Il naufragio dei Comuni

Il naufragio dei Comuni Fra miliardi di debiti Il naufragio dei Comuni A Milano, 200 miliardi il passivo delle "municipalizzate" - Genova, disavanzo 127 miliardi, Napoli 372, Palermo 259 (Dal nostro corrispondente) Milano, 16 dicembre. (m.f.) Il bilancio di previsione 1977 del comune di Milano non è ancora pronto: lo sarà comunque entro la fine dell'anno. Spiega l'assessore competente, Umberto Dragone, del psi: «Fino alla fine dell'anno scorso abbiamo presentato i bilanci in pareggio, perché ce l'abbiamo fatta, in quanto la dimensione delle nostre entrate (più alta rispetto a quella degli altri comuni) ce lo permetteva lasciando però fuori bilancio le aziende municipalizzate. Quest'anno la nostra situazione è stata molto più difficile. Attendiamo i provvedimenti governativi che dovrebbero uscire il 22 di questo mese: se saranno di una certa importanza faremo ancora il bilancio in pareggio, se non ci saranno, o saranno troppo limitati, credo che anche noi dovremo rassegnarci al deficit perché le entrate sono rimaste ferme e le uscite sono aumentate». L'assessore aggiunge che il costo del denaro è passato dal 12-13 per cento al 21-22 per cento, la scala mobile ha inciso per oltre 10 miliardi in più. Naturalmente, prosegue Dragone, il bilancio in pareggio non terrebbe conto degli oltre 200 miliardi di deficit rappresentati dalle aziende municializzate (181 i trasporti, 3 la centrale del latte, 1 miliardo le farmacie, una decina la nettezza urbana). Per fare fronte a questa situazione si era parlato di lanciare un prestito obbligazionario di 125 miliardi. DiceDragone: «Abbiamo ottenuto l'autorizzazione della Banca d'Italia. Di prestiti ne abbiamo già emessi in passato, per trecento miliardi, ma questa volta non riusciamo a farlo perché il mercato obbligazionario è depresso e le banche non assorbono più obbligazioni anche perché i titoli comunali non godono del vincolo del portafoglio, cioè non sono tra quelli che le banche sono tenute a comperare sino al 40 per cento del loro deposito. Dovremmo lanciare un prestito obbligazionario che, se non venisse assorbito dai risparmiatori, le banche non si accollerebbero». Per quanto riguarda gli interessi passivi, infine, l'assessore precisa che ammontano a 56 miliardi. Genova, 16 dicembre. (p.l.) Il Comune di Genova per il 1977 prevede un disavanzo di 127 miliardi. Rispetto ai 97 miliardi di entrate, ci saranno 224 miliardi di spese. E' la prima volta, nella storia dell'amministrazione comunale genovese, che il disavanzo è superiore in cifra all'importo dell'entrata. Questo « passaggio » è considerato, in genere, dagli esperti della finanza locale, il « punto di rottura », che pre- lude ad un appesantirsi con il criterio della progressività delle passività. Il Comune di Genova è angustiato dal peso insopportabile degli interessi passivi sui mutui e sui debiti d'istituto, accentuati dal fatto che la crisi della liquidità costringe il Comune a rivolgersi a banche per ottenere anticipi e quindi a pagare pesanti interessi. La crisi della liquidità ha portato quest'anno a temere per il pagamento della «tredicesima» ai 13 mila dipendenti dell'amministrazione e delle aziende municipalizzate, tra le quali spicca, per drammaticità, la situazione dell'Amt (la municipalizzata trasporti) il cui passivo assorbe circa la metà del deficit comunale. Napoli, 16 dicembre, (a. 1.) Il bilancio di previsione del Comune di Napoli per il 1977 si è ispirato al discorso di politica economica nazionale, al principio dell'austerità e del ridimensionamento delle spese. L'anno scorso, il disavanzo economico consolidato è stato di 452 miliardi, per l'anno prossimo è contenuto in 372 miliardi. La giunta minoritaria Valenzi ha fatto delle eoonomie, riuscendo a risparmiare 80 miliardi, con una riduzione in percentuale del 17%. Comunque, il deficit globale del Comune di Napoli è di 1616 miliardi di lire; le entrate effettive sono pari a 88 miliardi. Il documento finanziario sarà discusso in Consiglio entro gennaio. Palermo, 16 dicembre. (a. r.) Il comune di Palermo nel 1977 prevede 259 miliardi di passivo nel bilancio che sarà votato tra martedì e mercoledì prossimi. Ormai oppresso da un elevatissimo monte di debiti ( «Siamo ar rivati a un indebitamento complessivo di 1400 miliardi», dice il ragioniere generale del comune, Armando Celone), il comune di Palermo soltanto nel prossimo anno dovrà pagare interessi passivi per 108 miliardi, cioè ogni ora che passerà dovrà corrispondere alle banche un milione e 200 mila lire. « La situazione è più che grave, è disperata — afferma Carmelo Scoma, democristiano, sindaco di Palermo a capo di un tripartito dc-psi-psdi — e al punto in cui siamo l'unica cosa seria da fare è quella di approvare bilanci poliennali ». Le voci in «uscita» del bilancio, come tutte le altre amministrazioni municipali, anche a Palermo riguardano essenzialmente il costo del personale e delle aziende municipalizzate. Queste ultime nel 1976 hanno gravato sul bilancio del Comune per oltre 50 miliardi.

Persone citate: Carmelo Scoma, Dragone, Umberto Dragone, Valenzi