Napoli: riprende il processo ai Nap I difensori: "C'è un clima di paura,, di Vincenzo Tessandori

Napoli: riprende il processo ai Nap I difensori: "C'è un clima di paura,, Domani in assise il gruppo che dichiarò guerra allo Stato Napoli: riprende il processo ai Nap I difensori: "C'è un clima di paura,, (Nostro servizio particolare) Napoli, 11 dicembre. Tornano nell'aula della corte d'assise di Napoli, dalla quale erano stati trascinati ! fuori dai carabinieri, i quindici nappisti dichiarati. Il processo, a cui lo Stato di diritto sottopone questo gruppo che predica e attua la lotta armata e il terrorismo, ricomincia dunque lunedi. O meglio, comincia, dopo quattro tormentate udienze sulla cui validità una decisione non si è ancora avuta. «Sarà un processo normale», avevano sostenuto gli inquirenti. «E' un processo politico», ribattono ancora oggi gli avvocati aderenti al Soccorso rosso napoletano e altri difensori, come i socialisti Giannino Guiso, di Nuoro, e Giovanni Bisogni. Alcuni aggiungono: «Il potere ha individuato in questi imputati i nemici di classe che devono \ essere distrutti». I nappisti, i quindici presenti alla sbarra, avevano dichiarato: «E' un processo di guerriglia». Più esplicito, il loro punto di vista, nel comunicato letto in aula: «Noi non abbiamo niente da cui difenderci; se avvocati ci saranno, essi saranno i difensori di questo tribunale, come i carabinieri ne sono la milizia». Le prime udienze erano passate fra complesse formalità, le risse imposte dagli imputati, le eccezioni sollevate dai difensori. Per avere una corte al completo sono state necessarie quattro estrazioni dall'urna con i nomi dei giudici laici; lunedì 29 novembre, quando il presidente, Sinibaldo Pezzuti, aveva dichiarato aperto il dibattimento, la corte appariva al completo, il nodo forse più complesso era sciolto, anche se la difesa tuttora contesta la validità del collegio e sottolinea «illegalità procedurali». «I giurati che siedono ora in aula non sono gli stessi del primo giorno: come possono emettere un giudizio se non hanno assistito a tutto il processo?» chiede l'avv. Giannino Guiso. Se l'epidemia che nei primi giorni sembrava aver contagiato molti giurati e li aveva autorizzati a disertare l'aula non avrà fatto altre vittime, il dibattimento, appena aperto, dovrebbe procedere. Gli imputati, come impone la legge, hanno ora difensori d'ufficio. Durante la prima udienza avevano revocato i patroni di fiducia perché in questo processo, avevano dichiarato, «non c'è possibilità di mediazione». I primi difensori indicati dal consiglio del¬ l'ordine avevano rifiutato l'in carico dopo le minacce dei nappisti: «Vi spareremo in bocca»; «Vi taglieremo il viso, quando verrete a parlare con noi». C'era stata, poi, la decisione del presidente Pezzuti di far sgombrare l'aula perché stabilisce la legge, «coloro che assistono all'udienza de vono stare a capo scoperto, con rispetto e in silenzio». A veva cosi chiuso quel processo che rischiava di non essere più un processo, ma solo caos. Il dibattimento, quindi, da lunedì riprende ed è inten zione dichiarata di portarlo a termine a marce forzate: secondo il programma insolito per la città si terranno quattro udienze alla settimana. «Se non accade niente di spiacevole sarà rispettato» , dicevana a Castelcapuano. Saranno analizzate le azioni del gruppo, quelle che il p.m. Lucio Di Pietro nella requisitoria firmata col collegga Giovanni Volpe chiama | «frammenti di realtà». Episo| di puntualizzati da 199 articoli del codice penale: sequestri, rapine, furti, sostituzioni di persona, falsificazione di documenti, possesso di materiale esplodente, soprattutto associazione sovversiva costituita in banda armata. In aula, secondo l'intenzio- j ne del sostituto procuratore | Di Pietro, dovrebbe essere di-1 scussa anche l'ideologia dei Nap, la posizione politica che j rivendicano, ma che molti ne- j gano loro. Lunedì dovrebbe essere ascoltato Alfredo Papale, che apre la lista degli imputati: è il sopravvissuto allo scoppio avvenuto, alle 19,20 dell'undici marzo 1975, in un appartamento di via Consalvo 109, a Napoli, la prima base Nap scoperta. L'esplosione dilaniò un suo compagno, Vitaliano Principe. Ancora stasera alcuni avvocati difensori sottolineavano il «clima d'intimidazione» che circonderebbe il proces¬ so. Diceva l'avv. Saverio Senese: «Si tenta d'isolare il dibattimento, d'intimidire scientificamente tutti i compagni capaci in qualche modo di mobilitare una parte di opinione pubblica». E ricorda gli arresti seguiti all'assalto al circolo della stampa la mattina di domenica 21 novembre. «In carcere finirono Raffaele Postiglione, un operaio molto politicizzato dell'Italsider di Bagnoli, e Raffaele Romano. Giorni dopo furono arrestati anche Bruno De Laurentis, fratello di due imputati, Carlo Ruggero e Luigi Pezzella. Un quarto, Raffaele Paura, ho evitato le manette con la fuga. Costoro sono indicati come gli autori dell'incursione al circolo, l'indicazione al capo del Servizio di sicurezza. Ciocia, l'avrebbe data, ma "fuori verbale", Postiglione. E' falso: stamani costui ha smentito, ha chiesto un confronto col vicequestore, intende querelarlo» . Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Napoli, Nuoro