Sentiti dai giudici gli avvocati contrari a difendere i Nap di Vincenzo Tessandori

Sentiti dai giudici gli avvocati contrari a difendere i Nap Istruttoria in corso a Napoli Sentiti dai giudici gli avvocati contrari a difendere i Nap (Nostro servizio particolare) ! Napoli, 10 dicembre. Una lunga mattinata d'interrogatori per i dodici avvocati dei nappisti, sotto giudizio a Napoli, difensori di fiducia e d'ufficio divenuti imputati per « abbandono di difesa » o per non essersi presentati in aula dopo la designazione del consiglio dell'Ordine. Interrogatori cortesi, in alcuni casi quasi conversazioni, ma sempre interrogatori. Si sono svolti di fronte al consigliere istruttore Maurizio Mayer, apparso preoccupato di non creare malintesi. « / signori avvocati sono sentiti, non interrogati », è la gentile formula con la quale l'atto istruttorio è stato sottolineato. Per protesta contro questa iniziativa, pretesa dal presidente della terza sezione della corte d'assise, Sinibaldo Pezzuti, è stato proclamato uno sciopero: per 48 ore a Castelcapuano (sede del tribunale) e a San Domenico Maggiore (dov'è la corte d'assise) c'è il blocco delle udienze, le aule oggi sono rimaste vuote, e anche domani, giorno in cui vengono discusse soltanto cause eccezionali, le aule saranno deserte. L'avvocato Moccia, che aveva tentato di dissociarsi dalla manifestazione decisa anche dal consiglio forense, è stato deferito, con esposto scritto, all'Ordine. Ci sono stati i picchetti; sulle pareti del tribunale erano stati attaccati decine di manifesti, distribuiti volantini. E i magistrati? Per il momento nessuna reazione. Soltanto alcuni sottolineavano che, tutto sommato, agli avvocati minacciati, in un modo o nell'altro, è consentito ritirarsi, mentre il giudice rimane sempre al suo posto. Gli interrogatori, o colloqui, sono stati individuali: alla sezione istruttoria non si sono presentati gli avvocati Spaziali, di Milano, Lo Giudice, di Paola, Lombardi, di Roma. Agli avvocati sono stati domandati chiarimenti in ordine agli episodi contestati. Alcuni « imputati », nel gruppo dei difensori d'ufficio, hanno ricordato l'esperienza, per loro sgradevole, vissuta in aula quando, inviati dal consiglio, si scontrarono con la choccante realtà costituita da imputati che non intendevano accettarli come patroni. Hanno parlato delle minacce, del rischio che avrebbero dovuto correre, dell'impossibilità di espletare serenamente e soprattutto con profitto il proprio mandato. A sostegno della linea difensiva, comune a tutti, hanno poi indicato testimoni. I quindici nappisti dichiarati alla sbarra avevano revocato i difensori di fiducia invitandoli « a non collaborare con il potere nel caso fossero nominati d'ufficio ». Anche questo aveva creato scompiglio. Alcuni degli avvocati, rimasti in aula per le nomine ricevute dagli imputati assenti, si erano poi allontanati, per circa 2 minuti. Di questo dovevano ora rispondere alla sezione istrut- toria. Tre i motivi sottolineati dai difensori: la causa, quando erano usciti dall'aula, « ancora non era stata chiamata »; in quel momento non esisteva, alcuna costituzione formale delle parti; la costituzione della corte era irregolare e quindi questo avrebbe escluso l'abbandono degli assistiti. A questi difensori di fiducia è stato domandato se ritengano di poter continuare nel proprio mandato; anche in questo caso la risposta è stata comune: nessuno abbandona il processo ai Nap. Presente ai colloqui, in qualità di difensore d'ufficio, era il presidente del consiglio dell'Ordine partenopeo, prof. Alfredo De Marsico. Vincenzo Tessandori L'avvocato De Marsico

Persone citate: Alfredo De Marsico, De Marsico, Lo Giudice, Lombardi, Maurizio Mayer, Moccia, Sinibaldo Pezzuti

Luoghi citati: Castelcapuano, Milano, Napoli, Roma, San Domenico Maggiore