Torture in Cile: Pinochet respinge la richiesta di controlli dell'Onu

Torture in Cile: Pinochet respinge la richiesta di controlli dell'OnuDenuncia della commissione incaricata dall'Assemblea Torture in Cile: Pinochet respinge la richiesta di controlli dell'Onu New York, 1 dicembre. Il gruppo di lavoro incaricato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 9 dicembre 1975, di fare un'indagine sulla situazione dei diritti dell'uomo in Cile, ha recentemente dichiarato che «/a comunità internazionale deve prendere misure concrete in questo campo», e che «la semplice adozione di risoluzioni, con appelli che restano senza eco, non è sufficiente» Il gruppo non ha ottenuto dal governo di Santiago l'autorizzazione a recarsi in Cile, ed ha basato la propria inchiesta su migliaia di pagine di documenti e su centinaia di testimonianze degne di fede. «Con grande dispiacere» il rapporto constata che «l'evoluzione della situazione in rapporto all'ultimo anno non indica dei progressi», e che «le affermazioni del rappresentante del Cile presso le Nazioni Unite, secondo le quali non ci sarebbero violazioni dei diritti dell'uomo nel suo Paese, sono smentite dalla massa di informazioni di cui dispone il gruppo». Quest'ultimo ha constatato, durante l'inchiesta, «un totale contrasto fra le affermazioni del governo cileno e i fatti, tra la facciata e la realtà». Prosegue il rapporto: «Gran parte della popolazione è perseguitata o esclusa dalla vita politica per le sue opinioni, reali o supposte; si disprezzano i più elementari princìpi della democrazia». Il rapporto delle Nazioni Unite identifica un certo numero di torturatori particolarmente crudeli ed efferati, come Oswaldo Romo, il luogotenente - colonnello Rodrigo, il colonnello Marcelo Moren, il capitano Marchenko, il luogotenente Lorenz, il luogotenente Pablito, e individua con precisione parecchi centri in cui la tortura è praticata in modo sistematico, compresi i sotterranei della Banca nazionale e del Congresso nazionale. Il gruppo di lavoro ha fornito abbondanti testimonianze sui metodi di tortura utilizzati durante gli interrogatori. Oltre le bastonate, si pratica il «sistema» di scariche elettriche. Il rapporto è del parere che i metodi psicologici della tortura, compresa l'utilizzazione degli stupefacenti, sono usati in modo sistematico. E' stato segnalato che si iniettavano droghe pesanti per parecchi giorni «a quelli che si volevano far parlare», poi si cessava bruscamente la somministrazione, per creare una condizione di «astinenza». Quando i sintomi di questo stato erano appariscenti, i prigionieri venivano interrogati. Questi metodi, ed altri simili, sono stati segnalati al ventunesimo congresso internazionale di psicologia, tenutosi a Parigi nel luglio di quest'anno. Il gruppo ha anche ricevuto, da fonte assolutamente degna di fede, testimonianze scritte sul primo semestre del '76, talvolta basate su informazioni delle stesse persone ancora incarcerate. Informazioni che riguardano i metodi di tortura usati nel corso del semestre: 1) Il submarino. Il detenuto viene immerso, piedi e mani legate, in una botte contenente liquidi nauseabondi (orina, liquami, petrolio), che provoca uno stato di asfissia temporanea. 2) La patema. Il prigioniero, le braccia (e talora anche le gambe) legate dietro la schiena, viene appeso per le mani, poi pestato a sangue o sottoposto a scosse elettriche. Questo metodo è usato anche quando il prigioniero e immerso in una vasca da bagno. 3) Un veicolo schiaccia le mani e i piedi dei prigionieri, provocando fratture multiple, o altre parti del corpo, provocando la morte. 4) Percosse sempre su una stessa parte del corpo, in modo da portare alla follia. 5) Oltraggi sessuali, compreso lo stupro e l'utilizzazione di animali addestrati per la depravazione sessuale. 6) Pau de arara. Si legano insieme le mani e i piedi del prigioniero, che viene sospeso a un bastone, i polpacci stretti contro il bastone stesso Si capovolge il prigioniero e gli si applicano scariche elettriche oppure una fiamma agli organi genitali, alla bocca, alla testa, e percosse in tutto il corpo. 7) «Sedie elettriche» portatili. Questo metodo sarebbe frequentemente utilizzato perché semplice e rapido. E' sovente praticato «a domicilio» o sul posto di lavoro dei prigionieri. Alcuni detenuti, arrestati nel gennaio del '76 sarebbero stati anche torturati nei locali del sindacato dei taxisti di Santiago. Il gruppo delle Nazioni Unite ha ricevuto prove concrete della «pusillanimità del pote¬ re giudiziario in Cile». Con una semplice dichiarazione de! ministero dell'Interno che una persona è detenuta in base alla legge di stato d'assedio, i tribunali rifiutano sistematicamente qualsiasi ricorso all'habeas corpus. La stampa, secondo il rapporto, è imbavagliata. La tiratura dei giornali oggi non oltrepasse rebbe le 150 mila copie, contro le 650 mila di prima del colpo di Stato. A proposito dei giovani, il rapporto afferma che 200 allievi, da otto a diciotto anni, sono stati espulsi dalle scuole nel marzo di quest'anno, per. che i loro genitori avevano idee di sinistra. All'Università, più di ventimila studenti sarebbero stati espulsi per motivi politici. Il rapporto aggiunge anche precisazioni deprimenti sulla soppressione dei diritti economici, sociali e culturali in Cile. Conclude che «la dottrina ufficiale che impronta lo Stato cileno non può che condurre a una nuova forma di totalitarismo, che presenta molte analogie con regimi che il mondo vorrebbe dimenticare». Louis Wiznitzer Copyright di « Le Monde » e per malia de « La Stampa » Il generale Pinochet

Persone citate: Louis Wiznitzer, Marcelo Moren, Oswaldo Romo, Pinochet

Luoghi citati: Cile, Parigi, Pau, Santiago