Il Papa va in Piazza di Spagna accolto dal sindaco comunista di Lamberto Furno

Il Papa va in Piazza di Spagna accolto dal sindaco comunista Domani a Roma per la festa dell'Immacolata Il Papa va in Piazza di Spagna accolto dal sindaco comunista E' probabile che, prima di Natale, Paolo VI riceva in una udienza privata Argan Roma, 6 dicembre. E' probabile che Paolo Vi riceverà in udienza privata, prima di Natale, il sindaco «laico» di Roma, prof. Giulio Carlo Argan. Per ora non è una notizia, ma un'indiscrezione che si basa su un certo numero di segnali, sempre importanti in questioni di delicata diplomazia. Il primo segnale è la richiesta di udienza informale che il prof. Argan ha indirizzato sabato scorso al prefetto della Casa Pontificia, il francese monsignor Jacques Martin, che è il «regista» degli incontri papali. E' evidente che se il primo sindaco laico dopo Ernesto Nathan (1907-1913) ma tutt'altro che anticlericale, ha presentato la domanda, aveva ottenuto i necessari affidamenti su una positiva accoglienza. Il secondo segnale è palese, perché sta scritto sull'Osservatore Romano di stasera. Tre righe a conclusione d'una nota di cronaca sull'omaggio tradizionale di mercoledì 8 dicembre alla statua della Vergine Immacolata in piazza di Spagna, dicono testualmente: «Alle 16,30 circa il Papa, accolto dal Cardinal Vicario e dal Sindaco, concluderà la tradizionale manifestazione». Queste tre righe sono la conferma che mercoledì avrà luogo il primo incontro pubblico tra Paolo VI e il sindaco Argan. Ma indicano, anche, un diverso clima stabilitosi fra Vaticano e Campidoglio, un clima adatto a preparare la successiva udienza privata. Fra gli altri segnali che, in ordine di tempo, sono venuti dalle due sponde del Tevere si può scorgere una linea sempre retta e corretta, da entrambe le parti, che ha costruito, giorno per giorno, l'incontro ora chiesto dal sindaco e che il Papa si accinge ad accordare. Il prof. Argan, quando nell'agosto si insediò, tenne a premettere al suo programma di considerare Roma città internazionale «non solo perché è la sede del papato, ma perché, dal Cinquecento almeno, è uno dei grandi centri della cultura mondiale». Parole che appaiono naturali in uno storico dell'arte di prestigio mondiale come Argane cne riassumono esattamente la realtà di Roma, dal punto di vista religio¬ so e da quello civile o laico. Due settimane dopo, 1*8 settembre, il sindaco Argan partecipò con esponenti della giunta e del Consiglio comunale all'annuale messa in suffragio dei caduti per la Resistenza a Roma, officiata dal cardinal Vicario Poletti nella Basilica dell'Ara Coeli, che è a fianco del Campidoglio, quasi a simboleggiare la continuità a Roma dei due ordini sovrani: la Chiesa e il potere civile. Argan definì il suo incontro con il cardinale Poletti come «la convergenza degli esponenti delle due tradizioni di Roma, quella civica e quella religiosa, su un evento storico, sacro per ambedue, che si commemora oggi con egual sentimento da una parte e dall'altra». La mattina stessa dell'8 settembre Le Monde pubblicava un'intervista ad Argan del suo corrispondente Robert Sole: Argan annunciava di aver fatto passi per un'udienza di Paolo VI perché «le due istituzioni (cioè la Chiesa e il Comune ndr) hanno numerosi problemi in comune». I suoi passi — precisava — «hanno ricevuto un'accoglienza molto garbata, che apre la via a contatti ulteriori». Dal canto suo il Vaticano, attraverso suoi esponenti, per mezzo della radio e dell'Osservatore Romano, ha sempre mostrato serena attenzione all'operato del sindaco laico, capo d'una giunta di sinistra, eletto quale indipendente nelle liste del pei. L'organo della Santa Sede ha ricordato che, malgrado la società secolarizzata, «i valori della sacralità di Roma restano al di là delle alternative della storia». E' un discorso ben diverso dagli appelli che, un anno fa, il cardinale Poletti lanciò ai romani per scongiurare che, con il voto del 20 giugno, la «città di Dio» diventasse la «città dei senza Dio»: espressioni polemiche, legate ai tempi, ma che ormai appaiono superate dalla realtà. Si dice che la domanda d' Argan per l'udienza pontificia ripeta la necessità di esaminare con il Papa i «problemi comuni», come i «mali di Roma» ai quali il Vicariato dedicò nel '74 un non dimenticato convegno. Il richiamo a questa esigenza può interpretarsi come un diplomatico accenno a distaccare l'udienza richiesta da Argan dalle udienze di prammatica per gli auguri protocollari che, in occasione del nuovo anno, tutti i sindaci democristiani di Roma hanno sempre presentato ai papi intorno al 7 gennaio. Può darsi che il Vaticano, al quale non sfugge questa sostanziale sfumatura, collochi l'udienza al sindaco laico in un giorno prima di Natale, cioè in un contesto non legato a ricorrenze religiose, ma alle questioni che interessano le due autorità di Roma. Un segnale indiretto, in questo senso, si può cogliere più in generale nella disponibilità vati- cana ad una revisione dei Trattati del Laterano. Argan ha già fatto sapere che, con la giunta, riceverà il Papa in piazza di Spagna come «rappresentante di tutte le componenti della cittadinanza romana». Come tale, di sicuro, sarà ricevuto in udienza privata da Paolo VI, dopo questo primo incontro in pubblico. «Se il Papa vorrà ricevermi — ha detto Argan — gli ricorderò che il nostro primo incontro fu nel febbraio '44 per questioni che evidentemente riguardavano la Resistenza. Altra volta fu per salvare il patrimonio artistico del Paese. Non potrò dimenticare che il Vaticano in quel momento ebbe un comportamento che non esiterei a definire laico perché accettò di ospitare opere dello Stato italiano precisando che non si intendeva salvare soltanto quelle che avevano importanza per la storia della Chiesa». Anche queste parole valgono come un «segnale». Lamberto Furno