I sovietici e i cileni mettono in libertà Bukovskij e Corvalan

I sovietici e i cileni mettono in libertà Bukovskij e Corvalan Uno scambio "non ufficiale,, I sovietici e i cileni mettono in libertà Bukovskij e Corvalan (Dal nostro corrispondente) Mosca, 17 dicembre. Il segretario comunista cileno Luis Corvalan, da tre anni nei « lager » della giunta militare fascista che lo arrestò qualche giorno dopo il colpo di stato, è atteso a Mosca domani sera o al più tardi nelle prime ore di domenica. Domani mattina parte per Ginevra il «dissidente» sovietico Vladimir Bukovskij, rinchiuso ancora oggi nel carcere di Vladimir, poco lontano dalla capitale. La notizia, clamorosa, ha trovato lentamente conferma durante tutta la giornata, dissolvendo infine la lunga incertezza creata dalle ripetute smentite ufficiali soviet'ehe. Sembra dunque essere avvenuto d'. fatto lo scambio proposto nel novembre scorso dal dittatore Pinochet. Ma le prime reazioni di entrambi i governi direttamente interessati, tutte negative, lasciano intendere che l'accordo non sarà probabilmente mai riconosciuto. La ragion di Stato ignora talvolta perfino l'evidenza. Ad annunciare il rilascio e l'espulsione del giovane scrittore russo (compirà trentaquattro anni il prossimo 30 dicembre e ne ha trascorsi quasi dieci nelle carceri, al confino obbligatorio e in ospedale psichiatrico), è stato stamane il fisico Andrej Sacharov, considerato ormai il « leader » della dissidenza nell'Urss. Con un rapido giro di telefonate ha posto sull'avviso i corrispondenti della stampa occidentale qui a Mosca. Ed è cominciata allora la ricerca di una conferma definitiva. Il governo mantiene però un silenzio assoluto. Qualcuno riesce a parlare direttamente con la madre di Bukovskij, Nina. La signora racconta di aver ricevuto in casa, mercoledì passato, la visita di due ufficiali del « Kgb », la polizia sovietica per la sicurezza dello Stato, che la invitano a prepararsi per abbandonare il Paese insieme al figlio. In un successivo colloquio, Nina Bukovskij apprende che potranno accompagnarla anche la figlia Olga e il nipote quattordicenne Mikhail, ancora convalescente di un grave intervento chirurgico. Il governo sovietico ha promulgato un apposito decreto, in cambio di uno analogo firmato dal ministro della Giustizia cileno a favore di Luis Corvalan. Vladimir Bukovskij lascia dunque la prigione e l'Unione Sovietica, questo è certo. Era finito per la prima volta in carcere nel 1967, arrestato durante una manifestazione in favore dei due intellettuali dissidenti Andrej Siniaviskij e Juli Daniel, emigrati poi in Occidente. Venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e per primo fece sapere che la repressione ri- correva anche a psicofarmaci per combattere i critici più irriducibili del sistema. Ciò deve avere avuto il suo peso nella durezza della condanna inflittagli successivamente. Sarebbe dovuto restare in prigione fino al 1979 e lo attendevano ancora cinque anni di esilio in qualche residenza obbligata in Siberia. Per lui come per Corvalan sono stati innumerevoli gli interventi che da più parti ne chiedevano la liberazione. Ultimamente i partiti sociali¬ sti e comunisti occidentali avevano lanciato una campagna in loro favore. Il sindaco di Napoli, Valenzi, era riuscito a parlare telefonicamente con il segretario cileno; quello di Bologna, Zangheri, aveva chiesto di poter fare altrettanto con lo scrittore sovietico. Tuttavia, soltanto pochi giorni addietro, l'ipoteLivio Zanotti (Continua a pagina 2 in ottava colonna) Luis Corvalan e Vladimir Bukovskij (Ansa-Ap)

Luoghi citati: Bologna, Ginevra, Mosca, Napoli, Siberia, Unione Sovietica, Urss