Si dovrà ricominciare dall'inizio per il rilancio della nostra flotta di Paolo Lingua

Si dovrà ricominciare dall'inizio per il rilancio della nostra flotta Il "Piano Finmare,, è durato solo 18 mesi Si dovrà ricominciare dall'inizio per il rilancio della nostra flotta (Dal nostro corrispondente) Genova, 20 dicembre. Il « Piano Finmare » per la ristrutturazione della flotta di Stato è durato soltanto un anno e mezzo: le federazioni dei marittimi, nei giorni scorsi, ritrovata l'unità dopo mesi di discussioni e anche di polemici contrasti, ne hanno chiesto la proroga per due anni oltre che il « blocco » assoluto dei licenziamenti. In un clima di agitazioni e di scioperi, il cui calendario è già fitto, il governo non ha praticamente scelta. Il « Piano Finmare » salterà e si riprenderà a discutere sul « come » rilanciare la marineria italiana. Che cosa ha provocato il crollo d'una legge che era stata varata nella primavera del 1975, dopo un faticoso compromesso tra la Finmare, l'allora ministro della Marina mercantile Giovanni Gioia e gli stessi sindacati? La « filosofia » della legge e dell'accordo prevedeva la sostituzione graduale, sino alla assoluta soppressione, delle navi e delle linee passeggeri, con nuove compagnie e nuove unità mercantili. Inoltre, per mantenere i livelli occupazionali pesantemente compromessi, era stato deciso di dar vita accanto alle tradizionali compagnie « di bandiera » anche a numerose società « miste », cioè costituite in parte da capitale pubblico e in parte da armatori privati. Le « miste » erano, di fatto, la chiave di volta della riforma. Invece, in un anno e mezzo, sono decollate soltanto due iniziative: la « Almare » (tra la Finmare e Lolli Ghetti) e, recentemente, la società per il traffico merci con il Golfo del Messico tra l'« Italia » e la « Costa ». Due operazioni di decollo difficile e già in crisi. I sindacati però su questo punto sono drastici: « La riforma è partita sul piede sbagliato — dicono — perché non s'è tenuto conto del fatto che per realizzare una vera e profonda ristrutturazione del settore marittimo, occorreva affrontare il problema nella sua globalità, cioè coinvolgendo anche la cantieristica e la politica dei porti ». I prossimi incontri che si svolgeranno tra sindacati e governo dovranno essere compiuti in questa ottica. « E' vero — dice Bruno Delucchi, segretario provinciale per Genova della Uil marittimi, uno dei più tenaci sostenitori dello « slittamento » della legge — il governo ha mancato quasi tutti gli appuntamenti e le scadenze. In realtà il nodo della questione, o meglio l'anello marcio della catena, sta proprio nella cantieristica. In questo settore sono stati commessi gli errori più vistosi della polìtica economica delle partecipazioni statali degli ultimi vent'anni ». Delucchi dice che mentre in Italia, diecidodici anni fa si realizzavano ancora le faraoniche e superate « ammiraglie », all'etero si realizzavano navi passeggeri, per crociere, di 16-18 mila tonnellate, cioè di una dimensione « economica » e ! « moderna ». Delucchi riporta anche il discorso sulle tecnologie: « Oggi — dice — c'è necessità di navi ad alto livello tecnologico: ma i nostri cantieri non sono in grado di poterle offrire sul mercato in tempi ottimali. E non è vero che la nostra cantieristica non è produttiva perché da noi è più alto il costo del lavoro. Lasciamo da parte i russi, ma se confrontiamo i costi — anche dal punto di vista sociale e previdenziale — dei tedeschi, dei francesi, degli scandinavi e degli stessi americani, ci rendiamo subito conto che sono molto più elevati dei nostri ». Ma per adesso che cosa si fa? « Si blocca tutto — replica Delucchi — e si lasciano in mare "Galilei ", "Marconi", "Cristoforo Colombo" e "Leonardo Da Vinci". In due anni deve uscire la soluzione. Nel frattempo credo occorra intensificare la presenza della bandiera italiana su tut. te le linee commerciali possibili ». Paolo Lingua

Persone citate: Bruno Delucchi, Cristoforo Colombo, Delucchi, Galilei, Giovanni Gioia, Leonardo Da Vinci, Lolli Ghetti, Marconi

Luoghi citati: Genova, Italia, Messico