Processo per omicidio del consenziente

Processo per omicidio del consenziente Processo per omicidio del consenziente Sparò alla Iidanzata, poi mancò al patto di uccidersi anche lui La giovane si era bendata per "non vedere la morte" - L'ex agente di p.s. ha detto ai giudici: "Con la sua fine qualcosa mi si spezzò dentro" Processo in corte d'assise all'agente di pubblica sicurezza Vito Tangari, 24 anni. All'alba del 28 maggio 1975 — erano da poco passate le quattro — dopo un drammatico colloquio con la fidanzata Serenella Bagarini, 19 anni, a bordo di un'auto posteggiata sotto un ponte della strada che da Colle gno porta a Venarla, la uccise con un colpo di pistola al capo. Cinque minuti dopo si consegnava ai carabinieri di Collegno. «Dovevano morire tutti e due — ha detto allora ai carabinieri Vito Tangari e l'ha ripetuto Ieri mattina ai giudici popolari — «Serenella ha voluto morire prima di me. Ha detto: tu credi che io non ti ami abbastanza e invece io voglio morire per dimostrarti che ti amo anche se non posso essere diversa. Quando le ho sparato qualcosa si è spezzato dentro di me, non ho più voluto morire, si è come rotto un incantesimo che ci legava». Il nostro codice punisce l'omicidio del consenziente con una pena che va dai sei ai quindici anni di carcere. Il pubblico ministero Sciaraffa ne ha chiesti nove. «VI sono cosi in cut la giustificazione dell'omicidio del consenziente è più accettabile — ha detto il magistrato, facendo l'esempio del malato incurabile —. Ma in questa disgraziata storia d'amore c'è un patto di doppio suicidio che non è stato mantenuto. La versione che l'agente ha dato trova numerosi riscontri. Possiamo credergli quando ajferma che l'amava e che Serenella si bendò "per non vedere la morte che le stava seduta al fianco". Ma non si può dare il minimo della pena perché è un delitto che non possiamo incoraggiare». La spiegazione del dramma, se mai si può trovare una spiegazione in una storia assurda come questa, sta nel carattere e nella personalità della giovane e irrequieta Serenella Bagarini. Uscita da un ambiente familiare squallido (il padre semialcolizzato, la madre di facili costumi, si sono recentemente separati), Serenella ha conosciuto l'amore molto presto. A quindici anni tentò il suicidio. «Ha domandato a sua figlia il motivo di quel gesto?» — ha chie¬ sto ieri alla madre 11 presidente Barbaro —. La donna non ha saputo rispondere. L'incontro con Vito Tangari poteva cambiarla. Il primo a credere In una Serenella diversa era proprio l'agente. Ma occorreva attendere tre anni per le nozze, a causa dell'ingiusta norma che proibisce il matrimonio prima della scadenza dei quattro anni dall'arruolamento. Ogni volta che si allontanava da lui Serenella tornava: «TI voglio bene, ma non posso fare a meno di comportarmi cosi». «Era una ragazza debole — ha detto l'avvocato di parte civile Lidio Morone —.L'iniziativa del doppio suicidio è partita dall'agente che poi non ha avuto il coraggio di mantenere fede al patto». Lunedi 6 dicembre parleranno i difensori, avvocati Verazzo e Masselli. Vito Tangari Serenella Bagarini

Persone citate: Morone, Sciaraffa, Verazzo, Vito Tangari

Luoghi citati: Collegno