Riforma degli atenei si riuniscono i docenti di Marzio Fabbri

Riforma degli atenei si riuniscono i docenti Aderenti al "Comitato universitario" Riforma degli atenei si riuniscono i docenti L'incontro nazionale, a Milano, il 20 e 21 dicembre - Un documento del "Cnu" /Nostro servizio particolare! Milano. 9 dicembre. Il 20 e 21 dicembre, organizzata dal « Comitato nazionale universitario », una associazione che raggruppa migliaia di docenti universitari, si svolgerà una conferenza nazionale nel corso della quale saranno confrontate e discusse le varie posizioni in vista di un avvio il più veloce possibile di una riforma organica degli atenei. Ai lavori sono stati invitati, oltre al ministro della Pubblica Istruzione, i rettori di tutti gli atenei italiani, anche rappresentanti dei sindacati e delle segreterie dei partiti. Il Cnu ha elaborato un documento che dovrebbe servire da piattaforma di discussione, nel quale sono delineate le linee secondo cui deve avanzare la riforma universitaria, sempre discussa e mai iniziata. I punti qualificanti che il Cnu intende sottoporre alla discussione degli esperti del settore non sono molti ma vitali. In primo luogo il dipartimento inteso come struttura alla quale riorganizzare didattica e ricerca; il dottorato di ricerca come mezzo per la formazione dei ricercatori e dei futuri docenti; il ruolo unico dei docenti universitari; la democratizzazione delle strutture; l'introduzione di nuove norme per il diritto allo studio; il blocco alla proliferazione di nuove sedi al di fuori di un quadro organico di programmazione nazionale e regionale; l'attribuzione all'università di nuove funzioni coerenti con la sua natura di istituzione pubblica rivolta alla ricerca scientifica ed alla formazione professionale e culturale. Per i responsabili del Cnu ogni riforma dell'università nel suo complesso deve partire da una riorganizzazione dei docenti e del loro stato giuridico. Di qui l'opposizione più recisa alla creazione di un doppio ruolo di insegnanti, ognuno con un suo organico prefissato e con compiti diversi. Secondo il progetto del comitato, subito dopo la laurea al giovane studioso dovrebbe essere consentito di affrontare un nuovo periodo di studio che potrebbe essere definito « dottorato di ricerca », o « tirocinio » al quale si dovrebbe accedere per concorso. Questo periodo retribuito avrebbe io scopo di dare una formazione specifica a quei giovani che intendessero dedicarsi alla ricerca o all'insegnamento. Dopo questo arco di tempo, che potrebbe essere di quattro o cinque anni, lo studioso dovrebbe partecipare ad un concorso che gli permetta di entrare a far parte del corpo insegnante a tutti gli effetti. La carriera del docente dovrebbe però prevedere uno sbarramento superabile con un giudizio di idoneità nazionale cui sarebbe un diritto sottoporsi e, superato il quale, si passerebbe a parametri superiori. « Procedendo per questa via — ha dichiarato il presidente del Cnu, Leontino Battistini — si terrebbe ferma l'idea di un vaglio che agisca anche da incentivo all'impegno ed al lavoro universitario, ma si darebbe al docente maggiore sicurezza ed autonomia, garantendogli comunque la possibilità dopo un certo periodo di sottoporsi, se lo crede, al giudizio. Parallelamente allo schema indicato — ha aggiunto — andrebbe naturalmente individuato un meccanismo in base al quale mettere ogni anno a concorso un certo numero di posti di docente ai livelli più elevati, da asse- gnare ai meritevoli, si tratti di docenti che intendono in tal modo accelerare la propria carriera, si tratti di studiosi esterni i quali desiderino accedere all'insegnamento universitario ». Sarebbe molto importante — insiste Battistin — separare i due concetti di « capacità professionale » e di « posto » che invece oggi, per come sono strutturati i concorsi a incarichi o cattedre, sono strettamente legati. Uno dei punti più importanti per gli aderenti al Cnu è la creazione dei dipartimenti. Sulle modalità concrete il comitato si dichiara contrario a eventuali forme di gestione di tipo assembleare, così come non accetta limitazioni alla libertà di insegnamento e di ricerca. Posizione invece favorevole alla abolizione nell'ambito dipartimentale di una rigida titolarità degli insegnamenti, in modo da valorizzare al meglio le specifiche competenze di ogni docente. Marzio Fabbri

Persone citate: Battistin, Battistini

Luoghi citati: Milano