Sofia, paura sul treno

 Sofia, paura sul treno Sofia, paura sul treno "Cassandra Crossing" di George Pan Cosmatos con Sofia Loren, Lionel Stander, Ingrid Thulin, Ava Gardner, Buri Lancaster Cassandra Crossing, di George Pan Cosmatos, con Sophia Loren, Richard Harris, Ingrid Thulin, Burt Lancaster, Ava Gardner. A colori. (Cinema Ideal). (m.c.) E' un campionario colorato di vecchie glorie del cinema, un Natale da passare in compagnia di ricordi antichi e nuovi. Sotto c'è una storia a suspense, ma finisce per essere una cosa che conta poco: ringraziamo Carlo Ponti, un po' meno regista e sceneggiatori. Sul treno Ginevra-Stoccolma viaggia il portatore d'una gravissima infezione, sconosciuto è il suo nome e ignota la malattia: si sa soltanto che ha un elevato tasso di contagio e che è mortale. It convoglio diventa una minaccia per tutti i Paesi attraversati dal percorso, occorre isolarlo e mettere in quarantena il migliaio di passeggeri che trasporta. Interviene un organismo sanitario mondiale, controllato da un colonnello americano tanto rigido quanto ligio al concetto dei dovere e del sacrificio: decide il dirottamento del lungo treno in Polonia, in un campo ch'era stato lager dei nazisti. Cassandra Crossing è un ponte maledetto, nei pressi del lager polacco: abbandonato dalla fine della guerra, pieno di ruggine e d'acciacchi, dovrebbe sostenere il passaggio del convoglio verso la destinazione finale di Janov. Reggerà, o è un espediente per mandare al macello i mille disgraziati chiusi nei vagoni piombati? Le regole del gioco impongono di non andare oltre, chi vuol saperne di più vada al botteghino del cinema. L'impianto narrativo del film non cela gli affanni d'una storia piuttosto approssimativa, e la struttura canonica della «diligenza» con il destino comune di passeggeri dalle cento vicende personali segue con prevedibilità la lunga corsa sui binari, fino atl'appuntamento con una morte possibile. Cinema di mestiere, legnoso come Lancaster e gonfio come una tardona Gardner. C'è anche una moralina finale, sull'individuo e l'organizzazione: il suggerimento è scaltro, perché non dargli credito. Il museo dei ricordi ha personaggi d'ogni tipo, da una sbrigliata Sophia Loren mezza scrittrice e mezza infermiera a un Richard Harris medico e capopopolo, Lou Castel appestalore, Lionel Stander capotreno, la Thulin scienziata con problemi d'etica, la Valli bambinaia, e uno stuolo di comprimari di medio valore. Sul piano spettacolare il meccanismo funziona meravigliosamente, non manca nemmeno un lieto fine a dare gioia e serenità sotto l'albero di pino. ★ * « La fuga di Logan » di Michael Anderson, con Michael York, Jenny Agutter, Richard Jordan, Roscoe Lee Browne, Farrah Fawcett Majors e Peter Ustinov. Americano a colori. Al cinema Lux. (s. r.) La fantascienza, anche quella più coinvolta nelle suggestioni e nelle trovate tecnologiche, ha sempre avuto un debole per la predica moralistica, per la filosofia della storia. Anzi, l'ambizione di ogni buon autore di fantascienza è di scrivere ogni volta la Bibbia, cominciando dai cieli brulicanti del Genesi. Nella « Fuga di Logan » c'è una società perfetta, un paradiso artificiale costruito sotto cupole di vetro, nel qua¬ le l'unico compito degli abitanti è darsi ai piaceri e star sereni. Unico arbitrio del legir latore-computer, per evitare una società ingrossata da vecchioni gaudenti, è che la trent'anni tutti vengono riciclati, immessi in un «Carosello» e fatti esplodere per essere ricostruiti. Logan è un guardiano, deve controllare che qualcuno dei riciclandi non tenti di scappare verso l'esterno. II computer è convinto che all'esterno ci sia una colonia di esuli, sopravvissuti alla regola della città felice. Sarebbe un cattivo esempio. Logan viene incaricato di indagare, profittando dell'amore di una bella trentenne che s'appresta alla fuga. Grandi peripezie aspettano il guardiano e la sua compagna, prima di giungere all'aperto in una spianata erbosa dove sorgono i ruderi di Washington. C'è anche la statua del buon Lincoln e un vecchio vivente, Peter Ustinov, che rappresenta la razza umana non refrigerata. Si capisce che tutti e tre, i due fantascientifici e il vecchio Ustinov, s'incammineranno per tornare alla città felice con un messaggio: si può invecchiare, l'unica felicità è di non tradire se stessi. Ci riusciranno? I cittadini saranno convinti da una verità tanto imbarazzante? S'impegna a rispondere il regista Anderson, che fin dall'inizio ha fatto spreco di scenografie spettacolori e di raffinati intermezzi col computer. Al fastoso e al gigantesco lui ha una certa inclinazione («Il giro del mondo in 80 giorni»): qui la mette a frutto, con qualche stanchezza, in un film che piacerà soprattutto ai ragazzi e a quegli adulti che potrebbero apprezzare una città troppo perfetta, popolata, per esempio, di belle donne in sottanino con tanto tempo libero. Spettacoli per 3 giorni Torna Campanini arriva il circo Gli spettacoli, teatro e circo, da oggi a domenica a Torino. Stasera ritorna al Carignano, ore 21,15, la Compagnia di Carlo Campanini con Caria. Maria Puccini nella novità di Amendola e Corbucci « Rwoìra Pasquale, evasore fiscale», regìa di Alda Grimaldi. Nei giorni di Natale e Santo Stefano due recite quotidiane alle 15,30 e 21,15. All'Alfieri prosegue il Festival dell'Operetta con il dedutto stasera alle 21,15 della Principessa della Czarda di Kalman che andrà in scena domani e domenica alle 15,30 e alle 21,15. Al Gobetti Paolo Poli con la Rosmunda da Alfieri: stasera alle 21, domani e domenica due spettacoli, alle 15,30 e alle 21. Oggi arriva anche il circo di Moira Orfei, debutto stasera alle 21,30 in corso Vittorio Emanuele (ex Foro Boario). Domani e domenica due spettacoli, alle 16,30 e alle 21,30. Sophia Loren

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