Imposte dirette un aumento è quasi certo di Natale Gilio

Imposte dirette un aumento è quasi certo Imposte dirette un aumento è quasi certo Roma, 4 dicembre. Le cifre discusse oggi, nell'incontro tra governo e sindacati, sull'ampiezza degli impegni di spesa a carico del bilancio dello Stato e sui disavanzi da coprire, ripropongono, pur con valutazioni quantitative diverse, il problema drammatico di trovare nuove entrate per tamponare scadenze ormai difficilmente rinviabili. Le confederazioni sindacali hanno chiesto in modo chiaro al governo come intende fronteggiare gli impegni della riforma sanitaria, degli ospedali, della finanza locale, del rinnovo dei contratti del pubblico impiego, delle partecipazioni statali. Andreotti per il momento ha preso tempo, lasciando al ministro delle Fi- nanze Pandolfi l'ingrato compito di continuare a sostenere che il prelievo fiscale e tariffario di 5 mila miliardi netti può considerarsi più che sufficiente. Pandolfi, che in cuor suo probabilmente rimpiange di aver abbandonato gli studi di filologia per tentare di seguire le orme di Quintino Sella, cerca di tranquillizzare gli animi sostenendo, inoltre, che il gettito tributario nel '77 dovrebbe essere superiore, alle previsioni fatte, di alcune migliaia di miliardi per la naturale lievitazione dei redditi monetari. Il fatto è che lo stesso ministro delle Finanze si è reso ormai conto che è difficile procrastinare nel tempo situazioni drammatiche come quella dell'Egam (destinato al fallimento senza un'immediata iniezione di nuovi mezzi valutabili sui 500 miliardi) o degli ospedali. Non resta, come alcuni ministri ormai confermano, che ritornare al vecchio, impopolare progetto di una revisione delle aliquote delle imposte dirette. Che questa finirà per essere la strada, lo confermano le dichiarazioni degli esponenti di alcuni partiti. Claudio Signorile, responsabile della politica economica del psi, dice: «Prima o poi bisognava arrivare al momento della verità. Allo stato attuale preferisco non fidarmi ciecamente delle parole del ministro Pandolfi e realisticamente mi sembra giusto mettere in guardia l'opinione pubblica sulla possibilità che ci si trovi di fronte ad un'ulteriore necessità di prelievo fiscale». Da tempo, prosegue Signorile, il partito socialista ha preparato due ipotesi: «L'introduzione di un'imposta addizionale con carattere di forte proporzionalità per i redditi a partire dai 4 milioni in su e, sul piano della finanza locale, la tassazione dei redditi immobiliari legata però all'equo canone, in modo da dare una contropartita sul terreno della giustizia fiscale ai proprietari di case. Restiamo comunque contrari ad un aumento generalizzato dell'Iva per finanziare la fiscalizzazione degli oneri sociali». Più duro il giudizio dei repubblicani. Giorgio La Malfa sottolinea che «le cifre emerse dall'incontro hanno proporzioni tali che non esiste prelievo fiscale capace di soddisfarle in modo non inflazionistico. Ciò significa che occorre seguire una strada diversa da quella perseguita dai sindacati e dal governo, di chiedere gli uni e di assumere gli altri impegni di spesa nei più diversi settori senza sapere in che modo coprirli, proseguendo una politica demagogica, di inseguimento di interessi particolari. Si tratta, al contrario, di cominciare a discutere quali impegni di spesa assunti per legge o per accordo devono essere tagliati». Gli unici, infine, a dare un giudizio cauto sono i comunisti. Secondo gli esperti economici del partito, il discorso del prelievo va rovesciato: «Il governo dovrebbe prima dire quali, di tutte le spese elencate, sono essenziali e dopo, eventualmente, far seguire il discorso sulla necessità del prelievo aggiuntivo». Natale Gilio

Persone citate: Andreotti, Claudio Signorile, Giorgio La Malfa, Pandolfi, Quintino Sella

Luoghi citati: Roma