Le idee confuse di 4 de di Vittorio Gorresio

Le idee confuse di 4 de Taccuino di Vittorio Gorresio Le idee confuse di 4 de L'onorevole Giuseppe Costamagna (de, Torino) insieme ad altri tre del suo partito ha proposto l'instaurazione del lavoro forzato in Italia. Ha infatti domandato al presidente del Consiglio se non ritenga opportuno «di dare finalmente attuazione al principio della Costituzione secondo la quale "la Repubblica italiana è fondata sul lavoro" con l'istituzione di un servizio obbligatorio "al quale dovreboero essere assegnati uomini e donne superiori ai 18 anni che non espletassero alcun lavoro, professione o mestiere; che conducessero una vita dispendiosa senza poter dare elementi sicuri di certezza sulla liceità delle loro entrate; che, se disoccupati, non fossero iscritti agli uffici di collocamento"». Sarebbe una coscrizione del tipo realizzato durante la seconda guerra mondiale dalla famosa organizzazione Todt nei Paesi sotto occupazione nazista; ed alcuni imputati al processo di Norimberga ne pagarono il fio, compreso l'architetto personale di Hitler, Albert Speer. L'onorevole Costamagna ha però dalla sua la nobiltà dei fini che si prefigge, molto più commendevoli di quelli dei tedeschi invasati da sogni di sopraffazione universale: egli infatti confida che «un tale servizio obbligatorio del lavoro dovrebbe e potrebbe essere utile al Paese, rieducando e avviando al lavoro, specie in agricoltura e nelle grandi opere di interesse pubblico». Ma anche messi da parte profitto e convenienza dei risultati per l'economia nazionale, l'onorevole tiene a richiamarsi «alla paurosa situazione dell'ordine pubblico, all'aumento vertiginoso di furti, ed in particolare all'esplodere di delinquenza politica». E' una brutta piaga cui si porrebbe rimedio con il lavoro forzato, «combattendo così in modo preciso il vagabondaggio, il parassitismo, la malavita abituale, la prostituzione, il grave contagio delle droghe, reversione, antidemocratica organizzata». Aggiungerei, di mio, che si restituirebbe anche dignità umana ai coscritti e alle coscritte del lavoro: sull'ingresso ' dei Lager nazisti campeggiava difatti l'insegna confortante: «Arbeit macht frei», il lavoro rende liberi. Se può apparire sorpassato questo esempio tedesco che per essere vecchio di quasi quarant'anni dirà poco a chi ha scarsa memoria o pochi studi, sarà più utile citare come tuttora attuale l'istituto sovietico dei campi di lavoro, i Gulag dell'Arcipelago di Solzenicyn, le cui ragioni sociali sono ufficialmente le stesse di quelle indicate dal nostro Costamagna: lotta al vagabondaggio, al parassitismo, alla malavita abituale, alla prostituzione, alla droga, all'eversione antidemocratica organizzata. Può sorgere il sospetto che Costamagna si sia ispirato ad una traduzione testuale delle leggi sovietiche di ps. Egli difatti non trascura di includere un reato di opinione tra le cause che legittimano la coscrizione per il servizio del lavoro forzato: ad esso, dice, «tra l'altro, potrebbero anche essere assegnati quanti per obiezione di coscienza non volessero servire la Patria nelle forze armate o negli altri corpi militari». Non ci staremo a domandare quali sono i corpi militari distinti dalle forze armate: l'onorevole Costamagna ed i suoi tre confirmatari (Maggiori, Pellizzari e Zoppi) molto ampiamente mostrano difatti di non essere troppo scrupolosi nella ricerca dell'esattezza di espressione o della precisione dei concetti: teniamoci pertanto al senso generale ispiratore della loro proposta. Poiché l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, il lavoro sia reso obbligatorio: è in questo modo che gli sprovveduti si dilettano di sillogismi. Invocano la Costituzione a sostegno del lavoro forzato, cioè di un istituto palesemente incostituzionale: e in tal modo dimostrano di essere in quello stato di mente che gli psichiatri definiscono confusionale. Sono attestati sul vecchio adagio secondo il quale l'ozio è il padre dei vizi, e nel porsi il problema dell'ozio non volontario, ma reso forzato dalla disoccupazione, esigono l'attestato di iscrizione agli uffici di collocamento come certificato di buona condotta: o sono ipocriti, o talmente malaccorti da non rendersi conto che in questo modo offrono ai veri vagabondi, parassiti e malviventi, la buona scappatoia: chi si iscrive agli uffici di collocamento eviterà la coscrizione per il lavoro forzato. Ultima osservazione, circa la tesi che direi più squalificante per il nostro quartetto di legislatori: il lavoro coatto darebbe buoni risultati «specie in agricoltura e nelle grandi opere di interesse pubblico». Costamagna ed i suoi confirmatari sono dunque persuasi che in Italia difetta la forza lavoro da impiegare in agricoltura e nelle opere pubbliche, cosicché agricoltura ed opere pubbliche sono carenti perché scarseggia la manodopera. I grossi capitali per i grandi investimenti ci sarebbero, ma gli italiani, «uomini e donne superiori ai 18 anni», non vogliono lavorare e nemmeno si iscrivono agli uffici di collocamento. Arruoliamoli quindi come schiavi. E' giusto avere dato tanto spazio ad una povera proposta come questa di Costamagna e C? Credo che sia doveroso fornire informazioni circa il livello di ogni singolo legislatore, quale risulta dalle iniziative che egli prende. Se la funzione dei giornali è un pubblico servizio, bisogna far sapere agli elettori a che cosa è servito il loro voto di preferenza.

Luoghi citati: Italia, Norimberga, Torino