Migliorare la città dove si vive
Migliorare la città dove si vive Migliorare la città dove si vive L'appello al verde lanciato dalla Regione, dal Comune e da « La Stampa » ha incontrato un largo consenso nei torinesi. Lo testimoniano i 16 mila alberi distribuiti direttamente o attraverso i vivai e le richieste che ogni giorno giungono in redazione. Tutti sono convinti che bisogna cambiare l'ambiente ,mìgllorare la qualità della vita, instaurare un diverso rapporto tra l'uomo e la natura. Il primo passo lo abbiamo compiuto arricchendo balconi, terrazze e cortili con i pini e gli abeti della Forestale, aiutando il Comune nella sita opera 'di recupero del tessuto urbano disgregato, soprattutto coinvolgendo nell'iniziativa i giovani e le scuole. Si tratta ora di proseguire. Il momento più impegnativo deve ancora arrivare perché non ci si può fermare ad un pino in un vaso per considerare risolto l'enorme problema dell'ecologia. Un tocco di verde rallegra la vista nostra e dei vicini, ingentilisce il cemento, ma si riduce ad un episodio sterile, se non viene inserito in un contesto più vasto. Seguiranno altri passi, proprio partendo dall'impegno quotidiano di curare un alberello, di studiarne le esigenze, di ricrearne nel modo più esatto possibile l'ambiente vitale. Le norme sono poche e semplici: evitare i forti sbalzi di temperatura, proteggere i vasi dal gelo, innaffiarli con sobrietà, riparare dalla luce diretta del sole e dalle correnti d'aria. E' questo lo stimolo, in attesa che la primavera consenta di proseguire nel lavoro dei trapianti, indispensabili per rendere meno ostile l'ambiente di vita. Ci guardiamo intorno e ci accorgiamo di essere circondati da mucchi di rifiuti che si contendono con le erbacce i pochi angoli non costruiti. E' tanto difficile tenere pulita la città? Già una volta i torinesi, armati di scope e buona volontà, hanno dimostrato dì non gradire quegli squallidi spettacoli. Era il tempo della «sfida» di Comune per pulire un'area della Crocetta. La c mvivenza ci impone di osservare alcune norme. Cartacce, mozziconi e gomme da masticare possono benissimo venire gettate negli appositi cestini. Le custodi degli stabili dovrebbero evitare di scopare in strada le immondizie. L'esortazione si può estendere ai negozianti: è proprio necessario per sbarazzarsi del pattume servirsi della strada come di una pattumi'—a? Non solo è antiigienico, ma è vietato dal regolamento di polizia urbana, e i vigili sono stati invitati ad intensificare i controlli con congrue multe per frenare gli abusi. Analogo discorso vale per i cani. E' indispensabile, in mancanza di spazi riservati, farli sporcare contro gli spigoli e le porte dei negozi? E' tanto faticoso farli scendere dai marciapiedi? Tutti siamo chiamati in causa. Se la città è inquinata, la colpa è anche nostra. Vogliamo fare qualche piccolo sforzo per migliorarla? Più che un impegno civile è un dovere. c. n.
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