I missini erano in allarme quando fu ucciso Mantakas

I missini erano in allarme quando fu ucciso Mantakas Processo contro Panzieri e Loiacono a Roma I missini erano in allarme quando fu ucciso Mantakas Presidiavano la sede nei pressi della quale avvennero gli scontri tra giovani di sinistra e neofascisti - Il racconto dei testi - Il dibattimento aggiornato al 12 gennaio Roma, 22 dicembre. Il giorno dell'omicidio di Mikis Mantakas, il giovane di destra ucciso il 23 febbraio scorso, gli aderenti della sezione missina di via Ottaviano (la sede nei pressi della quale avvennero gli scontri tra giovani di sinistra e neofascisti) avevano «mobilitato» iscritti e «simpatizzanti» per presidiare la sede. Questa la novità emersa durante la quarta udienza del processo a carico di Fabrizio Panzieri e Alvaro Loiacono (quest'ultimo latitante) accusati di concorso nell'omicidio di Mantakas. La circostanza è stata raccontata da Mario Salamina, il primo degli otto testimoni ascoltati oggi. Salamina, «simpatizzante» missino, in contatto con la sezione di Montesacro (un quartiere molto lontano dalla zona dove fu ucciso Mantakas), ha detto di essere stato convocato telefonicamente da alcuni «camerati» per la mattina del 28 febbraio '75 — il giorno degli scontri — nella sede di via Ottaviano. Salamina ha dato la sua versione dei fatti secondo la quale, quando scoppiarono i tumulti, lui, insieme con altri camerati uscirono dalla sezione. «Vedemmo Mantakas ferito, a terra, ma presi dalla paura fuggimmo. Solo dopo tornammo indietro e poiché un altro dei nostri, Fabio Rolli, era stato colpito, lo caricai su una macchina e lo portai all'ospedale». Salamina ha quindi risposto alle domande del pubblico ministero e della difesa e ha raccontato che quella mattina gli aderenti alla sezione missina di via Ottaviano inviarono un'auto a palazzo di giustizia per far prelevare i «camerati» che avevano assistito al processo per i fatti di Primavalle. Quando vide arrivare Mantakas con altre quattro persone pensò venissero proprio dalla Corte d'assise. Avvocato Pisani (difensore di Loiacono): Perché era stato convocato in via Ottaviano proprio quel giorno? Salamina: «A causa degli incidenti accaduti in precedenza». Avvocato Causarano (della difesa di Panzieri): «Come aveva saputo degli incidenti?». Salamina: «Ero presente». Avvocato Pisani: «In quanti eravate quel giorno nella sezione?». Salamina: «Poche decine». Il giovane missino aggiunge che, vedendo arrivare circa 150 «comunisti» essi uscirono tutti dalla porta del palazzo che dava sulla piazza adiacente e, prendendoli alle spalle, li «costrinsero» a fuggire. Sono seguite le deposizioni di sette testimoni, persone che il 28 febbraio del '75 si trovarono casualmente ad assistere agli incidenti Il processo è stato infine aggiornato al 12 gennaio prossimo. s. m. Roma. Fabrizio Panzieri, nel banco degli imputati, all'inizio dell'udienza (Tel. Ansa)

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