Governo: ecco perché imporrà nuove tasse di Natale Gilio

Governo: ecco perché imporrà nuove tasse Una serie di scadenze non rinviabili Governo: ecco perché imporrà nuove tasse Roma, 27 novembre. Il governo, i ministri finanziari in particolare, approfitteranno della pausa legata agli impegni internazionali (lunedi iniziano all'Aia i lavori del Consiglio d'Europa e giovedì verrà in visita in Italia Giscard d'Estaing) per rifare il punto della situazione economica e soprattutto rivedere i «conti» delle necessità effettive del 1977, alla luce anche delle previsioni sull'andamento del tasso di inflazione. Il prelievo di 5 mila miliardi netti, destinato in gran parte alla riduzione del disavanzo di cassa dello Stato (da 13.600 a circa 9500 miliardi) già si sa che dovrà essere ampiamente integrato per tamponare una serie di scadenze difficilmente rinviabili. La prima e più importante è data dal rinnovo dei contratti per i settori del pubblico impiego: il ministro Morlino, che sta conducendo per conto del governo la trattativa con gli statali, sconta che si dovrà cedere su una parte pur mini- ma delle richieste di migliora-1 mento salariale (la domanda j del settore statale se accolta i per intero comporterebbe I una spesa superiore ai 2 mila ì miliardi), pena la paralisi completa della pubblica am- ministrazione. I Ci sono, poi, le necessità, in alcuni casi drammatiche, del- j le aziende a partecipazione ! statale: l'Egam, in una situa-1 zione ormai pre-fallimentare, I ha bisogno urgente di almeno ■ 400 miliardi per le spese di normale funzionamento. L'Iri minaccia di bloccare i lavori di Gioia Tauro se non si riconoscono circa 300 miliardi di «oneri impropri». Dulcis in fundo, l'aumento di capitale della Montedison (600 miliardi) dovrà essere in parte sottoscritto da Iri e Eni, con sostanziose aggiunte ai fondi di dotazione. A bussare, infine, alle casse dello Stato sono arrivate anche le Regioni. A monte di tutto c'è, però, la riduzione dei costi intemi, per avere almeno la speranza di una ripresa a medio termine dell'apparato produttivo del Paese. La manovra dell'accorpamento e dell'aumento delle aliquote Iva, anticipata ieri da La Stampa, dovrebbe servire in primo luogo per coprire il costo di una fiscalizzazione degli oneri sociali. Il documento (in realtà uno studio estremamente analitico e particolareggiato) all'esame del governo prevede, con una serie di variazioni delle fasce dell'Iva (le aliquote si ridurrebbero da otto a quattro), un maggior gettito di 3250 miliardi destinato a ridurre il carico per le imprese di una cifra quasi identica (3200 miliardi). Il risultato sarebbe una caduta dell'incidenza media degli oneri sociali rispetto al totale delle retribuzioni lorde dall'attuale 41,5 al 26,5 per cento. L'effetto diretto sui prezzi interni sarebbe assai modesto (al massimo un 3 per cento) mentre si avrebbero benefici collaterali dal lato della bilancia dei pagamenti (tra i 2 mila e i 3 mila miliardi di flusso addizionale di esportazione), sostegno dell'occupazione e circa 300 miliardi di maggiori entrate per lo Stato. Che il provvedimento di fiscalizzazione degli oneri sociali sia ormai necessario lo dimostrano non solo lo scetticismo dello stesso governo sui possibili risultati «quantitativi» della trattativa Confindustria-sìndacati, ma an-che le valutazioni condotte dagli esperti. Franco Modigliani, l'economista italo-americano, ritiene che «i prelievi sul reddito con la tassazione diretta e le tariffe pubbliche finiranno per far salire l'inflazione e peggiorare la situazione generale. Il problema più urgente, invece — sottolinea — è di ridurre i costi unitari di produzione per avere una 1 bilancia dei pagamenti equilij brata, una stabilizzazione dei i prezzi e un cambio fermo». I Tenuto conto che sarà difficiì le fermare la scala mobile, al meno fino a quando non si arriverà ad una modifica dei I suoi «meccanismi perversi», la strada per la ripresa dovrà j passare necessariamente at ! traverso la fiscalizzazione di 1 una Parte degli oneri sociali e I il recupero della produttività con l'eliminazione delle festi- ■ vita, la riduzione degli assen- teismi e altri interventi Il governo si troverà, quindi, nei prossimi giorni a dover sciogliere altri nodi: se la manovra sull'Iva servirà quasi esclusivamente alla fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese, si dovranno cercare altre fonti di entrata per soddisfare quegli impegni di spesa ormai all'orizzonte e difficilmente rinviabili. Non è improbabile, a questo punto, che il ministro delle Finanze debba, suo malgrado, tirar fuori dal cassetto il vecchio progetto di rivedere le aliquote delle imposte dirette almeno per i redditi più alti. Altre entrate, come ha ricordato oggi il ministro Cossiga, potranno venire dalla nuova legge sulla finanza locale che prevede a favore dei Comuni «autonome possibilità impositive». Natale Gilio

Persone citate: Cossiga, Franco Modigliani, Giscard D'estaing, Morlino

Luoghi citati: Gioia Tauro, Iri, Italia, Roma