I socialisti

I socialisti I socialisti (Segue dalla V pagina) italiano. Altri, comunque, si sono preoccupati e si preoccupano di collocare la questione italiana (politica, economica, istituzionale) in un contesto internazionale; che si tratti della Nato e della Cee come sinora sono state o dell'eurocomunismo che dovrebbe sorgere. Ci siamo allora chiesti: perché il psi dovrebbe attendere dall'evoluzione di altrui iniziative il chiarimento e il sostegno, sul piano internazionale, alle possibili vie di uscita alla crisi italiana? Perché restare fermi ed assenti di fronte all'evidenza che in Europa il movimento socialista, laburista e socialdemocratico resta la forza politica rappresentativa della classe operaia di quei Paesi, maggiore di ogni altra e più prossima a noi? La consistenza dei partiti socialisti in Europa occidentale — anche al di fuori della Cee — sfiora il 40 per cento e costituisce il 75 per cento dell'intera sinistra. Il patrimonio politico, organizzativo, ideologico di questa forza straordinaria resta nonostante errori, contraddizioni e ritardi al servizio di un grande ideale: la costruzione del socialismo nella libertà. Non sono mancati i critici, gli intransigenti, gli scolastici. Tra i motivi ricorrenti di critiche anche recenti è l'osservazione che le socialdemocrazie europee avendo abbandonata ogni caratterizzazione dottrinale avrebbero abbandonata anche la prospettiva di una trasformazione in senso socialista della società riducendosi ad amministrare l'ordine esistente. Sono motivi che hanno un qualche loro fondamento e che oggi possiamo esaminare serenamente. Eppure il più importante e coraggioso contributo alla distensione è venuto dalla socialdemocrazia tedesca, l'esempio di una democratizzazione avanzata dello Stato dalla socialdemocrazia svedese, la stessa rinascita del socialismo francese avviene, come ha detto Mitterand in una recente intervista, all'insegna di «quella grande famiglia del socialismo democratico di cui pur nelle diversità siamo tutti figli»; la stessa vittoriosa affermazione della democrazia e della libertà oggi in Portogallo domani in Spagna riposa sulla forza e sulla coerenza dei partiti socialisti di quei Paesi. Perché dovremmo estraniarci da questo movimento, dal dibattito che in esso è oggi più che mai presente e vivo e fecondo sulle possibilità e le forme di una transizione democratica che superi l'assetto capitalistico senza dar vita a nuovi episodi del dispotismo moderno, di collettivismo burocratico e autoritario? Certo non intendiamo cancellare l'identità del psi. Ma questa identità non può comunque consistere in una sorta di equidistanza tra comunismo s socialdemocrazia che rendendolo immune dai difetti di entrambe queste travagliate e tuttavia grandi esperienze politiche, lo renderebbe miracolosamente superiore a tutte e due. A parte che non so quanti socialisti sentano altrettanto lontani (o vicini) Brezniev e Brandt, per non dire Husak e Palme. Quando si passa alla concreta esemplificazione si misurano anche meglio distanze che sono ben lungi dall'essere uguali, rispetto a modelli tutti certamente non importabili, ma non tutti ugualmente estranei. La specificità del socialismo italiano non consiste neppure nell'essere a destra del comunismo o a sinistra della socialdemocrazia, in una sorta di terra di nessuno o, meglio, in un territorio politico così ristretto da poter ospitare forse qualche decina di migliaia di militanti, ma non un moderno partito socialista. La nostra presenza nell'eurosocialismo non è una improvvisazione così come l'eurosocialismo stesso non è la lampada di Aladino di un bel sogno, ma un programma di solidarietà e di iniziativa socialista che vede impegnato il più forte movimento politico dell'Europa occidentale. Bettino Craxi

Persone citate: Bettino Craxi, Brandt, Husak, Mitterand, Palme

Luoghi citati: Europa, Portogallo, Spagna