Altre tasse e prelievi all'esame dei ministri di Natale Gilio

Altre tasse e prelievi all'esame dei ministri Per fiscalizzare gli oneri sociali Altre tasse e prelievi all'esame dei ministri Roma, 26 novembre. La strategia del governo, portata avanti con la manovra fiscale e tariffaria e la compressione dei salari per contenere il tasso di inflazione, comincia a mostrare i suoi punti deboli. Il prelievo di 5 mila miliardi netti, destinati in gran parte (oltre 4 mila miliardi) a ridurre il disavanzo di cassa dello Stato, dovrà probabilmente essere integrato da altri interventi impositivi per soddisfare alcune esigenze che stanno velocemente maturando. Inoltre, gli esperti di Palazzo Chigi e i ministri finanziari scontano già un risultato quantitativamente assai modesto dalle trattative in corso fra sindacati e Conflndustria. Significa che, se si vorrà accelerare il processo di contenimento dei costi interni, non si potrà fare a meno di applicare meccanismi di fiscalizzazione degli oneri sociali. L'orientamento che si va delineando è di operare, nonostante l'iniziale opposizione dei sindacati, attraverso una serie di ritocchi delle aliquote Iva. I pessimisti all'interno del governo hanno calcolato che occorrerà trovare alcune migliaia di miliardi, per far fronte alla domanda di situazioni drammatiche. L'Egam ha già bussato alle casse dello Stato chiedendo almeno 400 miliardi per le necessità più impellenti; una parte cospicua dell'aumento di capitale della Montedison dovrà essere coperta con una aggiunta ai fondi di dotazione delle imprese statali che costituiscono la presenza pubblica nel gruppo chimico; l'Iri vuole 300 miliardi per la copertura degli « oneri impropri » derivanti dalla costruzione a Gioia Tauro del quinto centro siderurgico. Non meno urgente è la necessità di ridurre il costo del lavoro, per ridare la necessaria competitività all'industria italiana e ottenere risultati apprezzabili di riduzione del deficit della bilancia dei pagamenti. I ministri finanziari e i sindacati stanno, per ora esaminando un documento di parte imprenditoriale che valuta la eventualità di un abbattimento degli oneri sociali contemporaneo ad un aumento delle aliquote dell'Iva. L'analisi stima sia l'entità degli oneri da fiscalizzare, sia la valutazione del gettito derivante dall'imposta sul valore aggiunto. La riduzione dei costi industriali, per avere un netto mi¬ glioramento della bilancia dei pagamenti, dovrebbe raggiungere almeno il 4-5 per cento, a cui corrisponderebbe un minor costo del lavoro del 10 per cento, ottenibile mediante l'abbattimento di 15 punti di aliquota degli oneri sociali gravanti sulle retribuzioni lorde. Gli effetti di questo sgravio ridurrebbero l'incidenza media degli oneri sociali sul salario lordo dal 41,5 al 26,5 per cento. In altre parole, un minor carico per le imprese di 3250 miliardi. La copertura andrebbe assicurata attraverso la modifica delle aliquote Iva. Queste andrebbero ridotte da otto a quattro e la loro incidenza ripartita come segue: l'aliquota dell'I per cento con un gettito di 50 miliardi, dovrebbe salire al 3 per cento con un gettito di 150 miliardi; la attuale aliquota del 3 per cento resterebbe ferma; quella del 6 passerebbe al 9 (gettito da 1950 a 2925 miliardi); l'aliquota del 9 non andrebbe toccata; quella del 12 salireobe al 18 per cento (gettito da 3.380 a 5.080 miliardi); quel¬ la del 30 al 36 per cento (da 2.100 a 2.520 miliardi) e quella del 35 al 36 per cento (da 350 a 360 miliardi). L'effetto addizionale sui prezzi, secondo il documento, potrebbe essere assai modesto, a condizione che le imprese trasferiscano per intero ai consumatori il vantaggio derivante dalla riduzione del costo del lavoro. Nell'ipotesi peggiore, nel caso cioè che le aziende non modifichino i prezzi adeguandoli ai minori costi industriali, l'effetto inflazionistico corrisponderebbe ai 3.200 miliardi di maggior gettito Iva, con un aumento dei prezzi del 3 per cento. Sulla scala mobile, si registrerebbe uno scatto dell'indice dell'1,66 per cento, con uno scatto addizionale di 2,3 punti di contingenza. Infine, lo sgravio degli oneri sociali sulla produzione manifatturiera destinata ai mercati esteri potrebbe generare un flusso addizionale di esportazione tra i 2 mila e i 3 mila miliardi. Natale Gilio

Luoghi citati: Gioia Tauro, Roma