Pittori fiamminghi e Colombotto Rosso di Marziano Bernardi

Pittori fiamminghi e Colombotto Rosso LE MOSTRE d'ARTE di Marziano Bernardi Pittori fiamminghi e Colombotto Rosso Con il giornale ridotto ad otto pagine di testo, forse domani a quattro, e con la marea crescente di mostre, anche importanti, il lettore non può più chiedere a questa rubrica un tentativo di critica e nemmeno una cronaca decente. Sappia che dobbiamo limitarci a pure e semplici segnalazioni. ★ * Giorgio Caretto ha faticato molto a mettere insieme una settantina di quadri di maestri fiamminghi (con qualche olandese) del paesaggio operosi tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento, ma è riuscito a presentare nella sua galleria (via Maria Vittoria 10) una mostra ch'è un contributo prezioso alla conoscenza di quegli artisti che interessano particolarmente Torino per la loro superba presenza alla Galleria Sabauda. Uno di questi pittori è Joos de Momper, del quale alla mostra vediamo sette dipinti, di cui i due paesaggi databili circa 1598, provenienti da antica raccolta genovese (esiste il documento dell'acquisto in quell'anno), animati da mirabili figurine d'altre mani famose, sono due autentici capolavori. Eccezionale anche la sua gran tela, Inverno, degna d'un Brueghel. Citiamo ancora il bellissimo, realistico studio di rocce di Lucas van Valckenborch, ch'è lo studio di un quadro esistente al Rijksmuseum dì Amsterdam, il Paesaggio di fantasia di Herrl met de Bles, detto il «Civetta», la Predicazione di S. Giovanni di Cornells van Dalem, i Dintorni di Roma con rovine dell'olandese Bartholomeus Breenbergh. In un'atmosfera serena, spesso festosa, si svolge la pittura di Manlio Sarra, nato nel 1910 presso Fresinone, Insegnante nell'Accademia romana di Belle Arti. Chi presenta la sua mostra alla galleria «Accademia» (via Accademia Albertina 3) dice ch'egli ci restituisce col colore il sapore della vita. E infatti un colore fresco e puro corre ridente a rapidi e larghi tocchi (talvolta evocando l'ilare eleganza di Dufy) sul paesaggi e sulle scene rurali della Ciociaria di questo amabile pittore, cosi Innamorato dell'estemporaneo effet¬ to di luce, da sacrificare la definizione formale per dar risalto soprattutto alla sensazione cromatica. * * Come tutti sanno, Albino Galvano è una personalità della cultura torinese: docente di filosofia, pittore, critico d'arte acutissimo con particolare predilezione per l'arte moderna. Uscito dalla scuola di Felice Casorati, dal quale apprese specialmente la libertà del pensare, ha affrontato le più varie (e talvolta sconcertanti) esperienze pittoriche con sicura coscienza, spesso suscitando utili polemiche. Ne abbiamo un saggio nell'antologia — oli e disegni 1930-1950 — ch'egli presenta alla «Cittadella» (via Bertola 31), una sintesi che è in un certo senso emblematizzata dalla riproduzione, in copertina del catalogo, di un'opera squisita: una natura morta del '35, inedita, armonizzata su toni grigi, bianchi, cilestrini e rosa d'una delicatezza straordinaria. Ci perdoni il Galvano dalle molte avventure estetiche: in questo dipinto «tradizionale», a parer nostro, egli ha dato II meglio di sé. ★ ★ 'Lasciatemi divertire- diceva Palazzeschi; ed Enrico Colombotto Rosso, abbandonati non sappiamo fino a quando I suoi macabri, orripilanti soggetti, gioca con gli oggetti più eterogenei, cianfrusaglie raccattate nel fondi di cassetti rimasti chiusi per cent'anni ed ora riaperti per stipare fino all'estrema fittezza con scarabattole d'ogni genere le «vetrine» che espone a «La Parislna» (corso Moncalieri 47). E' un gioco curiosissimo, che pare abbandonato alla casualità dei ritrovamenti, e Invece è un frutto di scelte spiritose come di improvvise ventate di tristezza. Presentando la mostra Mario Tazzoli scrive che questi concentrati d'una fantasia decadente sono un riflesso del mondo di Colombotto Rosso, uno spiraglio della sua vita e della sua natura. Ciò riguarda l'autore. Certo è che lo spettatore resta affascinato da questi «teatrini» dove si rappresenta la commedia dell'inesorabile disfacimento di quello che un tempo appartenne alla vita. mar. ber.

Luoghi citati: Amsterdam, Roma, Torino