Sanguinosa tentata rapina a Roma
Sanguinosa tentata rapina a Roma Sanguinosa tentata rapina a Roma Rapinatore ucciso in banca Ferita una donna in ostaggio Bloccati quattro complici dopo un drammatico inseguimento: altri due sono riusciti a fuggire - Recuperato il bottino: cinquanta milioni (Dalla redazione romana) Roma, 25 novembre. Un bandito è rimasto ucciso e gli altri quattro sono stati arrestati dopo un tentativo di rapina a cui sono seguiti inseguimenti e sparatorie. Una donna che tornava a casa con i figli, sequestrata da un bandito in fuga, è stata ferita ad una gamba. Due agenti di p.s. hanno riportato lievi ferite al volto e al corpo nel tentativo riuscito di strappare la donna ai banditi e disarmarli. Tutto inizia verso le undici quando un'«Alfetta» con cinque uomini a bordo accosta la sede della Banca Commerciale di viale Anicio Gallo, periferia sud della città. Scendono in quattro, armati di fucile a canne mozze e pistole, mentre il quinto resta in automobile. Disarmato il vigile notturno di guardia all'agenzia di credito la banda entra in banca, spiana le armi e ritira un bottino di 50 milioni. Ma scatta l'imprevisto: un secondo vigile notturno, salito al piano superiore per un controllo, si accorge della rapina. Da una finestra vede un bandito armato e spara tre colpi di fila centrando l'uomo e uccidendolo. Gli altri si precipitano all'uscita; tentano invano di trasportare sull'auto il complice che credono ferito. Poi desistono e si danno alla fuga sparando dal lunotto posteriore dell'«Alfetta». L'allarme, partito dalla sala operativa della questura centrale, permette a due volanti di prendere contatto coi rapinatori. L'«Alfetta» dei banditi è alle strette e per evitare di essere bloccata tenta un sorpasso impossibile ma va a schiantarsi contro un autobus. I banditi escono: sono tutti feriti e si separano. Uno viene subito preso. Un secondo si fa scudo col corpo di una donna e due bambini gridando: «Se vi muovete li ammazzo». Ma gli agenti gli si lanciano contro; non riescono ad evitare che un colpo di pistola raggiunga la donna ad una gamba; alla fine lo disarmano. Gli altri due della banda sono riusciti a prendere il largo. Le operazioni di polizia proseguono dirette personalmente dal capo della Criminalpol, Macera, e dal capo della mobile, Masone. Posti di blocco sulle strade, elicotteri in volo. Si riesce ad individuare il rifugio degli ultimi rapinatori: un casale di via Tor tre Teste, in aperta campagna. C'è un conflitto a fuoco di breve durata e alla fine il resto della banda si arrende. Le indagini intanto hanno permesso di identificare il bandito ucciso dalla guardia notturna. Le impronte digitali fanno risalire a Carmelo Nastasi, 26 anni, originario di Palmi (Reggio Calabria). Era pregiudicato e senza fissa dimora. Gli altri quattro sono Carlo Ciccora, Carlo Vespa, Filippo Termini e Franco Di Giacomo: vengono ricoverati in ospedale in stato di arresto per le ferite riportate nell'incidente con l'autobus, lesioni leggere. Il bottino della fallita rapina viene recuperato. In ospedale viene curata Erminia Finotti, 32 anni, la signora sequestrata per pochi attimi da Carlo Vespa, uno della gang. La signora Finotti viene giudicata guaribile in venti giorni. Le due guardie rimaste contuse, D'Angelo e Di Giuseppe, vengono medicate al pronto soccorso. Sull'auto della banda, oltre al bottino, la polizia rinviene sei pistole automatiche calibro 7,65, passamontagna, guanti e una parrucca nera. Nel pomeriggio sono cominciati gli interrogatori dei quattro rapinatori di fronte al sostituto procuratore della Repubblica, Giorgio Santacroce, che ha firmato gli ordini di cattura.
Luoghi citati: Reggio Calabria, Roma
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