Spaggiari, «il rapinatore nero» cerca il successo con un libro di Paolo Patruno

Spaggiari, «il rapinatore nero» cerca il successo con un libro Il capo della "banda delle fogne" in carcere Spaggiari, «il rapinatore nero» cerca il successo con un libro (Nostro servizio particolare) | Parigi, 20 novembre. Albert Spaggiari, il capo della «banda delle fogne» di Nizza, sta scrivendo in carcere le sue memorie e gli editori già fanno a gara per accaparrarsele. Si preannuncia per i prossimi mesi un nuovo «best-seller» editoriale, che verrà certamente trasformato in un film di cassetta. Mentre Spaggiari si dedica alla narrativa e racconta come con la sua banda ha svaligiato 300 cassette di sicurezza nella camera blindata della banca nizzarda dopo un lungo percorso attraverso le fogne, costruendo addirittura una galleria, gli inquirenti attendono con impazienza l'estradizione dal Belgio di Henri Michelucci, uno dei complici arrestato il 29 ottobre a Bruxelles con 50 milioni in lingotti d'oro. Michelucci dovrebbe essere portato a Nizza nei primi giorni della prossima settimana e da lui investigatori e magistrati sperano di ottenere qualche notizia supplementare e la conferma della singolare spartizione del bottino (una cifra compresa fra i 10 e i 15 miliardi) tra i membri «politici» della banda e i delinquenti comuni. Oggi il quotidiano Le Monde dedica un ampio servizio all'inchiesta giudiziaria sul «caso Spaggiari», augurandosi che gli inquirenti dissipino i sospetti sorti sulle complicità e le amicizie occulte del fotografo - rapinatore e soprattutto risolva quello che è l'interrogativo di fondo sulla personalità del capobanda: Spaggiari è un comune bandito o il «banchiere» dell'estrema destra internazionale? Il giornale mette in rilievo le conoscenze di Spaggiari (ex legionario d'Indocina passato in Senegal e in Algeria in cerca di forti emozioni, ex membro dell'Oas condannato a quattro anni per complicità in due progetti di attentati a De Gaulle nel '61 e '62) negli ambienti della municipalità nizzarda. Le Monde scrive che numerosi personaggi dell'entourage di Jacques Medecin, sindaco di Nizza e membro del governo come segretario al Turismo, sono stati in passato militanti dell'estrema destra, tenaci oppositori all'indipendenza algerina. E come tali erano in contatto, o almeno conoscevano bene, l'ex membro dell'Oas. Spaggiari è un «nostalgico» militante, nella sua casa di Bezaudun si sprecano le croci celtiche e i simboli delle SS, anti-comunista viscerale può aver reso qualche servizio elettorale ai candidati e ai partiti antigauchiste, grazie alle sue amicizie nella colonia dei piedsnoirs. Albert Spaggiari, per queste sue «conoscenze», ha goduto di qualche «favore» nella organizzazione del «colpo» alla banca? Come si è procurato la piantina della rete delle fogne? Come è riuscito ad allacciare la corrente elettrica all'interno della galleria a una centralina d'un parcheggio? Chi gli ha fornito infine i soldi (almeno una trentina di milioni) necessari per acquistare tutta l'attrezzatura per l'assalto alle cassette di sicurezza: lancia termica, bombole d'ossigeno, martelli pneumatici, canotti e altro? Infine la polizia deve ancora accertare la veridicità della confessione di Spaggiari, il quale sostiene di aver versato la sua fetta del bottino e la parte dei suoi complici «politici» alla misteriosa «Catena». l'organizzazione clandestina di soccorso ai militanti neofascisti e neo-nazisti in diffi- coltà Paolo Patruno

Luoghi citati: Algeria, Belgio, Bruxelles, Indocina, Nizza, Parigi