ Speranze, ma solo speranze, per il 1977 (Dal nostro corrispondente) Venezia, 27 dicembre. Il degrado del «centro storico» di Venezia si fa ogni giorno più vistoso. In molte zone della città si notano sponde e selciati che sprofondano (come nei recentissimi e clamorosi casi di piazza S. Marco, di campo S. Samuele e dell'isola di S. Giorgio Maggiore!, ponti privi di spallette, recinzioni provvisorie, installate da anni, in attesa che i lavori di assestamento comincino. L'opinione pubblica nazionale e internazionale si chiede, allora, a che punto sta la legge speciale per Venezia nella quale, tra le misure principali, figura apunto la difesa della città dalle acque alte mediante opere di regolazione (fisse o mobili) in corrispondenza delle bocche di porto del Lido, di Malamocco e Chioggia, attraverso le quali il mare comunica con la laguna. Tra quattro giorni, e precisamente il 31 dicembre, scade un appalto-concorso internazionale indetto dal ministero dei Lavori Pubblici che prevede la presentazione dei progetti da parte delle imprese. Accogliendo in parte una proposta di due parlamentari veneziani, Gusso (de) e Federici (pei), il ministro Gullotti ha precisato, proprio nei giorni scorsi, che la soluzione prescelta dovrà assicurare «la funzione portuale della laguna veneta, così come fissata dagl'indirizzi governativi e nel contempo consentire il progressivo miglioramento delle condizioni attuali d'inquinamento», nonché, durante la fase di realizzazione, «Tina verifica continua di congruenza con il regime idraulico, con quello ecologico e con le funzioni portuali della laguna». Sono 300 miliardi che finanziano la legge speciale per Venezia, miliardi reperiti a suo tempo ma non di fatto disponibili, salvo modeste assegnazioni attribuite al Comune e alla Regione. L'accresciuto costo delle opere da eseguire ha fatto sì che la somma disponibile non sia ormai che solo in parte sufficiente. Dei 300 miliardi, 100 sono destinati alle difese a mare, 100 per la costruzione di acquedotti e attuazione di misure di riduzione dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua, 100 per il risanamento dei centri storici di Venezia e Chioggia. Il comune di Venezia, per quanto riguarda il restauro, ha già approvato con l'accordo delle forze politiche — nel quadro dei piani particolareggiati — i primi tre programmi d'intervento, ma in nessun immobile sono iniziati i lavori. La Regione, dal canto suo, si è appena accordata con il Comune per dar vita all'azienda che prowederà al risanamento dell'edilizia così detta minore che, in funzione di lotta al fenomeno dell'esodo, dovrebbe avere la precedenza («condizione essenziale per Venezia», ha detto l'ex sindaco senatore Longo), mentre, nonostante le indicazioni dei Comune, non sono ancora disponibili gli alloggi sostitutivi per le famiglie le cui abitazioni sono interessate al restauro. Altra deficienza: il piano comprensoriale che dovrebbe promuovere, unitamente alla salvaguardia fisica ed ecologica della città e del suo restauro edilizio e monumentale, un armonico sviluppo economico dell'intera area veneziana. Ecco perché tanta è la delusione, non soltanto a Venezia, ma in Italia e nel mondo, da parte di chi si attendeva una sollecita operatività della legge speciale. Tre quindi i principali accusati: Stato, Comune e Regione. Mentre per il governo, il ministro dei Lavori Pubblici, Gullotti, s'è impegnato «a sistematiche consultazioni con gli enti interessati al fine del coordinamento di tutti gl'interventi intesi alla più celere e corretta attuazione della legge speciale», il sindaco ha detto stasera che quello che sta per concludersi è stato un anno d'intenso lavoro preparatorio che ci permette di annunciare nel primo semestre del 1977 una consistente serie d'iniziative L'assessore regionale ai problemi di Venezia, Nello Beghin, si attende dal 1977 «un deciso passo avanti nell'attuazione della legge speciale e per quanto riguarda la Regione esistono delle premesse confortanti». Il piano comprensoriale sembra ormai imminente e per Beghin ci sono fondate speranze che il Consiglio di comprensorio possa accelerare i tempi per la sua formazione. Si tratta di trasformare piani e progetti in cantieri di lavoro — ha sottolineato Placido Manoli, autore di un «dossier» sulla legge speciale — senza dei quali la legge speciale finisce per essere una chimera e dimostrazione dell'incapacità di una classe dirigente a tradurre in opere le proposte che la scienza e la tecnica riservano alla salvezza di Venezia. Gigi Bevilacqua «tifi Venezia. Cedimenti del terreno di fronte all'isola di San Giorgio (Telefoto Ansa)

Persone citate: Beghin, Federici, Gigi Bevilacqua, Gullotti, Gusso, Longo, Placido Manoli