C'è pure la sfida fra capitani

C'è pure la sfida fra capitani Mercoledì sorteggio della finalissima di Coppa Davis C'è pure la sfida fra capitani Luis Ayala e Nicola Pietrangeli rievocano una loro memorabile partita di sedici anni fa - Ora sono impegnati per preparare Cile e Italia - Pesos in palio per i nostri (Dal nostro inviato speciale) | Santiago, 11 dicembre. Sono passati sedici anni dal mese di luglio del 1960, eppure Luis : Ayala, capitano non giocatore della squadra cilena di Coppa Davis, non riesce a dimenticare il giorno : ' della finale degli Internazionali di ! Francia al «Roland Garros». -Ero In grandissima forma, una condì- j zione fisica eccezionale, potevo re- j sfare in campo anche dieci ore giocando sempre al massimo. Avevo vinto gli Internazionali d'Italia al "Foro Italico", mi sarebbe piaciuto bissare il successo con il torneo francese. I turni eliminatori avevano confermato la mia spettacolosa condizione, poi la fi-1 naie con Nicola: Pietrangeli era I allora il campione uscente del | -Roland Garros», era il cocco del pubblico transalpino, così come | quest'anno lo è stato Adriano Panatta. •Nei turni eliminatori — prosegue Ayala —. Nicola sembrava mmcrft meno in forma di me. La sera prima della finale dissi a mia moglie che non avrei perso. Ne ero sicurissimo, specie se l'Incontro si fosse prolungato. Invece, al quinto set vinse Nicola, e dire che io anche all'inizio dell'ultima frazione ero freschissimo. Ma Nicola a Parigi si trasformava". •Che fatica quella volta — comi menta successivamente Pietrangeli —. Luis aveva un gioco fastidiosissimo, molto liltato, dotato di un ottimo "drop", non sbagliava quasi mal un colpo e mi costrinI geva a delle interminabili maratoj ne. Quella volta finii il match con , / piedi sanguinanti. Ayala si era accorto che avevo qualche difficoltà nel muovermi e aumentò il numero delle smorzate obbligandomi a dei continui spostamenti ! avanti e indietro, oltre a quelli laj terali. Mi sembrava di morire. Non so proprio come feci a vince| re». Ora i due avversari si ritrovano rivali nella poltrona di capitani non giocatori. Ayaia sta ancora nel tennis a tempo pieno; Nicola no. Sono le diverse mentalità del tennis cileno e italiano. -Voi italiani — dice Ayala — giocate a tennis con grande naturalezza. Colpi molto belli, grande padronanza della racchetta. Ma non sapete soffrire molto, non vi piace il sacrificio. Era cosi al tempo di Pietrangeli e Sirola, mi sembra lo stesso ora, anche se conosco abbastanza bene solo Panatta, mentre non ho visto giocare molto gli altri tre giocatori a disposizione di Nicola: Luis Ayala, piccoletto, non una stilla di grasso in più, il volto rugoso per i suoi 44 anni, due gambette ancora nervose e rapide, per tutto l'anno insegna i segreti della racchetta in un circolo statunitense di Miami, in Florida. Sette ore al giorno sui campi con grande impegno, impartendo ottimi consigli, poi, per mantenersi sempre veloce e scattante, cinque chilometri di footing concludono la sua giornata. Solo in occasione degli incontri di Coppa Davis lascia la scuola di Miami per allenare i giocatori cileni. E così resta In campo anche più delle sette ore abituali. I cinque giocatori a sua disposizione (Jalme ed Alvaro Fillol, Patricio Cornejo, Belus Prajoux e Hans Gildemajster) li torchia lui uno ad uno, con un impegno ammirevole. Capitan Nicola, invece, non ha bisogno di scendere in campo. Per fare impegnare In allenamento gli azzurri, sempre un po' pigri, l'unico rimedio è quello di mettere in palio nelle sfide dirette un po' di pesos. Bastano poche migliaia di lire in gioco e i'impegno diventa subito agonisticamente valido. Ayala negli Stati Uniti guadagna cifre notevoli, ma è rimasto sempre molto parsimonioso, come quando giocava. Ora ha due figli, uno di 17 e l'altro di 15 anni. •Giocano tutt'e due molto bene — dice Luis — ma il più piccolo se continua così può anche diventare più bravo di quanto io non sia stato in passato". Poi Ayala parla dei suoi giocatori. Spiega che Fillol sta ormai bene, ma qualche perplessità sul suo completo recupero sussiste ancora, specie in considerarazione che giocando sia in singolare che in doppio potrebbe risentire dello stiramento agli addominali che l'ha costretto al ritiro nell'ultimo torneo di Santiago. Proprio in questa ipotesi ieri Ayala al fianco di Cornejo nel doppio ha fatto provare a lungo anche Prajoux. Pietrangeii. dal canto suo, ieri ha provato a lungo il doppio e oggi ha insistito con i singolari. >/eri — spiega Nicola — opponendo Panatta e Bertolucci a Barazzutti e Zugarelli mi sono dimenticato di mettere in palio I consueti cento pesos e cosi la partita vìnta dal titolari per 2 sets a uno è stata un autentico strazio. Ma purtroppo ai nostri giocatori di scannarsi in allenamento non è mai andato a genio. Già ai tempi di Gardlni era così. Fausto in allenamento era capaci' di perdere sempre 6-0, 6-1 senza impegnarsi minimamente; poi in campo si trasformava e diventava un leone per qualsiasi avversario. Sarà cosi anche per gli attuali azzurri: Non resta che augurarci che Nicola abbia ancora una volta visto giusto. Il sorteggio degli incontri avverrà mercoledì prossimo, due giorni prima dell'incontro, e non alla vigilia della prima giornata, come vuole la consuetudine. Rino Cacioppo