Questo superbaeìno di Genova arriverà tardi (e forse inutile) di Filiberto Dani

Questo superbaeìno di Genova arriverà tardi (e forse inutile) Si attende da dieci anni che venga realizzato Questo superbaeìno di Genova arriverà tardi (e forse inutile) Il costo previsto in dieci miliardi è già salito a cinquanta - Nel frattempo i tempi d'oro delle petroliere giganti sono tramontati - I perché di un lunghissimo rinvio (Dal nostro inviato speciale) Genova, 18 novembre. C'è chi dice che sono soldi buttati via, che i tempi d'oro delle petroliere giganti sono tramontati, insomma che il nascente superbacino galleggiante di carenaggio servirà poco o niente. Il Consorzio autonomo del porto di Genova, le pubbliche amministrazioni, i sindacati, non sono di questa opinione. «Le petroliere di grande tonnellaggio — dicono concordemente — non moriranno mai. Certo, i progetti che prevedano cisterne capaci di trasportare un milione di tonnellate di greggio sono stati al momento accantonati, parecchi colossi del mare sono stati messi in disarmo per mancanza di noli, ma resta il fatto che, anche dopo la riapertura del Canale di Suez, è sempre conveniente, per via dei costì, circumnavigare l'Africa». Le voci discordi, che di tanto in tanto rimbalzano sulle pagine dei quotidiani locali, sembrano dunque avere scarso fondamento. In verità sono poche, ma bastano per rinfocolare le polemiche sui ritardi di quest'opera che, pensata dieci anni fa, ha nel frattempo quintuplicato il suo costo. La storia del superbacino risale, infatti, al 1966, quando cominciavano ad andare di moda i «mammuth» del mare, e le industrie navali genovesi temevano di essere tagliate fuori dai lavori di riparazione e manutenzione. Non era un rischio da prendersi alla leggera perché queste industrie, già allora, davano lavoro a parecchie migliaia di operai e fatturavano annualmente più di 50 miliardi di lire. Nello spazio di appena tre mesi una commissione di studio aveva messo a punto il progetto di un grande bacino di carenaggio da 350 mila tonnellate, da affiancare agli altri sette già esistenti (tutti di modeste proporzioni e il più capace limitato a navi di portata non superiore alle centomila tonnellate), ma poi c'erano voluti tre anni prima che il governo approvasse i necessari finanziamenti, dodici miliardi e 800 milioni di lire. Soltanto alla fine del 1969 era stato possibile bandire l'appalto, ma le imprese invitate avevano voltato le spalle perché il costo del superbacino superava di gran lunga quello preventivato. La commissione di studio aveva dovuto rivedere le cifre, bandire un secondo appalto, ma anche questa volta la gara era andata deserta. Altre traversie che qui non mette conto raccontare e, finalmente, si arriva al 1972, anno in cui i lavori vengono affidati alla «So.Ge.Ne.», una società romana di costruzioni, al prezzo di 18 miliardi e mezzo. Il superbacino galleggiante, che ha già ottenuto il placet di tutti gli organi tecnici competenti, deve essere ormeggiato nell'avamporto, tra molo Cagni e molo Giano, all'altezza del porticciolo turistico (che viene sfrattato), ma soltanto adesso si scopre che la sua ubicazione intralcerebbe i movimenti delle navi. Cose che capitano ma che non dovrebbero capitare. Oc¬ corre perciò rivedere il progetto iniziale, apportare varianti, perdere altro tempo. Il governo intanto vara una nuova legge di finanziamento per 15 miliardi e 600 milioni, che vanno ad aggiungersi ai quasi 13 già stanziati e ad un mutuo contratto dal Consorzio del porto. Adesso il nuovo importo complessivo è di 33 miliardi e 700 milioni, ma si dà già per scontato che, a conti fatti, supererà i 50 miliardi. Appunto il quintuplo della cifra preventivata dieci anni fa, e ciò spiega il perché delle polemiche che ancora oggi ravvivano il fronte degli oppositori. Inutile, comunque, piangere sul latte versato. I lavori del superbacino, cominciati nell'aprile del 1974, saranno portati a termine entro il 1978. La gigantesca vasca verrà immersa nell'avamporto, in uno spazio di mare occupato da un tratto del molo Cagni, che dovrà essere demolito. Sarà lunga 350 metri e larga 78, peserà 100 mila tonnellate, avrà un pescaggio massimo di 20 metri, e potrà essere svuotata in tempi brevi, non più di tre ore. Viene costruita un pezzo dopo l'altro, o meglio un «elemento» dopo l'altro come dicono i tecnici: hanno forma di una «U» con le estremità inferiori ad angolo retto. Per completare il superbacino ce ne vogliono otto, ne sono stati già sistemati quattro, adesso si sta lavorando attorno al quinto. Sono tutti in cemento armato precompresso. I tempi di lavorazione accusano un ritardo di tre-quattro mesi, ma non per colpa della società costruttrice: è stata la nuova collocazione della mastodontica opera ad imporre un rallentamento essendo essa legata alla ristrutturazione di tutta la zona industriale dei porto. A ridosso del superbacino verrà ricavata un'area di 80 mila metri quadrati (con possibilità di ampliamento fino a 100 mila metri quadrati), dove troveranno posto cantieri, imprese, officine, ora rese asfittiche dalla carenza di spazio. Anche quest'area, come quella del futuro porto di Voltri, verrà portata via al mare con 500 mila metri cubi di terra. Filiberto Dani

Persone citate: Cagni

Luoghi citati: Africa, Genova, Suez