Nap: ancora un'udienza con disordini ed insulii di Vincenzo Tessandori

Nap: ancora un'udienza con disordini ed insulii I terroristi processati a Napoli Nap: ancora un'udienza con disordini ed insulii (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 24 novembre. Il processo continua, malgrado tutto. La terza sezione della Corte d'Assise di Napoli, chiamata a giudicare la violenza dei nuclei armati proletari, dopo le esitazioni, i ripensamenti e le paure che avevano costretto a quattro sorteggi dei giudici laici, oggi finalmente era al completo. Ma la situazione non è definita. Quindici imputati, i presenti in aula che avevano revocato gli avvocati di fiducia, sono tuttora senza difensori. Ieri avevano abbandonato l'incarico i quattro nominati d'ufficio dal presidente del Consiglio dell'Ordine, Alfredo De Marsico, ex guardasigilli di Mussolini. Gli avvocati erano stati minacciati dai nappisti e definiti «collaborazionisti di questo tribunale speciale». Erano seguite promesse ufficiali di morte, ripetute poi in brevi e concitati colloqui attraverso le sbarre della gabbia. Sul caso dovrà pronunciarsi il Consiglio dell'Ordine che si riunirà sabato. Lo ha coiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiii municato stamane il prof. Gustavo Panzini, a sua volta delegato da De Marsico che in aula non viene. Inoltre non è stato ancora chiarito se le due udienze iniziali, tenute davanti a Corti parzialmente diverse, siano da ritenersi valide. Secondo l'avvocato socialista Giannino Guiso, di Nuoro, difensore di Savoca, nella costituzione della Corte sarebbero state commesse «illegalità procedurali» che comportano nullità totale del processo. L'eccezione, presentata ieri, e che è rimasta finora senza risposta, verrà ripresa lunedì. Il processo continua, dun- j que, benché rischi di venire dibattuto a porte chiuse, senza pubblico, senza giornalisti, cioè. Lo ha fatto intendere il presidente, dott. Sinibaldo Pizzuti. Già stamane ha proibito l'accesso in aula ai fotografi e agli operatori televisivi. «Ho preso questo provvedimento restrittivo per la gazzarra di ieri. Gli imputati sanno che se ci sono i giornalisti viene data più pubblicità a ciò che fanno. Se continuano dovrò prendere altri provvedimenti». La cronaca dell'udienza si limita ai 25 minuti durante i quali la Corte è rimasta in aula. Giudici togati e laici sono apparsi due ore e mezzo dopo l'orario stabilito. Per il ritardo, decisamente troppo pesante anche per i tolleranti usi della città, gli avvocati difensori hanno fatto formale protesta. Poi ha parlato brevemente il prof. Panzini, per informare sulla riunione di fine settimana al Consiglio dell'Ordine. Ma è stato interrotto quasi subito da Maria Pia Vianale, l'unica ragazza imputata presente in Aula. Salita in piedi sulla balaustra della gabbia, un foglio stretto nella mano sinistra, ha cominciato la lettura: «Comunicato numero 3». Era decisamente troppo, il presidente ha ordinato secco: «Scenda, scenda». Non è stato ascoltato. Allora ha ordinato ai carabinieri di portarla fuori dall'aula. Ma, dall'altra parte della gabbia, i nappisti hanno serrato con le loro mani le gambe della ragazza.Occorreva entrare nella gabbia, un ufficiale ha fatto cenno ai militari: «Andiamo». A questo punto però il braccio di ferro era già finito, una nuova sconfitta per la Corte. Rassegnato, il dott. Pizzuti ha detto ancora: «No, capitano, no. Basta». Intanto, indifferente a quanto le accadeva attorno, Maria Pia Vianaie continuava la lettura. Il documento, una cartella dattiloscritta, ripete le solite farneticazioni. Dice fra l'altro che «i giudici popolari sono de', burattini perfettamente intercambiabili e che rappresentano magnificamente il loro ruolo di consenso preventivo pagato». Un'ennesima minaccia chiude il documento: «A tutti diciamo state attenti, il vostro è un ruolo che i proletari e i rivoluzionari ricorderanno bene e ricompenseranno con la giusta durezza. Qualunque protezione vi abbiano garantita, non sarà mai così forte né durerà tanto a lungo da mettervi al riparo dalla rappresaglia che vi state meritando». Finita la lettura, si è chiusa l'udienza. Il presidente ha rapidamente spostato a lunedì il quarto appuntamento fra la legge e i nappisti. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Alfredo De Marsico, De Marsico, Giannino Guiso, Maria Pia Vianaie, Maria Pia Vianale, Mussolini, Panzini, Pizzuti, Sinibaldo Pizzuti

Luoghi citati: Napoli, Nuoro, Savoca