Una bomba alla libreria Feltrinelli
Una bomba alla libreria Feltrinelli Roma: evitata all'ultimo momento una strage Una bomba alla libreria Feltrinelli (Dalla redazione romana) Roma, 23 novembre. Una bomba ad orologeria, rudimentale ma con una carica notevole di esplosivo è stata disinnescata nella Libreria Feltrinelli di via del Babuino, dopo una telefonata anonima che avvisava dell'attentato. Erano le 11,45 quando Cesare Milanese, redattore della casa editrice, ha risposto al telefono. « Una voce matura e tranquilla mi ha detto di uscire dalla libreria perché un ordigno era stato collocato nel locale, a sinistra dell'entrata. Ho pensato — ha detto Milanese — ad una intimidazione. Abbiamo avvertito i carabinieri e abbiamo sgomberato la libreria ». La bomba era stata collocata proprio sotto la cassa. E' stata trovata dai carabinieri. Il maresciallo Giovacchini, della direzione generale d'artiglieria, ha aperto con cautela il pacco e ha disinnescato l'ordigno. Si trattava di una bomba di 700 grammi di plastico, di un tipo che non si produce in Italia. L'innesco era fatto con due capsule detonanti elettriche, collegate ad un congegno ad orologeria di marca svizzera alimentato da batteria «29a». La lancetta del timer aveva già percorso un quarto del tempo fissato per lo scoppio. L'esplosione sarebbe avvenuta pochi minuti prima della chiusura e — stando ai tecnici — avrebbe provocato una strage. Il fatto che l'anonimo telefonista che ha avvertito dell'attentato abbia dato una falsa indicazione del posto dove la bomba era stata collocata fa pensare che gli attentatori avessero tutta l'intenzione di compiere una strage. C'è poi il particolare della <t firma ». Alla domanda del redattore della « Feltrinelli » che chiedeva chi fossero, l'anonimo ha detto al telefono la parola « Monteneros », poi ha riattaccato. Esiste una organizzazione armata dell'estrema sinistra peronista in Argentina che si chiama «Montoneros». Per gli investigatori la sigla, oltretutto errata, data per telefono è senz'altro una pista falsa per sviare le indagini che, invece, sono rivolte verso gli ambienti neofascisti della capitale. Negli ultimi mesi infatti — da quando cioè un gruppo di squadristi si è installato nei pressi di Piazza del popolo — la Libreria Feltrinelli è stata oggetto di continue scorribande e intimidazioni. In cinque occasioni gruppi di neofascisti, armati di basto\ ni e spranghe di ferro, hanno fatto irruzioni nella libreria spaccando vetri e mettendo a soqquadro gli scaffali. L'ultimo attacco risale a 20 giorni fa. Pochi minuti prima della scoperta della bomba nel locale, che si trova a poche decine di metri dalla sede della Rai, la libreria era affollata. Nella sede c'era anche Inge Feltrinelli, vedova dell'editore Giangiacomo, morto dilaniato da una carica di esplosivo sotto un traliccio dell'alta tensione alla periferia di Milano nella primavera del 1972, in circostanze an¬ cora non dei tutto chiarite.
Persone citate: Cesare Milanese, Giovacchini, Inge Feltrinelli, Milanese
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