A Napoli il processo degli esoneri militari pagati mezzo milione: 559 sotto accusa di Adriaco Luise
A Napoli il processo degli esoneri militari pagati mezzo milione: 559 sotto accusa A Napoli il processo degli esoneri militari pagati mezzo milione: 559 sotto accusa Fra gli altri, un ex colonnello dell'esercito e la moglie, un commissario di leva, sottufficialireclute, impiegati ■ Falsificavano certificati anagrafici e cartelle sanitarie di chi "sborsava" (Dal nostro corrispondente) Napoli, 30 novembre. Dopo dieci anni di indagini, si è iniziato stamane il processo sullo scandalo degli esoneri militari concessi a giovani chiamati a prestare il servizio di leva. Per l'alto numero degli imputati — 559 persone tra corrotti e corruttori — la prima udienza si è svolta nel gran salone dei busti di Castelcapuano, solito acco- gliere la cerimonia inaugurale dell'anno giudiziario. Nutrito il collegio difensivo, composto da ben 222 avvocati. Il «processone» ha richiesto circa quattro ore da parte del cancelliere dell'ottava sezione penale per l'appello degli accusati. Per abbreviare i tempi, i 118 capi di imputazione sono stati dati per letti; i principali reati contestati sono: corruzione, falsificazione di documenti, truffa, associazione per delinquere. Dei 559 imputati, oltre cento non si sono presentati e sono stati dichiarati contumaci; trenta sono deceduti durante l'istruttoria. L'elenco degli accusati si apre con l'ex colonnello dell'esercito Mario Angelo Ricolo, 62 anni, all'epoca dello scandalo presidente della commissione di leva del distretto militare di Napoli. Coinvolti negli illeciti sono la moglie dell'ufficiale Angelina Dallavia, 47 anni; il commissario di leva Umberto De Carlini; il maresciallo Modestino La udo ni a; sottufficiali ed impiegati del distretto e degli uffici di leva della provincia di Napoli, Avellino e Salerno, e un lungo elenco di reclute che dietro compensi di denaro erano riuscite ad evitare il servizio militare. Per ottenere i congedi e gli esoneri, i giovani avrebbero sborsato cifre che si aggirano tra le 300 e le 500 mila lire. L'ex colonnello Mario Angelo Ricolo aveva già subito una condanna per corruzione dal tribunale di Firenze, nel maggio del 1963.1 fatti che hanno dato origine alla vicenda giudiziaria risalgono agli anni 1963-64-65, e presero l'avvio da una vera e propria valanga di esposti e ricorsi per gli «esoneri facili» pervenuta al generale Giovanni Lenuzzi, comandante della ventunesima zona militare. Si denunciava l'allora maggiore Ricolo di essere a capo di una orga nizzazione che, falsificando certificati anagrafici, cartelle sanitarie ed altri documenti, consentiva a molte reclute di sottrarsi «in tutto o in parte agli obblighi di leva». L'alto ufficiale, dopo una severa inchiesta amministrativa che diede corpo alle denunce anonime, decise di rivolgersi alla magistratura per il proseguio delle indagini. L'ufficiale incriminato fu subito sospeso dall'incarico e l'istruttoria molto lentamente prese l'avvio. E' stato accertato che le pratiche dì esonero erano istruite dai principali imputati con falsi documenti, in modo da poter attestare che gli interessati per motivi di salute o per cause familiari non erano in grado di poter prestare servizio militare, e rientravano nei casi previsti per essere congedati. Oggi l'intera udienza è stata dedicata alla costituzione delle parti. Il processo proseguirà il 3 dicembre. Adriaco Luise
Persone citate: Giovanni Lenuzzi, Mario Angelo Ricolo, Modestino
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