E' un altro, dopo l'incidente di Edgarda Ferri

E' un altro, dopo l'incidente Vincenzo Guerini; prima tanta paura, adesso un po' di ottimismo E' un altro, dopo l'incidente (Nostro servizio particolare) Ponte Zanano, 19 novembre. Dice: > Sono sicuro di farcela ». Mostra la gamba destra rimpicciolita, rappezzata, orrendamente martoriata dal ginocchio In giù. Dice ancora: « Adesso, muovendo la caviglia, risponde anche il muscolo del polpaccio: una buona cosa ». // polpaccio è ridotto ad una sottile copertura dell'osso. Rievoca: - Dopo l'incidente, dovevano amputarmi la gamba. Me lo ricordo bene, un anno giusto fa. Me l'hanno detto chiaro e tondo, del resto io sono uno che vuol sapere subito le cose. Hanno detto: se continua la febbre ancora per un giorno, bisogna tirar via tutto. E' andata via la febbre. Non so perché, ma è andata via. Quindi, la gamba era salva ». Un viso onesto Ma non il suo futuro. Vincenzo Guerini, centrocampista della Fiorentina, buona quotazione, già uno volta in Nazionale, ventidue anni, in un incidente d'auto poco prima di Firenze s'era massacrato una gamba e giocato l'avvenire. Da allora, ventun ore di interventi chirurgici, quattro volte In sala operatoria, nove mesi di gesso e di speranze. Ha una faccia dura e onesta. E' figlio di un operaio della Valtrompia, viene da famiglia modesta e non felice. Prima, una vita poco più che grama. S'era appena accomodata un po', con l'arrivo del ragazzo In serie A, quando una sorella di Vincenzo morì a dlclott'annl. » Mia madre ne ha viste abbastanza, dice. Se tornassi In campo, sarebbe una soddisfazione anche per lei ». Tra un Intervento e l'altro ha sposato Anna, una figurina docile, gentile. Anna è del suo paese, non ha fatto In tempo a vivere ne//'« ambiente ». » Un ambiente, dice Guerini, dove fabbricano del mostri come noi ». Ha chiari e profondi occhi pieni di paura. « Ne ho avuta tanta, dice. Mentre volavo via dalla macchina, radendo e grattando con la gamba venti metri d'asfalto. E dopo, quando dovevano tagliarmi via tutto. E dopo ancora, quando ho salvato la gamba però non sapevo se sarei tornato a giocare. Ho visto in faccia la morte, ho patito ogni sorta di dolori. Ma è stata un'esperienza positiva, utile. Sono maturato, sono un uomo. Uno può pensare: e devi ridurtl così, per diventarlo? Nessuno Immagina come viviamo, noi del calcio. Cosi lontani dalla vita vera, cosi fuori dal mondo. Se uno diventa uomo, prima deve pagare caro. Qualcosa come ho pagato io, per esempio, lo, tuttavia, dico una cosa: i miei compagni inpareranno da me a diventar grandi, adulti. Voglio the si sappia: in ogni caso, resto nel calcio ancne per questo: mi metterò lì, davanti ai ragazzi che non hanno metro di misura, che non sanno fare i conti giusti con la vita, e li aiuterò a maturare, a trovare equilibrio ». E' sincero, anche se a volte si contraddice. ■ La mia vita è il calcio, spiega: non mi vedo a far altro che questo ». Non si accorge di essere già condizionato: forse è maturo per tutto ma non per accettare una vita diversa da quella del calciatore. Incalza subito: » Che non si creda che voglio giocare ancora perché amo II successo e Il denaro. Perché non voglio fare la vita grama di prima. Perché sono stato stregato dalla celebrità. Il calcio mi diverte, giocare è un piacere. Hanno scritto cose dure sul mio conto, dopo l'incidente. Guidavo la mia Porsche, m'è sfuggita di mano. Hanno scritto: ecco II burino che si compra la macchina più grossa di lui per sentirsi grande e arrivato, e poi non sa neanche tenerla In strada. Storie, non sapevano II mio sogno di ragazzo. Volevo fare II corridore, non ho corso in auto perché sono figlio di operai. Il calcio è stata ed è la mia grande passione, ma non l'uni¬ ca. Così, appena ho potuto, mi sono fatto un regalo, lo, a me. Per dirmi che, se non da corridore, almeno da calciatore sull'auto forte ci potevo salire. Una rivincita comprensibile, mi pare: umana. E invece no: poiché vengo dalla vallata, si pensa subito al buzzurro che compra l'auto dei figli di papà per rassicurarsi ». Un vero ricamo Muove nervoso la caviglia, che risponde bene in tutti I movimenti. Palpa il muscolo del polpaccio, ancora morbido, povero, però sensibile e vivo. « Quell'uomo di Vienna, dice: che genio. Ha fatto un lavoro di ricamo. Ha preso un nervo di qua, l'ha trapiantato di là: con una pazienza, una perizia da orafo. Ed anche 11, che scuola di educazione, di maturità. Un professore che è celeberrimo nel mondo, privo di qualsiasi alterigia, umile e gentile, generosissimo e persino amico. Se penso all'arroganza dell'ultimo che conta in certi oosti, nel mio "ambiente". E non parliamo degli ospedali, o degli uffici Italiani. Con Millesi ci siamo dati appuntamento sul campo della Fiorentina. Gli ho detto, prima di partire: lei ha fatto un lavoro meraviglioso: ora tocca a me, e le farò vedere quel che so fare ». Confronta le due gambe, ancora molto differenti fra di loro, cosi dissimili che sembrano non essere mai vissute finora vicine. Millesi, il chirurgo specializzato in trapianti ed innesti dei nervi periferici, gli ha dato l'ultima speranza. Ci vorrà più di un anno, ha detto, per la rieducazione. E molto coraggio, moltissima pazienza. Ma non è escluso che Guerini torni In campo. • E' giovane, ha detto: e molto onesto. In certi casi, l'onestà vale molto di più dell'ambizione ». Ventun ore di sala operatoria, pari a milleduecentosessanta minuti, pari a quattordici partite di calcio. « Interminabili, dice: ma ancora più lunghe le ore passate in tribuna a guardare I miei compagni giocare. Mi mordevo le dita per la rabbia di non poter partecipare. Sentivo la gamba, anche se martoriata, immobilizzata e chiusa nel gesso, vibrare tutta d'impazienza. Tuttavia, anche 11, un'esperienza mai vissuta prima. Vista dall'alto, dalla parte degli spettatori, la partita assume peso e misura diversi da come la vediamo noi. Vissuta dal di dentro, con l'equilibrio precario del calciatore, la partita diventa invece un mostruoso catino dove le piccole beghe, i minuscoli attriti, gli odi Infantili ingigantiscono, diventano questioni di vitale importanza. Voglio tornare anche per questo. Voglio dire ai ragazzi: si può giocare anche meglio, se nel calcio si vede la cosa più Importante: Il gioco ». SI è scoperto moralista. E' tornato a casa con molta voglia di vivere, ma di vivere diverso da prima. « Prima, un ciaciarone sempre allegro, senza problemi. Oggi sono più grave, ai miei compagni apparirò anche noioso; ma sono molto fiero di essermi scoperto un uomo, e non più un ragazzo ». Guarda la moglie timida, che a Vienna si lasciava comandare da una schwester che parlava solo tedesco e dirigeva il reparto come un colonnello. ■ Anche vivere noi due soli ed a lungo in una clinica straniera, lontani da casa, senza conoscere la lingua, senza amici, è ser/ito a maturarci insieme ». Alla « Private Wiener Clinic » del professor Millesi, dove Guerini tornerà tra poco per l'ultimo controllo, tirava avanti a cotolette e libri gialli. Neppure Anna ha latto un giro in città. Una volta si spinse verso il centro e tornò subito indietro, intimorita. Lui aspettava ogni sera, ansiosamente, la telefonata dei genitori e dalla sede della Fiorentina. Se qualcuno andava a trovarli, non la Univano più di ringraziare. Due ragazzi come tanti: resi caldi, diventati veri col dolore. Edgarda Ferri

Persone citate: Guerini, Millesi, Storie, Vincenzo Guerini

Luoghi citati: Firenze, Ponte Zanano, Vienna