E' ancora il teste chiave a 13 anni dal delitto
E' ancora il teste chiave a 13 anni dal delitto E' ancora il teste chiave a 13 anni dal delitto Lo sconcertante personaggio Pierri e il fantasma di Christa Wanninger (Dalla redazione romana) Roma, 27 dicembre. Guido Pierri, il pittore di 44 anni arrestato alla vigilia di Natale perché ritenuto responsabile dell'omicidio della fotomodella tedesca Christa Wanninger, sarà interrogato domani al carcere di Regina Coeli dal giudice istruttore Michele Gallucci. Il magistrato ha riaperto il caso dopo tredici anni perché dice di essere convinto della colpevolezza del Pierri, un uomo che è sempre stato alla ribalta della cronaca del «giallo». Pierri è uno strano personaggio: tentò di fare il poeta, ma fu sconsigliato da Elsa Morante; passò poi alla letteratura poliziesca, e questo fatto gli costò il primo incontro con la giustizia. Nella sua casa di Roma gli furono trovati quaderni di appunti in cui si parlava di «delitto perfetto». Da anni Pierri si era trasferito a Massa Carrara e si era messo a fare il pittore. I sospetti contro di lui non furono mai sopiti e Renzo Mambrini, un ex ufficiale dei carabinieri deceduto due anni fa in un incidente automobilistico, proseguì da solo le indagini fino alla pubblicazione del libro «Christa» in cui si accusa Guido Pierri di aver commesso il crimine. Christa Wanninger fu uccisa a coltellate alle 14,30 del 2 maggio 1963. Fu trovata morta davanti alla porta del suo appartamento, al quarto piano di via Emilia 81, non lontano da via Veneto. Era una fotomodella che tentava la scalata al cinema e che viveva il mondo descritto così lucidamente ne «La dolce vita» di Federico Fellini. Bellissima ragazza dagli occhi verdi: la sua morte scosse l'ambiente bene della società gonfiata dal falso boom degli Anni Sessanta. Si parlò anche di droga. Guido Pierri entra nel caso un anno dopo: la sera del 6 marzo 1964: da una cabina te- ] lefonica chiama un giornale e promette «rivelazioni importanti» in cambio di milioni. I Dice che Christa fu colpita per la prima volta in ascensore: un un particolare noto so- j lo alla polizia e mai rivelato ai giornalisti. Ma Pierri commette un errore: all'invito del cronista di aspettare al telefono, non riattacca il ricevitore e la polizia riesce a rintracciare la cabina e lo ferma. In tasca Pierri ha un coltello da caccia di marca tedesca. A casa gli trovano i diari (si parla di teorie di superuomini). Gli scritti si interrompono al 2 maggio '63, il giorno in cui Christa fu uccisa. L'uomo si difese bene: venne rimesso in libertà con l'accusa di tentata truffa a un giornale. Passano molti anni, nel '71 i giornali tedeschi parlarono di lui: lo avevano intervistato e fotografato due cronisti del «Quick». Fu chiamato di nuovo in tribunale, ma le accuse e i sospetti non erano arrivati alla concretezza di prove. Poi ci fu l'inchiesta dell'ex maresciallo dei carabinieri, Renzo Mambrini. In un rapporto alla magistratura (1974) accusava Pierri con una serie di indizi che smontavano i suoi alibi. Lo stesso giudice che lo ha fatto arrestare alla vigilia di Natale, interrogò allora il Pierri sulla base dell'indagine di Mambrini. Anche allora Pierri si difese bene: sostenne "di aver scritto il diario dopo aver appreso della morte di Christa Wanninger, al fine di dimostrare che l'omicida era uno psicopatico. Domani, per la terza volta, Guido Pierri si troverà davanti alla giustizia sempre perché ritenuto coinvolto e responsabile di un delitto che tredici anni fa fu definito un classico dei «gialli» insoluti. .L'Aquila, 27 dicembre — Un ragazzo di 13 anni, Lorenzo di Febo, ha perso la mano destra per lo scoppio di un rudimentale petardo. Il fatto è avvenuto stamani a Bacclano, un piccolo centro agricolo a circa 30 chilometri dall'Aquila.
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