Agnelli: partito aperto di Luca Giurato

Agnelli: partito aperto Agnelli: partito aperto Roma, 26 novembre. Circondati dalla solita curiosità un po' sospettosa, gli «hiltoniani» hanno lasciato i saloni dell'albergo sulla collina di Monte Mario e sono scesi nel bunker dell'Eur, dove Zaccagnini, che ha chiesto in modo un po' brusco e un po' bonario il trasferimento, ha loro riservato addirittura l'ufflcialissima aula del Consiglio nazionale. Formalmente è un bell'onore, per un gruppo di giovani e meno giovani parlamentari, essere ospitati, per il secondo convegno sul rinnovamento della de, nella sede dove si discutono, e a volte si decidono, i «massimi destini» del Paese. Nella realtà romana, sempre tanto complessa, i soliti maligni, che non potevano mancare in una circostanza come questa, hanno subito fatto circolare la voce che Zac, invitando il gruppo a trasferirsi dall'Hilton all'Eur, abbia attuato nel modo più «indolore» e garbato se non un ridimensionamento, certo un richiamo concreto ad un'azione che in momenti come quelli che stiamo attraversando deve essere il più possibile unitaria. Ma è proprio il discorso sull'unità del partito, «in una analisi continuamente aggiornata della realtà italiana», per dirla con le parole del senatore Umberto Agnelli, uno dei punti che più sta a cuore ai promotori del convegno, dedicato stavolta a un tema tutto proiettato nel futuro immediato: «La de è per l'Europa». Quindi, agli «hiltoniani» la sede ufficiale della de è andata benissimo; anzi, c'è qualcuno di loro che l'aveva chiesta. Molti i presenti e tutti assai decisi a dare un contributo concreto non solo al dibattito, ma soprattutto ai suoi possibili sviluppi; oltre al «problema Europa», va ricordato che tra due settimane proprio in quest'aula si svolgerà un Consiglio nazionale che potrebbe avere per la de un'importanza storica. Al banco della presidenza il relatore ufficiale Malfatti e l'on. Mazzola. Tra i banchi i ministri Morlino e Bisaglia, l'ex ministro Colombo; i senatori Sarti, Agnelli, Ripamonti, Grassini, Andreatta; i deputati Sanza, Mazzotta, Rossi di Montelera, De Vito, accordini e tanti altri. Con un tema come «La de è per l'Europa» non stupisce che Franco Maria Malfatti, ex presidente della Cee, oggi responsabile di uno dei ministeri più ingrati, l'Istruzione, abbia svolto il discorso introduttivo. Ecco «l'esordio», che è anche un «nocciolo» politico che spazza via molte «voci» intorno al convegno: «Per quanto riguarda la discussione all'interno della de, dobbiamo dare contenuti precisi alla volontà di rinnovamento che è stata espressa dal congresso, in misura assai più larga della maggioranza formale che in esso si è manifestata. Zaccagnini sa di poter contare su una larghissima disponibilità, al centro e alla periferia, di uomini disposti ad impegnarsi unitariamente nella azione di rinnovamento della de». «Come — ha precisato Malfatti — l'appoggio del partito ai suoi uomini impegnati nel governo, e in primo luogo al presidente del Consiglio, è stato e resta fermo, convinto e leale». Dalla de al discorso sull'Europa, svolto sema accademismi, con costanti riferimenti ai problemi della creazione del Parlamento europeo e alla crisi economica, era quasi inevitabile che il ministro, oltre alla parola «autocritica», usasse a un certo punto anche la parola «bivio»; «Noi siamo ad un bivio della nostra storia e la scelta della strada che dobbiamo percorrere determina le nostre scelte negli equilibri politici della nostra democrazia. Noi non possiamo percorrere altra strada che non sia quella della lotta all'inflazione, della lotta alla disoccupazione, per la ripresa produttiva, per un più stretto collegamento con l'Europa. La scelta alternativa, infatti, anche se rivestita da diverse parole, non può che portare al distacco economico e politico dall'Europa. La possibilità di mobilitazione e di impegno di migliaia di quadri intorno alla nostra proposta politica non è una espressione retorica: è un prrsq«a programma politico di rigenerazione del partito». Il senatore Agnelli (l'oratore più atteso, anche se nessuno, grazie alla sua totale disponibilità verso qualsiasi quesito, lo indica più come il «regista segreto» di alcune vicende politiche della de) ha anch'egli inserito nel suo intervento la parola «quadri». Ma alla sua maniera, proiettandola cioè in una strategia che vuole morto e sepolto il collateralismo stile Anni 50 e che punta ad «una de partito aperto», nel rispetto della piena autonomia dell'interlocutore. Per Agnelli, nel rinnovamento della de, che «deve essere accompagnato da trasformazioni di struttura e da scelte culturali», occorre la trasformazione della democrazia cristiana in un partito in cui abbiano largo spazio quadri «specializzati nella conoscenza dei problemi di ciascun gruppo sociale; incaricati di mantenere costantemente i contatti a vari livelli con le organizzazioni di categoria e di gruppo; interpreti puntuali sia della linea del partito sia dell'istanza e degli umori Luca Giurato (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Europa, Roma