Petrolio: Perez si impegnerà per un aumento più contenuto di Franco Mimmi

Petrolio: Perez si impegnerà per un aumento più contenuto La moderazione è però subordinata ai colloqui Nord-Sud Petrolio: Perez si impegnerà per un aumento più contenuto Roma, 18 novembre. Petrolio: è stato il tema conduttore degli incontri che il presidente venezuelano Perez ha avuto oggi con Leone, Andreotti e Forlani. Il Venezuela è uno dei maggiori produttori di greggio del mondo (150 milioni di tonnellate all'anno), è una delle Nazioni che diedero vita all'Opec. L'Italia è un Paese che deve importare praticamente tutto il petrolio di cui abbisogna, e che ha avuto nel deficit petrolifero il detonatore della propria crisi economica. Oggi Perez ha detto una parola di speranza: il Venezuela si batterà, alla prossima riunione dell'Opec, perché l'aumento del greggio sia contenuto entro il 10 per cento, e possibilmente perché l'entrata in vigore dell'aumento slitti di qualche mese. Queste affermazioni potrebbero sembrare in contrasto con le posizioni fin qui tenute da Caracas, che chiedeva un rialzo del 25 per cento. Ma la successiva articolazione delle dichiarazioni di Perez ripristina un quadro più pessimistico della situazione: Perez ha infatti avvertito che la moderazione venezuelana sarà subordinata all'esito della conferenza Nord-Sud — tra Paesi produttori di materie prime e Paesi industrializzati, che di materie prime sono consumatori — la quale si terrà dal 15 al 17 dicembre a Parigi. Per poter far giocare le eventuali conclusioni positive di Parigi contro le decisioni di aumenti eccessivi, il Venezuela ha proposto agli altri produttori di spostare alla seconda metà di dicembre la riunione Opec. In sostanza, la richiesta alla Nord-Sud dei Paesi esportatori consiste in un agganciamento dei prezzi delle materie prime a quelli dei prodotti finiti, che essi debbono importare dalle Nazioni industrializzate. Se le concessioni di queste ultime non fossero ritenute sufficienti, allora il prezzo del greggio subirebbe un aumento maggiore. Non è molto probabile che a Parigi avvenga un completo «aggancio», e per l'Italia potrebbero dunque aprirsi tempi più bui persino di quelli correnti, ma quattro considerazioni fanno ritenere che l'aumento del greggio sarà comunque contenuto: 1) la domanda è diminuita, mettendo in crisi alcuni Paesi che avevano varato, basandosi sui profitti petroliferi, immensi piani di sviluppo, e spingendo talora alla vendita di partite di crudo con forti sconti (e conseguenti litigi tra i Paesi produttori); 2) se il prezzo del petrolio valicasse certi limiti, altre fonti di energia, oggi ritenute troppo costose, diverrebbero competitive; 3) la pressione politica che gli Stati Uniti sono in grado di esercitare sull'Arabia Saudita, la quale a sua volta può «ricattare» i colleghi dell'Opec minacciando di «aprire i rubinetti» dei propri immensi giacimenti, calmierando così automaticamente il prezzo; 4) infine, come ha detto oggi Andreotti, se si vuole davvero creare un nuovo ordine economico internazionale (che Perez auspica), occorre da ogni parte un'«autolimitazione armistiziale, in un conflitto economico finanziario che rischia altrimenti di provocare, attraverso crisi e disoccupazione, un numero infinito di vittime in tutti i continenti». E tuttavia, anche un aumento del 10 per cento rappresenterebbe per l'Italia un aggravio di 700 miliardi all'anno. Ma a questo punto veramente la visita di Perez lascia intravedere la luce in fondo al tunnel: la nostra economia, infatti, può trovare un rimedio ai nuovi oneri in accordi bilaterali di cooperazione, nei quali lo stesso Perez ha indicato la via d'uscita e per i quali ha affermato che il Venezuela concederà all'Italia la preferenza. Naturalmente, non è estranea a questa preferenza la dichiarazione del ministro degli Esteri Forlani, il quale ha rilevato come la linea italiana alla conferenza di Parigi collimi, per molti aspetti, con le richieste fatte dal Venezuela. Le possibilità di ammortizzare, grazie a una maggiore presenza italiana in Venezuela, in buona parte se non completamente il maggior costo del petrolio, si concreterà in due accordi le cui basi sono state poste da Forlani e dal suo collega venezuelano Escovar-Salom, e che verranno firmati al termine della visita di Perez. Si tratta di un accordo di cooperazione economica industriale, e di uno di cooperazione tecnica nel settore dell'istruzione professionale e universitaria. Sarà anche istituita una commissione mista con il compito di esaminare le possibilità di cooperazione nei settori dell'edilizia, della petrolchimica, della siderurgia, delle forniture di navi ed elicotteri. Potrebbero inoltre essere create società miste, e nella collaborazione potrebbero entrare altri Paesi del Terzo Mondo. Franco Mimmi Roma. Il presidente Perez e Giulio Andreotti