Surrealismo che sa d'antico nei quadri di Louis de Wet di Marziano Bernardi
Surrealismo che sa d'antico nei quadri di Louis de Wet LE MOSTRE d'ARTE di Marziano Bernardi Surrealismo che sa d'antico nei quadri di Louis de Wet Nell'arte del pittore Louis de Wet, che per la seconda volta dal 1970 si presenta a « L'Approdo » (via Bogino 17), è impossibile sciogliere l'intreccio serratissimo tra quanto è dovuto alla sua fantasia, ch'è quella d'un moderno surrealista, e quanto spetta alla sua tecnica, ch'è mutuata da quella degli antichi maestri italiani e nordici, in specie del Quattrocento. In modo così saldo egli sente quest'unione, che persino la grafia dei titoli e dei motti inseriti nel suol dipinti e disegni dei manoscrlt-tiene del > gotico ■ ti miniati del secolo XV; e ad essa si uniforma anche la sua corrente scrittura privata: come se il suo pensiero di uomo d'oggi istintivamente si calasse nelle forme di un mondo remoto. Di fronte alle sue opere si resta dunque incerti se scorgervi un'ambiguità mascherata da un elegante artificio, oppure una spontanea esigenza di qualificarsi tecnicamente ■ antico » addirittura col puntiglioso avvertimento, sotto le riproduzioni del catalo- 1 go, di miscela i i e e tecnica del 15" secolo, di olio con emulsione d'uovo •, didascalia forse un po' ingenua perché le tecniche, pur su una base comune, variavano da pittore a pittore ed ogni maestro si valeva di segreti dosaggi: si pensi al Van Eyck. Comunque, è proprio quest'incertezza, quasi un piccolo enigma sospeso poniamo, su una bizzarra composizione d'una donna nuda, una chiesa, due automobili di modello vecchio, ad acuire l'interesse per una linguistica pittorica che applica alle forme di una « Ford CT » e di una « Isotta Fraschini Tipo 8 » la stessa lentlcolare minuzia esecutiva che affascina nei • Coniugi Arnolflni ■ o nel paesaggio della ■ Madonna del Cancelliere Rolin >. Del resto, sangue d'antenati dei Paesi Bassi (con un po' di sangue tedesco) corre nelle vene di Louis de Wet, nato 46 anni fa nell'Africa del Sud, ma europeo dal 1952: prima a Vienna a studiare in quell'Accademia, poi a lungo in Francia, quindi a Londra, dove ora vive e lavora. Certo all'Albertina ha contato i peli della « Lepre » di Durer, al Louvre gli zecchini del « Banchiere con la moglie > di Quentin Metsys, e chissà quanto bottino ha fatto alla National Gallery di Londra. Ha delibato alchimie pittoriche, addestrato magnificamente la mano, assimilato un gusto anacronistico, poi s'è abbandonato alla cabala e ad un'arcana simbologia. Su due binari divergenti corre così la fantasia surrealistica di Louis de Wet. Sogni di una dolcezza malinconica come « Ho perso qualcosa » o • Allontanati da me • o il doppiaggio metafisico « La mia amica ha gli occhi verdi immagini che si rimandano i propri significati misteriosi o si confrontano sullo specchio di favole mitologiche come « Daphne e Apollo dove gli alberelli paiono usciti dai polittico dell'' Agnello Mistico ». Ma a volte compare II semplice ritrattista: allora di un'incisività sorprendente. ★ ★ Altra figura d'artista complesso, pittore, architetto, poeta, ma di una complessità, che si risolve in direzioni profondamente diverse dal De Wet sia per concezione delle opere sia per modi esecutivi, Il vercellese Enrico Villani, che espone a - La Bussola ■ (via Po 9) grandi figure femminili d'un violento espressionismo e immagini di foglie secche e vegetali appassiti. Definire i moti d'animo e le controllate idee che danno vita alle sue forme umane ora dolorosamente convulse ora drammaticamente tese da mute Interrogazioni su verità esistenziali, non è Impresa da sbrigare in poche righe, e parecchie pagine d'una monografia dedicata all'artista dall'editore Giulio Bolaffi cinque anni fa ha impiegato Albino Galvano per penetrare a fondo il mondo fantastico e lo stile del Villani. Egli ha notato — e siamo d'ac cordo con lui — che una con siderazione dei temi che gli sono più cari ci riporta al simbolismo e al Liberty, Il cui recente ricu pero si è svolto essenzialmente lungo due versanti, uno culturallstlco, l'altro esasperatamente psicologico. Diremo dunque che Vii lanl partecipa di queste due dimensioni spirituali con una convinzione che prorompe acre e persino brutale, creando figure che paiono prigioniere di un destino oscuro, in esso chiuse, non per bizzarria, ma per necessità morale di una maggiore evidenza, da sim boliche sbarre di legno che, come grate di finestre, sono applicate al quadro sopra la pittura. L'intento è dunque scoperto, accentuato dalla preponderanza dell'elemento grafico — una grafica con vulsa. dirompente — visibile in ogni immagine del pittore. mar. ber Milano — Stasera alle 21 al Sa Ione Internazionale delle Notizie, discussione sul tema ■ La funzione del colore nella comunicazione televisiva ». Nono al Piccolo Regio — Oggi alle 17,30, Enzo Restagno presenterà la figura e la produzione di Luigi Nono con esempi musicali. Cineocchio — Stasera alle 21 in via Valenza 46, proiezione del l'« Uomo con il fucile •
Luoghi citati: Africa Del Sud, Francia, Londra, Milano, Paesi Bassi, Vienna
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