Chiusa la fabbrica di Aprilia "Avviso" di reato al direttore di Giuseppe Fedi
Chiusa la fabbrica di Aprilia "Avviso" di reato al direttore Per i duecento operai colpiti dalla nube tossica Chiusa la fabbrica di Aprilia "Avviso" di reato al direttore (Nostro servizio particolare) Roma, 19 novembre. Lo stabilimento « Eaton-Yale » di Aprilia (multinazionale americana che produce chiavi e serrature) è stato chiuso a tempo indeterminato. La decisione, assunta dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, De Paolis, dall'ufficiale sanitario del Comune di Aprilia, Laura Comi, è motivata dall'oscura causa dell'avvelenamento collettivo che ieri ha colpito duecento operai. Il provvedimento sarà revocato soltanto quando saranno stati accertati i motivi della nube tossica e quando la direzione della fabbrica avrà eliminato le anomalie esistenti. Nel pomeriggio il magistrato ha inviato comunicazioni giudiziarie al direttori) dell'azienda, Luigi Golinelli, al caporeparto, Mario Castiglia e all'addetto alla macchina di lavaggio, Mario Guida. Le condizioni dei 42 operai tuttora ricoverati in osservazione a Nettuno, al « San Camillo » di Roma e nella casa di cura « Città di Aprilia » continuano a migliorare. Non corrono rischi, l'intossicazione che li ha colpiti è di quelle leggere e le direzioni sanitarie dei tre ospedali hanno assicurato che tra oggi e domani verranno dimessi. Stamane i professori Gatti e Camoni, dell'Istituto supe riore di Sanità, hanno com- e a , , a o o o a ) , . i a » n o i piuto un sopralluogo alla « Eaton-Yale », su richiesta dell'assessore alla Sanità della Regione, Ranalli. Dai primi accertamenti è risultato che le esalazioni che hanno intossicato gli operai sono costituite da vapori di « trichlorethane », comunemente chiamato metil-cloroformio e di ossano utilizzati negli impianti di sgrassaggio. Si escluderebbe, allo stato attuale, la presenza di esaclorofone e la necessità, quindi, di particolari operazioni di bonifica. Secondo gli esperti dell'Istituto di Sanità la causa dell'intossicazione, dati i disturbi avuti dagli operai (bruciore agli occhi, gola secca, crampi allo stomaco e conati di vomito) deve ricercarsi nel difettoso funzionamento dell'impianto di lavaggio-sgrassaggio. Il liquido usato per la lavorazione, il «trichlorethane» — hanno spiegato — è un solvente volatile e, riscaldato eccessivamente dall'olio bollente che si trova nei contenitori posti sotto le vasche, potrebbe aver perso le sue caratteristiche originarie acquistandone altre di effetto nocivo. Per quanto riguarda le indagini, il sostituto procuratore De Paolis, assistito dal medico provinciale Realmuto, ha interrogato stamane le o peraie ricoverate nella clini -1 ca « Città di Aprilia ». Il ma¬ gistrato, oltre ad accertare i motivi che hanno provocato l'intossicazione dei duecento operai, dovrà appurare perché, dopo i disturbi lamentati nei giorni scorsi, la direzione della fabbrica non ha provveduto ad eliminare le cause. La verità, insomma, è ancora da scoprire. L'unica cosa che ha dimostrato con assoluta certezza la nube tossica di Aprilia è che troppe fabbriche intorno a Roma lasciano a desiderare quanto a impianti di sicurezza e che le attrezzature sanitarie della zona sono quasi inesistenti. L'ospedale più vicino alla « Eaton-Yale » è il « Sant'Eugenio », a Roma, o quello di Latina: in entrambi i casi ad oltre 35 chilometri. Dopo quello di Aprilia un altro episodio, di proporzioni molto più limitate, ha provocato allarme e panico in uno stabilimento di disinfettanti alla periferia di Roma. Nel pomeriggio, verso le 16, alla «Z'icchet», in vicolo Pian due Torri, nel quartiere Magliana, si è guastato il rubinetto di una grossa cisterna contenente ammoniaca. Mentre una squadra specializzata di operai riparava il guasto, i vigili del fuoco hanno dissolto con acqua nebulizzata la nube provocata dai vapori del gas. Cessato l'allarme, il lavoro è ripreso normalmente. Giuseppe Fedi
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