Rilanciata a Bucarest la comunità socialista di Paolo Garimberti
Rilanciata a Bucarest la comunità socialista Il confronto europeo Est-Ovest Rilanciata a Bucarest la comunità socialista La « comunità socialista » è nata ieri a Bucarest, padrini i sette leaders dei Paesi membri del Patto di Varsavia, riunitisi per due giorni nella capitale romena. La gestazione è durata poco meno di nove mesi: l'idea della « comunità » fu lanciata per la prima volta al XXV Congresso del pcus, a Mosca, in febbraio. Ma la nascita è stata certamente accelerata dalla Conferenza comunista paneuropea, svoltasi in giugno a Berlino, che aveva messo in risalto le fratture, forse insanabili, nel mo'imento comunista europeo. Subito dopo la Conferenza di Berlino, i partiti più fedeli a Mosca (tutti quelli del blocco orientale, ad eccezione del romeno) avevano preso a teorizzare l'esistenza di un «socialismo reale », vale a dire quello dei partiti al potere nell'Europa dell'Est, unici depositari dell'» efficienza e purezza di ogni politica rivoluzionaria ». Per contrasto, le cosiddette « vie nazionali » al socialismo, lo stesso « eurocomunismo » venivano considerati « socialismi irreali » o « ipotetici », tollerati soltanto quali fasi tattiche nella lotta per la conquista del potere. L'idea di una « comunità dei socialismi reali », quale entità monolitica ed impermeabile ai deviazionismi politico-ideologici, nasceva proprio da questa contrapposizione. La riunione di Bucarest aveva una mera funzione protocollare. Si trattava di dare una struttura politica alla costituenda « comunità » attraverso la creazione di due organismi permanenti, simili a quelli della Nato: un Consiglio dei ministri degli Esteri e un segretariato comune con compiti di coordinamento. I giochi erano già stati fatti mollo prima che la riunione del Patto di Varsavia avesse luogo. Breznev aveva avuto l'assenso degli altri leaders dell'Europa Orientale durante una serie di incontri bilaterali, svoltisi in Crimea, in estate, un mese dopo la Conferenza di Berlino. Mancava soltanto l'approvazione dei romeni, contrari da sempre ad organismi sovrannazionali nel Patto di Varsavia. Conformemente ai principii di Berlino, i romeni chiedevano che i processi decisionali, nell'ambito del nuovo Comitato permanente, fossero basati sulla regola del « consenso »: nessun Paese avrebbe dovuto essere vincolato da risoluzioni prese a maggioranza, quindi da esso non approvate. Apparentemente, Breznev, fa¬ vorito dalla congiuntura econo j mica avversa ai romeni e dai problemi interni che Ccauseseu deve affrontare, ha vinto la resistenza del presidente romeno: nel nuovo Consiglio dei ministri degli Esteri vigerà la regola della maggioranza, e non quella del consenso. Il Consiglio terrà la prima riunione a Sofia, in dicembre. Sempre in dicembre, e ancora a Soda, si svolgerà una conferenza dei responsabili ideologici dei partiti del blocco sovietico: saranno altri due passi verso la definitiva istituzionalizzazione della « comunità socialista ». Non a caso la Pravdu ha commentato che gli incontri tra Breznev e Ceausescu e la riunione del Patto di Varsavia sono « organicamente interdipendenti » e sono eventi « di grande importanza per la vita della comunità socialista e lo sviluppo del mondo ». L'obiettivo a lungo termine di Breznev è quello di conglobare nella « comunità » anche altri Paesi socialisti, a cominciare dalla Jugoslavia. Lo ha fatto capire nel discorso di mercoledì a Bucarest, quando ha detto che « l'unità cementata dai principii del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario» vale p;r tutti i Pac- s: socialisti « senza eccezione ». I toiv preoccupali del discorso pronunciato oggi da Tito al Parlamento confermano che la Iugoslavia si sente presa di mira dal processo di assorbimento promosso dall'Urss. La riunione di Bucarest ha confermato anche che il Patto di Varsavia vive ed opera in funzione dell'Unione Sovietica. La proposta di un trattato, diretta ai Paesi partecipanti alla Conferenza di Helsinki, affinché ciascun Paese s'impegni a non impiegare per primo armi nucleari in caso di conflitto è un messaggio propagandistico lanciato dall'Urss agli Stati Uniti. Attraverso l'ennesima pro- posta di disarmo, Breznev vuo-le manifestare al presidente elet lo degli Stati Uniti, Carter, l'interesse dell'Urss a riprendere al più presto il dialogo sulla riduzione degli armamenti con l'altra superpotenza nucleare. Ma la proposta dimostra anche che a Belgrado (dove in giugno si avrà il secondo round della Conferenza europea) l'Urss intende anteporre la distensione militare alla distensione ideologica, al dialogo sui contatti di uomini e di idee. Paolo Garimberti
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