Molteni: i dipendenti presidiano l'azienda

Molteni: i dipendenti presidiano l'azienda Timori di chiusura a Monza Molteni: i dipendenti presidiano l'azienda (Dal nostro corrispondente) Monza, 7 dicembre. (g. a.) I mille dipendenti del salumificio «Molteni» di Arcore rischiano di venire licenziati e di vedere la loro fabbrica chiusa. La richiesta di amministrazione controllata presentata da Olga Sala, moglie di Ambrogio Molteni (latitante dall'ottobre scorso assieme al padre Pietro poiché colpiti entrambi da mandato di cattura per la vicenda delle «mortadelle allo sterco») potrebbe preludere alla chiusura definitiva di tutti gli stabilimenti del gruppo. Ufficialmente, le difficoltà per la «Molteni» sono aumentate dopo la fuga dei due titolari. La direzione dell'azienda era stata assunta da Olga Sala, ma si può dire che il lavoro sia proseguito fino ad ora per forza d'inerzia. Le commesse ci sono, la fabbrica sembra essere economicamente sana poiché lo scandalo di Genova l'ha solamente sfiorata. Eppure piano piano la materia prima (i maiali da macellare) è venuta meno, fino a mancare totalmente con la conseguente cessazione dell'attività in tutti i reparti. Oltre allo stabilimento di Arcore, il gruppo Molteni possiede aziende associate a Ga- zoldo degli Ippoliti (Mantova), Asnago di Cantù (Como), Montorsi di Mirandola (Modena) e il prosciuttificio di Collecchio (Parma). Ieri, all'Associazione degli industriali di Monza e Brianza si è svolto un incontro fra Olga Sala Molteni e le forze sindacali nel quale la proprietà ha annunciato l'intenzione di ricorrere all'amministrazione controllata. Ora toccherà al giudice Giancarlo Bibolini di Monza nominare il commissario giudiziale, cui andranno pieni poteri sulla conduzione dell'azienda, affiancato dal comitato dei creditori. Per il momento lo stabilimento di Arcore è presidiato dai lavoratori. Nel pomeriggio, nell'azienda s'è svolta una riunione indetta dal comitato di fabbrica durante la quale i lavoratori hanno confermato la volontà di proseguire nella produzione anche a costo di gravi sacrifici personali, ponendo a disposizione parte dei loro stipendi e la tredicesima per creare la liquidità necessaria per l'acquisto dei maiali da macellare. I lavoratori hanno preso in gestione la vendita dei prodotti finiti giacenti nei magazzini, che vendono agli acquirenti solo dietro pagamento per contanti.

Persone citate: Ambrogio Molteni, Giancarlo Bibolini, Ippoliti, Montorsi, Olga Sala