Attesa da Milano la strategia che la de adotterà verso il pci

Attesa da Milano la strategia che la de adotterà verso il pci Riuniti a congresso gli iscritti della città lombarda Attesa da Milano la strategia che la de adotterà verso il pci Il ministro Vittorino Colombo ha invocato la tesi del "confronto" - Tentativo di creare le premesse per ribaltare la maggioranza (dorotea) ad un livello provinciale (Dal nostro inviato speciale) Milano, 20 novembre. I 10.342 iscritti alla de milanese sono «tutti vivi», dice Vittorino Colombo, ministro delle Poste, negando così che la funesta pratica delle tessere - fantasma sia in uso anche a Milano. Ma non sono tutti militanti, aggiunge, lamentando lo scarso impegno di molti, o l'impegno esclusivo «nei giochi di potere interno». Segretario reggente del partito a Milano, Colombo ha aperto con la sua relazione l'assem blea cittadina della democrazia cristiana. I delegati dei diecimila e passa dovranno eleggere, domattina, i nuovi dirigenti locali: ma soprattutto dovranno contarsi sulle scelte fondamentali, fra le quali spicca il «nodo» dei rapporti col pei. Esponente del cosiddetto «cartello», che lo vede assie- me a Mazzotta, uscito clamorosamente dalla «base» qualche tempo fa, e a Borruso con i suoi «ciellini», Colombo ha offerto nel suo discorso la propria visione del problema. Premesso che l'Italia guarda a Milano proprio in vista della definizione dell'atteggiamento democristiano verso i comunisti, Vittorino Colombo ha invocato la strategia del confronto sancita dall'ultimo congresso nazionale. Ma confronto vuol dire tante cose, e 10 stesso ministro delle Poste considera il termine abbastanza elastico: «Vuol dire possibilità di convergenza come di divergenza». Dando un dispiacere a De Carolis, capo del gruppo «moderato», che lo ascoltava assorto in prima fila, Colombo ha detto che «occorre rinunciare allo schematismo elementare e rozzo della contrapposizione frontale»; ma poi lo ha risollevato aggiungendo che «l'esigenza di unità del Paese, il confronto democratico, pluralistico, non ha niente a che fare con il compromeso storico». Poi il «reggente» dei democristiani milanesi ha dato un altro colpetto a De Carolis, affiancandone subito uno per i suoi stessi alleati di Comunione e Liberazione: «Rifiutiamo con fermezza l'opinione di quanti vorrebbero una de partito borghese, partito dei conservatori, e per altro verso un partito confessionale». Se così avvenisse, ha aggiunto molto lucidamente, allora sì che «sarebbe inevitabile l'esigenza di un accordo col pei, in quel punto esclusivo rappresentante delle masse popolari e delle forze laiche». In definitiva: «Siamo un partito di popolo che può trovare al suo interno una sintesi politica proponibile per la intera società». Colombo ha poi ceduto la tribuna a Carlo Bianchi, capogruppo consiliare a Palazzo Marino dopo che Borruso ha lasciato quella carica per Montecitorio. Anche lui come Colombo di provenienza forzanovista, Bianchi si è prodotto in un attacco a fondo contro l'attuale «maggioranza trasformista» che •regge il comune di Milano. Milano, una città che perde colpi, dove cresce la disoccupazione e diminuisce la tranquillità: dove persino la natalità decresce, ha aggiunto con accenti costernati. Dove una macchina municipale in disfacimento va mendicando prestiti, per tirare avanti, a tassi d'interesse proibitivi. Lo ascoltava, imprevisto ospite dell'assemblea democristiana, 11 sindaco socialista Carlo Tognoli. Lo ascoltava la stessa assemblea, con un'attenzione distratta dal tema di fondo che è un altro: destabilizzare la segreteria Zaccagnini, destabilizzare il governo Andreotti? Esiste nella de milanese, puntualmente riprodotta da questa assemblea, una forte maggioranza moderata, raccolta attorno a De Carolis e ai dorotei. Nessun dubbio sul fatto che «decarolista» o doroteo sarà il nuovo organo dirigente della de milanese. Ma l'importanza della riunione non sta soltanto in questo: sta soprattutto in un tentativo di creare le premesse per poi ribaltare la maggioranza, di sinistra stavolta, nel partito a livello provinciale. E' in vista di quel congresso, in programma il 4 e 5 dicembre, che oggi e domani i democristiani milanesi studiano le mosse. Il gruppo dei moderati cercherà, in provincia, di assicurarsi contro la «base» l'appoggio del cartello Colombo - Borruso. Ma intanto, all'assemblea cittadina, pare che il cartello si appresti invece a salvare alla «base» una presenza nel comitato che si eleggerà domani. Il meccani¬ smo congressuale, di tipo maggioritario, escluderebbe ogni «terza forza»: e la «base» a Milano-città, è terza forza in rapporto agli altri due schieramenti. I discorsi di apertura hanno confermato che all'interno dei gruppi c'è una certa eterogeneità, come si conviene a questo partito di microcosmi: dunque tutto è possibile, ancora, in fatto di alleanze, convergenze, o anche di trasmigrazioni e rotture. a v

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