Agnelli alla tv su accordo Fiat

Agnelli alla tv su accordo Fiat Agnelli alla tv su accordo Fiat (Segue dalla 1' pagina) Domanda — La Fiat ha negoziato direttamente col governo libico o s'è avvalsa d'un intermediario? Agnelli — Il nostro banchiere è da sempre la Mediobanca. La Mediobanca è stata la sede in cui l'operazione s'è negoziata e per conto loro negoziava il vicegovernatore dell'istituto di emissione. Diciamo il vice-Baffi della Libia. Il sottoscrittore dell'aumento di capitale è stata questa Credit Bank, che è poi un organo di investimento. Quando si dice Mediobanca, si dice dott. Cuccia. Domanda — Prima di avviare il negoziato con il governo libico, voi che certamente lo avete condotto avanti perché vi faceva comodo, diciamo così, rimpinguare il capitale della Fiat, avete fatto altri tentativi con governi europei, con gli Stati Uniti d'America o questa è l'unica trattativa che avete portato avanti? Agnelli — Lei mi dice: abbiamo cercato altri soci. La verità è che la Fiat non aveva bisogno di soldi, non aveva necessità di quattrini, non è che cercasse con l'acqua alla gola ulteriori basi finanziarie. Abbiamo avuto l'offerta di una presenza con finanza fresca per allargare il capitale di rischio da parte della Repubblica Araba Unita. Le condizioni a cui abbiamo negoziato ci hanno portato ad un risultato soddisfacente, non vedo perché in Italia oggi, con lo stato di dissesto totale dell'economia del Paese un'azienda che possa trarre a sé del credito della stes sa Fiat non dovrebbe farlo nell'interesse del Paese. A fronte di questo apporto di capitale fresco c'è già un piano d'investimenti Fiat meditato. E' un piano d'investimenti che comporta all'incirca mille miliardi all'anno nei prossimi due o tre anni, Domanda — Lei ha spesso detto che il giudizio sugli affari non va confuso col giudizio politico. Ora io vorrei fare un esempio: I sovietici non usano, non hanno mai usato investire all'estero. Ma facciamo l'ipotesi che cambino pensiero, che decidano di investire all'estero. E che offrano a lei di comprare, di entrare, di entrare, diciamo, in un'operazione analoga, per il 10 per cento nella Fiat. In quel caso lei continua a non avere preoccupazioni politiche, a tener separato il giudizio sugli affari da quello politico? Agnelli — Se L'Unione Sovietica pensasse di fare investimenti da Paese capitalista, da capitalista puro, saremmo talmente lieti di vederli diventare azionisti della « General Motors » o di aziende dell'Occidente e direi anche a quel momento sarebbe evidentemente possibile anche l'operazione inversa, che noi stessi diventassimo azionisti di aziende colcate nell'Unione Sovietica.

Persone citate: Agnelli, Cuccia, Domanda

Luoghi citati: Italia, Libia, Stati Uniti D'america, Unione Sovietica