"Vogliamo impegnarci perché i bimbi possano crescere in una città migliore,,

"Vogliamo impegnarci perché i bimbi possano crescere in una città migliore,, "Vogliamo impegnarci perché i bimbi possano crescere in una città migliore,, Tradizionale bilancio di fine anno con il sindaco. L'analisi di una metropoli, dove 11 rapporto tra uomini diventa sempre più diffìcile, in cui vincono 1 più forti a scapito di coloro che pagano con la sofferenza la crisi In atto: cbi potrebbe farla se non 11 sindaco? Diego Novelli, primo cittadino da circa 18 mesi, nel '76 ha incontrato migliaia di persone, gente con problemi grandi e piccoli. Immigrati in cerca di una casa, lavoratori. Il colloquio avviene nel suo ufficio a Palazzo civico. E' In partenza per la Somalia: un viaggio d'affari a Mogadiscio, per far conoscere ed apprezzare Torino. Mi siedo davanti alla sua scrivania, nella stanza dove trascorre la maggior parte della propria giornata. Spiega: « II " mestiere " di sindaco è un servizio a tempo pieno, non permette distrazioni, né altre attività ». Una scelta di vita quindi, con quali soddisfazioni? Il '76 ne è stato ricco oppure sono prevalse le amarezze? Risponde: « Al di là delle difficoltà, della situazione drammatica, è stato un anno importante. Per due ragioni. Primo, per la presa di coscienza di vasti settori dell'amministrazione e della stessa opinione pubblica dei problemi e del livello di guardia raggiunto. Secondo, perché, pur a lotica, con errori dovuti talvolta a fretta ed inesperienza, possiamo affermare di aver posto le basi per bloccare i fenomeni negativi in atto ». Una realtà incalzante, una comunità da amministrare con esigenze enormi. Basti pensare alla domanda sociale dei quartieri (600 miliardi per opere urgenti), all'indebitamento dell'amministrazione (circa 400 miliardi) e, per altro verso, alla violenza dilagan¬ te, al bisogno di tranquillità della popolazione. Fenomeni facili da individuare, difficili da correggere. Proprio Novelli nel corso di numerosi dibattiti li ha denunciati. Garzoni c'.i taxi contro tassisti-padroni, genitori divisi nel contendersi una palestra. Tutti con ragioni e interessi individuali da difendere. Ecco uno fra gli aspetti più complessi dell'esperienza di un sindaco. Dice Novelli: « E' troppo facile criticare e rivendicare tenendo conto solo dei propri problemi personali. Vogliamo capire che le risorse sono esigue, che non tutti possono essere accontentati, che si devono fare scelte? ». Alcuni esempi di una tradizione, un retroterra di civiltà e di cultura che si va perdendo: in una sola estate il Comune ha dovuto spendere 700 mila lire per 1 vetri rotti di una scuola della Falcherà; in nemmeno un anno sono andati distrutti 1362 cestelli della spazzatura che costano circa 50 mila lire l'uno; sono stati spesi 16 milioni per far sorvegliare la scuola di via Cesare Pavese allo scopo di evitare che sia danneggiata da teppisti. « Perché? — si chiede Novelli — Che cosa c'è dietro? Perché i bambini vedono nella scuola un nemico? E le centinaia di episodi quotidiani di piccola violenza che hanno come protagonisti ragazzini dagli 8 ai 14 anni? Di chi è la colpa? Di questi bambini? Se non vogliamo che Torino diventi come tante città europee dove ci sono quartieri nei quali non si può circolare la sera senza rischi per la propria incolumità, dobbiamo riflettere ed agire ». Questi problemi, secondo il sindaco devono essere affrontati però con serenità (« anche se oggi è difficile essere sereni »), con maggior fiducia. Aggiunge: « Ec¬ co il motivo per cui la giunta considera preminente il discorso dell'istruzione. Desideriamo semplicemente che tra dieci anni i bimbi che oggi ne compiono 4 siano diversi, più consapevoli. In sostanza vogliamo mutare lo sviluppo di una società che, negli ultimi venti anni, ha valutato l'individuo non dalla sua vivacità ed intelligenza, ma dalla cilindrata della sua auto, in base alla villa al mare o in montagna: in una parola, sul metro della ricchezza che è riuscito ad accumulare ». In un anno, in questo 1976 è già cambiato qualche cosa? « La volontà di voltare pagina è stata espressa prima: dal voto del 15 I giugno '75. Inoltre è mutato il rapporto fra amministratori e cittadini. Credo che oggi il Comune sìa visto in modo diverso, come istituzione, non come persona singola o schieramento di maggioranza ». Ma il cittadino medio si è accorto di questo miglioramento, ad esempio dello sforzo che è in atto per offrire alla città una scuola diversa? « Credo di sì. Ci sono stati dibattiti, incontri anche polemici. Penso però che tutti desiderino per i loro figli un'educazione più attenta ». E' un « chiodo fisso »? « Certo. Chiedo scusa se mi ripeto. Ma l giovani, un tempo legati a centri di vita sociale, il caseggiato, la parrocchia, i circoli sportivi, oggi hanno perso queste buone abitudini. Sono " momenti " che i ragazzi devono riscoprire. Per questo siamo partiti dalla scuola del pre-obbligo, dall'infanzia. Non sono " slogans ' ' propagandistici. Crediamo fermamente di dover agire con energia perché l bambini si ritrovino in condizioni future migliori di quelle che oggi soffrono i loro fratelli maggiori ». L'impegno massiccio per l'Istruzione non rischia di far trascurare altri settori importanti per la vita della città? « Certamente no. Ma vorrei evitare in questa sede un arido elenco delle cose realizzate, di quelle impostate o allo studio. Approfitto dell'ospitalità che mi viene concessa dalle colonne de La Stampa, per fare gli auguri di Natale e fine anno al torinesi. Purtroppo ancora una volta queste feste sono state rattristate da eventi tragici, a Roma, Milano e Brescia chiaramente fomentati da chi persegue la criminosa strategia della tensione. Come sindaco invilo tutti i democratici a vtgi lare, ad essere uniti per assicurare al Paese ed alla nostra città un avvenire di serenità, di giustizia e di pace ». Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Diego Novelli, Giuseppe Sangiorgio, Novelli

Luoghi citati: Brescia, Milano, Mogadiscio, Roma, Somalia, Torino