Gheddafi discute a Mosca soluzioni per il M. Oriente di Livio Zanotti

Gheddafi discute a Mosca soluzioni per il M. Oriente Gheddafi discute a Mosca soluzioni per il M. Oriente (Dal nostro corrispondente) Mosca, 6 dicembre. Appena avviati, i colloqui tra i massimi dirigenti sovietici e il presidente libico Muammar Gheddafi sono già al punto chiave, la situazione mediorientale. E sembra apparire nell'atteggiamento del «leader» arabo una flessibilità prima d'oggi sconosciuta. In un breve comunicato dell'agenzia Tass viene riferito che «le due parti hanno proclamato la loro ferma volontà di continuare a prendere delle misure che s'impongono per realizzare una svolta decisiva in Medioriente verso una soluzione pacifica. I momenti principali di questo regolamento dovranno comprendere la ritirata delle truppe israeliane da tutti i territori occupati nel 1967, la soddisfazione dei legittimi diritti nazionali del popolo àrabo della Palestina, ivi incluso quello di creare uno Stato indipendente». Il brano è sostanzialmente tratto dal discorso del presidente Nikolai Podgorni al pranzo offerto in onore dell'ospite libico e della delegazio ne che lo accompagna. Ma, stando alla Tass, sulle affermazioni riportate concordano «le due parti». L'azione è ad ampio raggio. Se ne indicano i margini ancora nell'indirizzo di saluto pronunciato da Podgorni. L'insistenza con cui egli ha fatto cenno alla tragedia del Libano e al ruolo che il movimento dei «non allineati» ha nella ricerca di una soluzione ci riporta a quanto in proposito aveva detto con parole pressoché analoghe Breznev a Belgrado. Perde allora ogni aspetto casuale il recente incontro di Arafat, capo dell' «Olp» e massimo esponente della resistenza palestinese, con il maresciallo Tito. Il capo jugoslavo era latore di una proposta concordata? Preceduto da ampi articoli di quotidiani e periodici, continui «flashes» dell'agenzia Tass, servizi alla radio e alla televisione, il presidente libico ha infine posto piede a Mosca questo pomeriggio. E' la sua prima visita nell'Urss. A riceverlo è andato il capo dello Stato sovietico, Podgorni. Ma appena un'ora dopo l'arrivo il «leader» libico era già al Cremlino di fronte a Breznev, Kossighin e Gromyko. Colloqui immediati e al più completo livello dunque, «franchi e amichevoli», secondo lo stile ormai consueto. Un ricevimento che si riserva ad un alleato prezioso. Assente, dagli incontri e dalla capitale, il ministro della Difesa sovietico e membro del «Politbjuro» Dmitrij Ustinov. Gli aspetti militari delle relazioni tra i due Paesi sono stati già trattati giusto un mese addietro, quando venne il ministro della Difesa libico, Le forniture militari come i colloqui in corso, si svolgono nell'ambito dell'accordo di cooperazione tecnico-economica sottoscritta nell'estate dello scorso anno tra Tripoli e Mosca in occasione del viaggio del «premier» Kossighin in Libia. L'accordo concludeva una serie di incontri che il primo ministro di Gheddafi, Jalloud aveva avuto fin dal 1972 con i sovietici a Mosca con il rappresentante dell'Urss in Svizzera. Livio Zanotti