Tre morti, undici feriti, senza tetto per nno scoppio di gas nella notte di Ezio Mascarino

Tre morti, undici feriti, senza tetto per nno scoppio di gas nella notte Tre morti, undici feriti, senza tetto per nno scoppio di gas nella notte Le vittime sono due coniugi e una bimba di fratello gemello della piccola - Nell'edificio a Sono dichiarati inabitabili dieci appartamenti 10 anni - Estratto dalle macerie gravissimo un un piano abitavano quattro nuclei familiari vicini - L'esplosione all'impianto del metano? Una villetta alla periferia di Venaria è stata disintegrata all'alba da una esplosione per una fuga di gas. Tre persone sono morte: due coniugi e una bimba di 10 anni. Schiacciati dalle macerie o ustionati nell'incendio. Altre 11 sono ferite, cinque in modo gravissimo. Circa 70 famiglie delle case vicine hanno avuto l'alloggio lesionato dalla deflagrazione, dieci appartamenti sono stati dichiarati inabitabili. Lo scoppio alle 6,10, mentre tutti riposavano. Quasi tre ore dopo è stato estratto dalle macerie un bimbo di 10 anni, morente; la sorella gemella si è trovata due ore dopo, senza vita. Una delle sopravvissute ha raccontato: « Sembrava essere ai tempi di guerra, come se fosse esplosa una bomba. Tutto è volato in aria, mi sono sentita succhiare nel vuoto. Urla, gemiti, poi non ricordo più nulla ». Otto anni fa, la notte del Natale '68, un alloggio della casa adiacente era già saltato in aria per un analogo1 scoppio di gas. Il ricordo di quelle ere drammatiche (allora il bilancio era stato di un morto e tre feriti) era ancora vivo in molti. La casa si trova in via Nazario Sauro 69, quasi all'angolo con via Montello. Una zona tranquilla, accanto a vecchie abitazioni con un fazzoletto di giardino sono nati grossi condomini. La villetta, a un piano, era abitata da quattro nuclei familiari. Sono i protagonisti di questa sciagura. Michele Di Perri, 37 anni, la moglie Rosa di 35 e il figlio dodicenne Giovanni. A- j bitavano al primo piano. Accanto vivevano Michele Le Piane, 61 anni e la moglie Lauretta, di 47: morti nel crollo. Al piano terra, nell'alloggio che si affacciava su un cortiletto, la famiglia Gattuso: Bernardo di 48 anni, operaio, la moglie Rosalia, di 40 anni e i figli gemelli Concetta e Pietro di 10 anni. Nell'altro alloggetto di Virginia Gallo, 87 anni, che era andata a trovare dei parenti, c'era solo il figlio Carmine, di 37 anni. Dal racconto dei sopravvissuti è possibile ricostruire in ogni attimo la tragedia. Sono le 6. Rosalia Gattuso si sveglia come da un incubo: «Ho avvertito un forte odore, come di gas. Nauseabondo. Mi faceva male il capo. Ho avvisato mio marito, gli ho detto di andare a controllare in cantina, la caldaia». L'impianto di riscaldamento era stato revisionato lo scorso autunno. Erano stati cambiati alcuni pezzi, si era deciso di costruire una camera blindata, come prescrive la legge. Tutto perfettamente in regola, nessuna noia in queste prime settimane invernali di funzionamento fino a ieri. Il Gattuso è sceso con una torcia elettrica: «Per precauzione — dice — non volevo accendere la luce». Ha controllato non solo la caldaia, ma anche le cantine vicine. Non ha notato irregolarità, né, a differenza della moglie, odori sospetti. E' tornato a letto, rimboccandosi le coperte. Ha cercato di tranquillizzare la moglie: «Dormi Rosalia, stai tranquilla». Pochi istanti dopo, l'esplosione. Lo scoppio ha squassato Venaria. A trecento metri c'è la caserma dei carabinieri. Ricorda imo dei militari di guardia: «Si sono spalancate le finestre, ho subito pensato a un attentato». E' ancora Rosalia Gattuso che racconta: «Il soffitto ci è crollato addosso, mi sono trovata tra blocchi di cemento e calcinacci. Mio marito era rimasto imprigionato contro il muro, schiacciato da alcuni mobili. Ho gridato, ho tentato di alzarmi. Ma nessuno mi poteva udire». Proprio di fronte, nella stanza che si affaccia sulla via, dormiva Claudio Zanella, 26 anni: «Il boato, poi è scoppiata la tapparella, sono volate via in mille pezzi le finestre, la porta. Sono corso fuori: tutto era ancora avvolto dal fumo, si sentivano gemiti, si intravedevano lingue di fuoco. La strada non c'era più: blocchi di muratura, mobili, pezzi di porte ostruivano tutto. In quell'inferno ho visto un bimbetta che correva e piangeva disperato». Quel bimbo ha una sua storia. Si chiama Calcedonio Spoto, ha due anni. Vive con I il fratello Vincenzo di 5 anni 1 e i genitori, Michelangelo e Maria, di 26, nella casa accanto a quella esplosa. Dormiva quando la parete della sua camera si è aperta, è sparita: è uscito da quel varco, cercando la salvezza in strada. Solo, stringendo tra le braccia il cuscino, con il pigiama bruciacchiato, strappato. In pochi attimi sono accorsi gli abitanti delle case vicine. E' saltata la corrente elettrica, la fioca luce dell'alba offuscata dalla polvere e dal fumo non permetteva ancora di avere una visione globale della sciagura. Per un raggio di 90 metri tutte le case hanno subito danni più o meno Ezio Mascarino (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Calcedonio Spoto, Claudio Zanella, Gattuso, Michele Di Perri, Michele Le Piane, Rosalia Gattuso, Virginia Gallo

Luoghi citati: Venaria