Oggi si interrogano gli avvocati dei Hap

Oggi si interrogano gli avvocati dei Hap Alla sezione istruttoria Oggi si interrogano gli avvocati dei Hap Sono 12 legali accusati di abbandono di difesa - Difensore d'ufficio sarà De Marsico (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 9 dicembre. Le aule del tribunale e della corte d'assise, qui a Napoli, domani rimarranno deserte: gli avvocati che esercitano nella circoscrizione della corte d'appello hanno dichiarato compatti lo sciopero. C'è chi prevede picchetti davanti ai portoni di Castelcapuano, sede del tribunale, e di San Domenico Maggiore, corte d'assise. E' una protesta per il nuovo episodio «dentro» il tormentato processo sulle attività di terrorismo e guerriglia dei «Nuclei armati proletari» che dovrebbe essere celebrato davanti alla terza sezione della corte d'assise, ma che ancora, dopo quattro udienze, s'ignora se sia regolarmente iniziato: dodici avvocati dei nappisti, di fiducia e d'ufficio, sono stati sottoposti a procedimento disciplinare, alcuni per «abbandono di difesa», altri per non essersi presentati in aula. Domani, alle 10, verranno inquisiti dal consigliere istruttore, Maurizio Mayer. Dovrebbe toccare al presidente del Consiglio dell'Ordine, Alfredo De Marsico, ex guardasigilli di Mussolini, difendere davanti al magistrato i dodici inquisiti: Spazzali, Bisogni, Lo Giudice, Lombardo, Senese, Frojo, Esposito, Fariello, Mottola, Varone, Costa e Donzelli. Ma la posizione politica di De Marsico rende «incompatibile» la sua difesa per molti. In alcuni casi, davanti al consigliere istruttore, gli «imputati» si presenteranno affiancati da colleghi democratici. Gli avvocati di fiducia che avevano abbandonato l'aula, per due minuti, durante un'udienza sulla cui regolarità la corte stessa si deve ancora pronunciare, avevano sottolineato di essere stati revocati dal loro mandato. Gli avvocati nominati d'ufficio, invece, avevano «abbandonato la difesa» dopo minacce, chiare e feroci, dei nappisti. Al giovane avvocato Frojo si era rivolto in prima persona Fiorentino Conti: «Non vi vogliamo. Tu non hai ancora preparato una linea di difesa, è vero? La dovrai preparare e discutere con me. Ma quando verrai da me io ti taglierà la faccia». Più tardi, annunciando il rifiuto, i patroni d'ufficio avevano sottolineato come fra loro e i nappisti si fosse creato «uno stato di grave inimicizia» che comprometteva comunque il compito dei difensori. Motivazioni ritenute insufficienti dal presidente della corte, che, dopo giorni di tolleranza incredibile, forse dietro suggerimento, aveva deciso la linea dura. All'iniziativa viene dato anche un preciso significato politico. Dice l'avvocato Saverio Senese, del Soccorso rosso napoletano, difensore di alcuni nappisti fin dall'apertura dell'inchiesta e tuttora difensore di alcuni presunti nappi sti che hanno disertato l'aula: «Si tratta di un gravissimo atto d'intimidazione nei con fronti degli avvocati di fiducia teso a lasciare gli imputati senza difesa. L'iniziativa s'inserisce nel quadro giù troppo preoccupante che mira a far celebrare il processo a porte chiuse in un clima da tribunale speciale, lontano da qualsiasi testimone e persino senza avvocati. Non a caso questo provvedimento, voluto dal presidente Pezzuti non ha precedenti». La quinta udienza del processo ai Nap si svolgerà lunedì, trascorsi dieci giorni, periodo concesso ai difensori d'ufficio dei quindici nappisti dichiarati, sempre presentatisi in aula, per «studiare le carte»: venticinquemila pagine. Vincenzo Tessandorì

Luoghi citati: Napoli