Reni: speranza nei trapianti

Reni: speranza nei trapianti Reni: speranza nei trapianti Trapianto renale, una speranza per migliaia di pazienti legati oggi in schiavitù dalla continua necessità di emodialisi attraverso reni artificiali. Solo nell'ultimo anno e mezzo in Italia sono stati 1800 i nuovi malati costretti a sottoporsi al trattamento, per una media dì circa cento al mese: unica alternativa è il trapianto, con le incognite scientifiche e le difficoltà organizzative da superare. La situazione attuale in questo campo e le possibilità future sono stati temi della conferenza - dibattito tenuta, ieri pomeriggio, nell'aula della clinica chirurgica delle Molinette dal prò fessor Confortini, direttore del Centro trapianti renali di Verona e presidente della Società dei trapianti d'organo. Gli aspetti tecnici sono stati evidenziati nella relazione introduttiva di Confortini, che ha illustrato le indicazioni derivanti da 104 trapianti eseguiti (68 da vivente e 36 da cadavere) per approfondire la tematica sugli interventi da donatore vivente; quelli che presentano migliori garanzie sia per affinità genetiche tra organi sia perché non rivestono, come nel caso di prelievo da cadavere, carattere d'urgenza. Da un esame su 410 donatori si evince che ben l'82,2 per cento risultano compatibili, immunologicamente idonei. «Ma dopo accertamenti clinici sull'età — ha sottolineato Confortini — e studi sulla psicologia del donatore, indagini cliniche generali, sull'anamnesi, indagini nefrourologiche, studio angiografico e valutazioni peroperatorie la percentuale si riduce al 38,4 per cento, per giungere infine ad una idoneità globale del 31,5 per cento». Ciò significa, in definitiva, che solo tre malati su 10 possono contare su un trapianto da congiunto, anche se poi i risultati sono senza dubbio soddisfacenti. Sui 68 interventi da donatore vivente eseguiti a Verona e presi in esame per la statistica si sono registrati 10 casi di rigetto su 17 trapianti da «identici» (fratelli con quattro antigeni uguali) e 45 casi di rigetto su 51 trapianti da «semiidentici» (fratelli o genitori con due antigeni uguali), quasi tutti superati però attraverso l'aiu¬ to del siero antilinfocitario ed altri preparati immunologici, con se decessi soltanto. La relazione del professor Confortini è terminata con un'interessante appendice sull'autotrapianto, una delle nuove strade aperte dal trapianto renale per correggere situazioni patologiche: «Oggi è possibile espiantare un rene — ha detto il chirurgo — e, dopo averlo perfuso, ripulirlo dei calcoli o correggerne una stenosi dell'arteria, per poi reimpiantarlo senza che si dimostri recidivo a distanza di tempo». «In un centro come quello di Verona — ha sottolineato Confortini rispondendo ad una domanda — i risultati migliori si ottengono eseguendo circa venti trapianti all'anno. Con lo stesso personale a ttrezzature potremmo arrivare anche a 120-150, ma un buon risultato si otterrebbe su una media di 70-80 ogni dodici mesi: con diversi centri in Italia la situazione riceverebbe un po' d'ossigeno». Aumentando il numero dei trapianti per centro si potrà ridurre, secondo il chirurgo, anche il costo degli interventi, che oggi s'aggira sui 12 milioni e mezzo l'uno, per il primo anno. «Lo stesso risultato si potrebbe ottenenre con maggiori prelievi "da cadavere" — ha aggiunto Confortini — che permettono, con l'utilizzazione di due reni, un notevole risparmio. Grazie all'organizzazione del "Nord-Italia Transplant» abbiamo avuto già quest'anno a Verona un'inversione di tendenza, con trapianti da cadavere cinque volte maggiori a quelli da vivente, ma è necessaria ancora una disponibilità più completa dei centri di rianimazione; e chirurghi decisi a sacrificarsi: per un intervento ne servono nove (tre al prelievo e due équipes che eseguono i trapianti dei due organi) e non si può programmare il momento: bisogna essere pronti ad accorrere di notte e nei giorni di festa, a qualunque ora. Con i fondi ed i mezzi attuali l'unica possibilità di mi gliorare sta in questo sacrificio». Roberto Reale

Persone citate: Confortini

Luoghi citati: Italia, Verona