Tre morti, undici feriti di Ezio Mascarino
Tre morti, undici feriti Tre morti, undici feriti (Segue dalla 1* pagina) gravi: tetti squarciati, finestre scoppiate, balconi e muri incrinati, che crollavano o stavano crollando. Francesco Lucangelo, 46 anni e Michele Savini, 51 sono tra i primi soccorritori: «Sentivamo urla e invocazioni di soccorso: ci siamo buttati tra le macerie. Bisognava fare qualcosa, ma non sapevamo neppur noi cosa. Smuovendo delle travi e dei calcinacci abbiamo trovato due corpi. Uno era Michele Le Piane. Ci è morto tra le braccia. Ha mormorato: "Salvate mia moglie". Il corpo della donna era a pochi metri, senza vita». Vigili del fuoco, carabinieri si sono prodigati per soccorrere i feriti. In alcuni punti, tra le macerie c'erano focolai d'incendio, le fiamme si alzavano alte due o tre metri. Le voci erano contrastanti: «Ci sono sette morti, qui abitano quattro famiglie, undici, forse quindici persone. Bisogna far presto». Alle 7 si sono controllate presso gli uffici comunali le persone residenti nella villa: 4 nuclei familiari, 11 persone. Poco dopo è arrivata la prima ruspa. Ma non ha affrontato subito i cumuli di macerie, ha cominciato con l'aprire una buca sulla strada, per permettere ai tecnici dell'Italgas di interrompere il flusso di gas: si temeva una tragedia: da alcuni tombini, infatti, già si levavano le fiamme. Per fortuna in pochi istanti il pericolo di altri scoppi è stato scongiurato. Sono le 7,50 quando un vigile del fuoco urla di stare zitti, di spegnere il motore della ruspa: «Sento un gemito, stanno bussando qui tra le macerie». La folla di volenterosi e curiosi viene allontanata, sul posto rimangono due vigili. Iniziano un dialogo, attraverso i mattoni, le travi, le macerie con Pietro Gattuso, il bimbo di 10 anni, imprigionato con la gemella. «Non ti muovere, fatti forza, arriviamo». Risponde: «Fate presto». Con cautela, spostando a mano un blocco dopo l'altro, i vigili hanno aperto un varco. Ma sono stati necessari trenta lunghissimi minuti. Poi finalmente Piero è estratto, ed è subito portato in ambulanza all'ospedale di Venaria. E' gravissimo, con ustio¬ ni su oltre un quarto del corpo. Un controllo in tutti gli ospedali ha permesso, a quel punto, di accertare che mancava ancora la gemella di Piero, Concetta. Alle 10,30, quattro ore e mezza dopo lo scoppio, il suo cadaverino è stato ritrovato, sepolto pochi metri dal luogo in cui il fratello era stato protetto da una provvidenziale nicchia. Quali le cause della sciagura? Vigili del fuoco e tecnici dellTtalgas hanno aperto due inchieste parallele, ma si trovano d'accordo su alcune considerazioni: l'esplosione si è verificata nella cantina, solo così si può spiegare il crollo della casa che si è chiusa su se stessa. Ma che cosa è scoppiato? La caldaia funzionava a metano e riscaldava uno solo dei quattro alloggi. Gli altri inquilini usavano stufette a kerosene o bombole di gas. C'è stato un guasto in uno di questi impianti? Oppure qualcuno teneva in cantina una grossa riserva di bombole, una delle quali era difettosa? O il guasto c'è stato proprio nella caldaia? Domande alle quali risponderanno i periti. Ezio Mascarino
Persone citate: Michele Le Piane, Michele Savini, Pietro Gattuso
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