La Passione secondo Giuda di Lorenzo Mondo

La Passione secondo Giuda La Passione secondo Giuda Fu patriota ed esteta, secondo un singolare romanzo dell'Ottocento che anticipa D'Annunzio F. Petruccelli della Gattina: «Memorie di Giuda», Ed. Fògola, pag. 438, lire 8000. Ferdinando Petruccelli della Gattina, sopravvissuto in qualche modo nella memoria dei posteri per il libro storico-aneddotico I moribondi di Palazzo Carignano, fu prolifico autore di romanzi, risparmiato tuttavia dalla critica e dal revival ottocentesco. Sicché muove a curiosità, anche per il tema specifico, la ripresa delle Memorie di Giada, a cura di Folco Portinarì. nelle eleganti edizioni del torinese Fògola. Pubblicato una prima volta in francese nel 1866 (quattro anni dopo il Salammbó di Flaubert) e poi in italiano nel 1870, è un libro d'impianto storico svolto in forma di memoriale autobiografico e giustificato dal «ritrovamento» di un manoscritto. Ci muoviamo strutturalmente in un alveo tradizionale, ma con un rovesciamento di fondo, illuministico, positivistico, irreligioso. Giuda, smaliziato da Renan, racconta gli antefatti e i postumi della Passione in chiave tutta umana, anzi politica. La condanna di Gesù fu un malinte- lingua, entro la medietà di un tono so: piccolo profeta nevrastenico e bilioso, incline al paradosso e anche alla ciurmeria, imboccò da se stesso, con tanta brava gente che voleva salvarlo, una strada sema ritorno. Prima rifiutando il ruolo politico assegnatogli da Giuda, patriota ebreo, poi, sfumata la rivolta antiromana, continuando a proclamarsi pubblicamente, nell'imbarazzo generale, re dei Giudei. La smitizzazione viene portata più avanti ancora circondando il Salvatore di parenti e discepoli volgari, non di rado abbietti, avvolgendo la sua figura, per quanto illesa, in una fitta trama di impurità. Tutto questo, che fa la novità del romanzo, opera con una certa efficacia indiretta: non quando è presente Gesù che, nel parlare, parafrasa e banalizza i Vangeli canonici. Nelle quattrocento e passa pagine del romanzo c'è di tutto: il puntiglio geografico, l'esibizione erudita, l'esotismo allucinatoria, il compiacimento sadico ilda, sorella di Gesù, viene coscienziosamente spolpata dalle murene sotto i nostri occhi), gli amori incrociati secondo le regole del più accreditato feuilleton: di Giuda e Pilato con Ida, Maria di Magdala, Claudia. Monumento del Kitsch, Memorie di Giuda si legge, anche per questo, con sveltezza, con il piacere di trovare tutte le cose al posto giusto. Si direbbe che il Petruccelli eccella, anche linguisticamente, nel tratteggiare i ribaldi: così per Bar Abbas, così per Erode Antipas. Ma, parlando di occorre distinguere: approssimativamente giornalistico s'incontrano, o meglio si scontrano, risultati di notevole tensione espressiva («Il Sabato preme questo popolo come un mare di bitume») con stonature dì stenterello naturalezza (Antipas chiama il Battista Giannuzzo o Giannino; Cajus Crispus è definito «un ciompo, un legionario che ebbe fortuna»). Portinari, dinanzi a Giuda m che passeggia in giardino con la moglie di Pilato recitandole il Cantico dei Cantici, azzarda il nome di Andrea Sperelli: e davvero si colgono nel romanzo, che vorrebbe ispirarsi al vero positivo, le prime crepe del decadentismo. Ma è il suo bello, questo gran pasticcio che richiama alla mente nomi lontani, da Lamartine a Delacroix, a Sienkievicz a Ccbiria, che rivela parentele spesso insospettate, che si pone insomma su così frequentato crocevia. Due parole sull'autore: barone della Basilicata, repubblicano fierissimo, fu educato all'anticlericalismo dallo zio massone e dall'imposto seminario. Condannato a morte dai Borboni, ebbe vita di esule, spavalda e inquieta, in mezza Europa. Nel '51 fu sulle barricate contro Luigi Napoleone, nel '71 difese i comunardi pur deplorandone gli eccessi. Seguì per i giornali francesi, belgi e inglesi la campagna del '59 e la spedizione dei Mille. Nel 1861, eletto deputato, sedette all'esterma sinistra, ma si piegò poi a posizioni moderate, sfogando nei viaggi la residua vitalità. Morì a Parigi nel 1890, a settantacinque anni, e le ceneri, per sua volontà, furono disperse sul suolo inglese. Da Parigi, che tanto amò, l'irruente barone risalito dal profondo Sud fu rimeritato con un nome inconsapevolmente burlesco: Pierre Oiseau de la Petite Chatte. Lorenzo Mondo

Luoghi citati: Bar Abbas, Basilicata, Europa, Parigi