Con i reni d'un bimbo morto vivranno scolaro e maestra
Con i reni d'un bimbo morto vivranno scolaro e maestra I due interventi a Milano e Verona Con i reni d'un bimbo morto vivranno scolaro e maestra Il piccolo, 10 anni, era stato travolto da un'auto - Operazione riuscita (Nostro servizio particolare) Milano, 6 dicembre. (o. r.) Stanno bene i due pazienti che ieri, a Milano e a Verona, sono stati sottoposti a trapianto renale. I reni erano stati prelevati sabato, all'ospedale di Riguarda, dal corpo di Lucio Arosio, un bambino di dieci anni travolto da un'auto mentre correva ai giardini di fronte a casa per giocare. I malati che hanno subito l'intervento sono Domenico Fassari, un bambino di otto anni e mezzo, salernitano, figlio di un appuntato di pubblica sicurezza, e Franca Zina, un'insegnante elementa- re di 32 anni. Il bambino è stato operato ieri pomeriggio al Policlinico di Milano, dal prof. Antonio Vegeto e dalla dottoressa Luisa Berardinelli; il secondo trapianto è stato effettuato ieri sera nell'ospedale di Borgo Trento, in provincia di Verona, dal prof. Giusto Ancona. La Zina, è sposata con un tecnico di laboratorio chimico, Giovanni Comiati, di 37 anni. I nomi del piccolo Fassari e della Zina sono stati scelti, fra oltre 1500 nefropatici gravi, dall'elaboratore elettronico del «Centro Nord Italia Transplant». Il centro è stato creato dall'equipe milanese che fa capo al prof. Edmondo Malan ed il gruppo veronese diretto dal prof. Confortini, dell'ospedale di Verona. I trapianti indispensabili per salvare vite umane sareb¬ bero, ogni anno, parecchie centinaia: purtroppo il numero di persone disposti a «donare » è molto esiguo. Tre anni fa, a Bergamo, è sorta l'«Associazione italiana donatori organi» (Aido) con 10 scopo di incrementare il numero di volontari disposti ad autorizzare il prelievo sul loro corpo, dopo la morte, di reni e occhi a scopo di trapianto. Per iscriversi, basta redigere un testamento olografo, su carta comune. I soci sono circa 45.000 in totale, dei quali 4000 a Milano. Franca Zina era ammalata da due anni; ogni due giorni doveva ricorrere all'emodialisi presso l'ospedale di Mestre. « In questi due anni — ha detto oggi il marito — mia moglie aveva tentato inutilmente di farsi trapiantare un rene nei centri di Milano, Verona e anche in Belgio, finché, nella notte tra venerdì e sabato, è giunta una telefonata dall'ospedale di Verona, con la quale ci comunicavano che era disponibile un rene dello stesso tipo di quello che serviva a mia moglie. Franca non ha avuto esitazioni ad accettare e siamo subito partiti per Verona ». Il piccolo Lucio Arosio è morto in seguito alle gravissime ferite riportate venerdì scorso a Monza. Mentre attraversava la strada, era stato travolto da un'auto e le sue condizioni erano apparse subito gravissime. I medici dell'ospedale di Monza gli avevano riscontrato una lesione al cervello e ne avevano disposto il trasporto al centro di rianimazione di Niguarda, dove Lucio era giunto in uno stato di coma irreversibile. Per 36 ore, i sanitari hanno tentato di salvarlo, ma tutto è stato vano: nella notte fra sabato e ieri, 11 bambino è morto. I genitori avevano dato parere favorevole al trapianto dei reni del loro bambino. Domenico Fossari
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