Auto, crociere di lusso nel Natale dei milanesi

Auto, crociere di lusso nel Natale dei milanesi Come le grandi città si preparano alle feste Auto, crociere di lusso nel Natale dei milanesi L'atmosfera è di austerità solo per chi non ha un grosso conto in banca Già vendute 50 Rolls Royce - Difficile trovare un posto nei grandi viaggi (Nostro servizio particolare) Milano, 22 dicembre. Due chili di parmigiano, dieci litri di benzina, una rivoltella: per Natale '76, a Milano, si regala anche questo. Non ha senso parlare del Natale milanese in puri termini di volume acquisti — se e di quanto è diminuito o incrementato rispetto al passato — prescindendo dall'atmosfera generale della città. Che è fatta, anche, di ristoranti chiusi a chiave — come le gioiellerie e le pelliccerie — con il proprietario che, prima di aprire, guarda chi è: «E se son facce che non mi convincono, faccio segno che la serratura s'è guastata e non posso farci nulla, stiamo aspettando che vengano ad aggiustarla». Persone anziane rubano una cipolla ai grandi magazzini, e arriva il commesso ad apostrofare: «Ehi, zio, questa dove l'hai presa?», poi la leva dalla borsa e la pesa, annunciando: «Costa ottanta lire». Stivali a 180 mila lire, in corso Vittorio Emanuele, e salvadanai che sono pezzi di legno colorato, a forma di mela, da Fiorucci, a duemila: esauriti. All'estrema periferia, famiglie di nove-dieci persone abitano in negozi abbandonati e mangiano spaghetti cotti dentro il contenuto di una scatola di «pelati». Per le crociere di fine anno, in Africa e alle Maldive, non c'è più un posto, fin dalla metà di novembre; le liste d'attesa si allungano, ci si raccomanda agli amici: «Vedi se puoi farmi passare in testa». Achilli Motors, anche quest'anno, ha venduto la sua cinquantina di Rolls-Royce: da 47 a 86 milioni ciascuna. Tra Centro e Sud, ne sono state cedute un'altra trentina: cifre alla mano, il nostro è un Paese nel quale il consumo di Rolls è in aumento. Da Alemagna, in via Manzoni, un panettone ricoperto di cioccolata, con sopra tre figurine di presepe, spolverate di zucchero, costa 18 mila lire. Un chilo di mandarini, al mercato, mille; oca e cappone, seimila. Pino a pochi giorni or sono, rispettivamente 800 e 4500. Insieme agli alimentari, gli articoli di pelletteria hanno mostrato, in questi giorni, rincari sensibili; negozi, tuttavia, sempre affollatissimi. Come quelli di abbigliamento «esotico»; ressa e musica a tutto volume da «Tony» in via Spallanzani (calze norvegesi e monili afgani, maglioni sudamericani e madreperla indiana; all'ingresso, un cartello: regali da 500 lire a un milione). Code sulla strada di fronte ad una pellicceria di viale Montenero: capi da un milione in su. Da Coin, reparto bambini, i cappotti foderati di pelo sono fissati con catene e lucchetto, agli appendipanni, per difenderli dai ladri: costano, in media, sulle 40 mila lire. Diminuiscono gli acquisti del genere «casual», dei tessuti «jeans»: un buon dieci per cento in meno anche da Ajo, in corso San Gottardo (Porta Ticinese). Calo ancor più netto — almeno del doppio — nei negozi dell'usato, dove una gonna scozzese costa 3500 lire e un abito «gran sera» 10 mila. C'è chi approfitta del Natale per «investire» in pezzi d'arte; dice il professor Enos Malagutti, un esperto famoso: «"Vanno" soprattutto i maestri importanti del Novecento e gli autori dell'800 (minimo: 15 milioni), i primitivi (trenta-quaranta), il Settecento veneziano (prezzo "medio": settanta, ottanta milioni)». Oltre che per gli armaioli («Certo che abbiamo venduto di più, per queste feste, ma non mi faccia parlare di simili argomenti, per favore, e soprattutto non scriva il mio nome»), affari d'oro per i fabbricanti di porte blindate, sistemi antifurto e serrature di sicurezza. «Invece di spendere in oggetti inutili — spiega la moglie di un professionista —, visto che non ci si può più fidare delle cassette in banca, ho fatto installare una parete d'acciaio nello sgabuzzino». Va bene anche per gli allevatori di cani da difesa: non si trova più un boxer, prenotate persino le cucciolate della primavera prossima. Si usa la tredicesima per acquistare ciò di cui si ha bisogno: «Finché i soldi valgono qualcosa, facciamo provvista». Il numero dei negozi aperti la domenica è inferiore agli anni scorsi; e così l'illuminazione delle strade, ma, a qualunque ora, centro e arterie commerciali sono pressoché intransitabili. Mezzi pubblici stracolmi di gente carica di pacchi, frettolosa, nervosa. In piazza Cordusio, un ragazzo correndo semitravolge una signora che sta avviandosi alla fermata del tram: lei gli molla un ceffone senza fermarsi e anche lui prosegue la sua corsa. In autobus, chi riesce a sedersi ne approfitta per «spuntare», sul notes, le commissioni già fatte. «Ombrello per mamma, portafogli per papà, andare dal tappezziere per scegliere la carta da mettere in cucina, saldare la pendenza in tintoria...». Ornella Rota Un anziano trombettiere tiene il suo concerto natalizio in una piazza milanese

Persone citate: Achilli, Alemagna, Enos Malagutti, Fiorucci, Ornella Rota, Rolls

Luoghi citati: Africa, Maldive, Milano